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La Commissaria per il mercato digitale Mariya Gabriel ha lanciato due giorni fa l’Osservatorio Europeo per la BlockChain, assieme all’europarlamentare Jakob von Weizsacjer e a Joseph Lubin, cofondatore di Ethereum, piattaforma decentralizzata per la creazione di smart contracts.

Cos’è la blockchain

La blockchain è il “libro mastro delle transazioni, ovvero un database condiviso su cui sono registrate tutte le operazioni e gli scambi che avvengono tra utenti sulla Rete, oggi di bitcoin, un domani di qualsiasi altro tipo di informazioni” (ne avevamo parlato qui).

Ora, al di là dei bitcoin, una delle applicazioni più  interessanti è senza dubbio il suo uso per gli smart contracts. Grazie alla blockchain, non serviranno più intermediari a garantire la verifica delle condizioni contrattuali, sarà la catena stessa che, ipotizziamo in una vendita, autorizzerà il pagamento se tutti i documenti richiesti saranno forniti e in regola.

Perché la Commissione Europea ha lanciato un Osservatorio

La Commissione Europea vede nella blockchain un potenziale di innovazione enorme, con risvolti per aziende, grandi e piccole, amministrazioni pubbliche e cittadini, i quali hanno risposto entusiasti al sondaggio pubblicato dalla Commissione chiedendo all’Unione Europea di porsi alla guida di questo cambiamento.

L’Osservatorio dovrà mappare le iniziative già esistenti in Europa sul tema e analizzare i trend e dare una risposta ai problemi emergenti. Lo scopo è quello di diventare il punto di riferimento in Europa su questo tema promuovendo la partecipazione di stakeholder e player del mercato. Tutto questo per contribuire a creare una visione unica europea, replicabile negli Stati Membri.

Decine di milioni pronti fino al 2020

Finora sono stati stanziati 83 milioni di euro per finanziare progetti legati alla tecnologia della blockchain, con altri 340 previsti da qui al 2020, grazie al programma Horizon2020, meglio spiegato a dicembre.

La Commissione ha anche lanciato la call per uno studio finanziato con 250.000 euro sulla fattibilità della creazione di una blockchain made in EU, che sia inovativa, trasparente, affidabile e rispettosa dellanormativa europea sul trasferimento dei dati. Lo studio, che inizierà tra pochi mesi, dovrà dare indicazioni sulla grandezza di questa infrastruttura e sul tipo di servizi che potrebbe offrire.

Tra le applicazioni future possibili che vede l’UE, ci sono la dichiarazione dei redditi, la tassazione, le dogane, i registri delle imprese e dei titoli, i report societari, finanziari e ambientali, la gestione dei dati sanitari e delle identità digitali.

È ora dunque che questa tecnologia, creata ormai 9 anni fa, diventi grande e permetta una nuova rivoluzione di cui tutti possano beneficiare, non solo i trader di bitcoin.