<div class="at-above-post addthis_tool" data-url="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/63203-20180503-leconomia-dellusato-vale-21-miliardi-euro"></div><p>Quello dell&#8217;<strong>usato</strong> non è più un trend, è un <a href="https://smartmoney-admin.startupitalia.eu/economia-digitale/60318-20170428-compra-lusato-guadagna-900-euro-allanno-intervista-alla-ceo-subito-it"><strong>mercato parallelo che continua a crescere</strong></a>. Sale all’aumentare di consapevolezza e stili di vita: non a caso negli ultimi tre anni il volume d’affari di questo settore è aumentato in modo costante. A trascinare la dinamica le <strong>compravendite online</strong>, cresciute del 72% dai 2014.</p>
<p>Sono solo alcuni dei numeri della quarta edizione dell’<strong>Osservatorio Second Hand Economy</strong> condotto da <strong>Doxa</strong> per<strong> Subito</strong>, la piattaforma più gettonata in Italia per comprare e vendere che conta otto milioni di utenti unici mensili. Secondo questa analisi l’economia dell’usato italiana vale <strong>21 miliardi di euro</strong>, l’1,2% del Pil italiano. I settori più importanti in termini di valore sono <strong>Motori</strong> (15 miliardi), seguiti da <strong>Casa&amp;persona</strong> (3,6 miliardi) ed <strong>Elettronica</strong> (1,3 miliardi).</p>
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<h2>Il peso delle transazioni online</h2>
<p><strong>Le transazioni online guidano il mercato e pesano da sole 9,2 miliardi di euro</strong>, il 31% in più rispetto all’anno precedente. Tra chi ha venduto e comprato l’anno scorso, <strong>il 42% è passato da una qualche piattaforma digitale.</strong> In particolare per la sua velocità e semplicità, scelta dal 72% del campione. Internet e applicazioni sono il canale preferito soprattutto per la vendita (54%). Le categorie che volano grazie al digitale sono arredamento e casalinghi, auto e libri (le più comprate) ancora auto, attrezzature sportive e telefonia (le più vendute).</p>
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<h2>Quanto si guadagna in un anno con l&#8217;usato</h2>
<p>Il digitale è dunque ben più di un alleato perché permette di guadagnare un inaspettato <strong><em>tesoretto</em></strong> dagli oggetti che non servono più. Soldi da reinvestire nelle proprie esigenze, passioni e desideri. Col “second hand” di guadagnano <strong>1.030 euro in un anno</strong>, con un +22% rispetto agli 843 del 2016.</p>
<p><em>“La second hand è oggi un vero e proprio </em>state of mind<em> integrato perfettamente nelle abitudini di consumo e di vita delle persone, in grado di rappresentare valori ed esigenze di una generazione dinamica e consapevole in crescita nel nostro Paese &#8211; </em>ha spiegato <strong>Melany Libraro</strong>, <strong>Ceo di Schibsted Italy </strong>(Subito, InfoJobs e Pagomeno) – <em>penso in particolare ai Millennials, più attivi nella compravendita dell’usato rispetto alla media della popolazione, per cui ciò che guida la scelta è l’oggetto in sé, nuovo o usato poco importa. Oltre che nativi digitali, potremmo definirli nativi second hand”.</em></p>
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<h2>I valori di fondo</h2>
<p>L’acquisto e la vendita dell’usato rispecchiano<strong> aspetti valoriali</strong>. Il <strong>48% degli italiani ha spiegato di aver comprato o venduto usato nel 2017, </strong>al quarto posto dei comportamenti sostenibili più diffusi subito dopo la raccolta differenziata (93%), l’acquisto di lampadine a Led (75%) e prodotti a km 0 (56%). Non mancano, fra le ragioni, la possibilità di fare <strong>un buon affare in termini economici</strong>, garantendo un <strong>risparmio rilevante</strong> (prima motivazione per il 70%) affiancata dalla <strong>scelta distintiva</strong> di trovare pezzi unici, d’antiquariato o non più in commercio (35%) che permettono di rendere unico il quotidiano. Segue la conquista dell’<strong>oggetto dei desideri (10%)</strong>. La <strong>voglia di leggerezza e <em>decluttering</em></strong><em> spingono invece a</em> liberarsi del superfluo <strong>(55%)</strong>, seguito dalla possibilità di comprare altri oggetti nuovi o usati <strong>(21%</strong>) e da quella di guadagnare per il 19%.<strong> </strong></p>
<h2>L&#8217;identikit del venditore-acquirente di usato</h2>
<p>L’identikit del <strong>cittadino italiano</strong> che compra e vende oggetti usati è più confortante di quanto si pensi: attento alla <strong>sostenibilità ambientale</strong>, l’utente individuato da Subito.it cerca di favorire attraverso il riutilizzo (66%), legato affettivamente agli oggetti a cui attribuisce la possibilità di una seconda vita <strong>(60%)</strong> e che non rinuncia ad <strong>acquistare oggetti altrimenti costosi a un prezzo conveniente</strong> (58%). Scenario ancora più forte tra le nuove generazioni dei <strong>Millennials, grandi utilizzatori di second hand (59%)</strong> e le cui percentuali di questi trend crescono ulteriormente con 71% per il primo driver e 67% per il secondo, integrando un terzo elemento motivazionale legato alla<strong> normalità di mixare nuovo e usato per gli acquisti </strong>(57%).</p>
<p><strong>Che fine fanno gli oggetti?</strong> Nel 48% dei casi vengono salvati dalla discarica e usati dai nuovi proprietari fino ad essere consumati, <strong>nel 26% vengono collezionati e conservati</strong>, nel 15% vengono regalati a una “terza vita” quando non più utile, e nell’11% vengono rivenduti.</p>
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<h2>Le regioni virtuose</h2>
<p>Fra le regioni più attive nel second hand spiccano la <strong>Lombardia</strong>, prima regione assoluta con <strong>3,4 miliardi di euro valore generato, </strong>seguita dalla <strong>Toscana</strong> con <strong> 2,8 miliardi.</strong> Terza l&#8217;<strong>Emilia Romagna </strong>con<strong> 2,3 miliardi</strong> e al quarto posto la <strong>Sicilia</strong>, prima regione del Sud, con <strong>1,5 miliardi</strong>. Il podio cambia se consideriamo il guadagno medio pro capite per i venditori: prima la Toscana con 1.802 euro, seconda la Lombardia con 1.289, terza la Sicilia con 1.090. Per la maggioranza, cioè per il 75%, l’economia dell’usato è destinata a crescere ancora nel giro del prossimo quinquennio: è percepita come <strong>generatrice di risparmio</strong> (49%), come <strong>scelta ecologica e sostenibile</strong> (45%) ma anche <strong>distintiva e smart</strong> (29%) ma anche come canale di democratizzazione per rendere i consumi accessibili a più persone (21%) e come canale di acquisto normalissimo, alla pari di altri (16%).</p>
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L’economia dell’usato vale 21 miliardi di euro

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