<div class="at-above-post addthis_tool" data-url="https://thefoodmakers-admin.startupitalia.eu/63372-20181107-pernigotti-chiude-novi-ligure"></div><p>Forse è troppo presto per dire addio ai cioccolatini <strong>Pernigotti</strong>, perché è probabile che resteranno sul mercato e sugli scaffali dei nostri negozi ancora per lungo tempo, ma con ogni probabilità è che non saranno più prodotti in Italia, a Novi Ligure. L&#8217;azienda dolciaria, <strong>fondata nel 1860</strong> (un anno prima dell&#8217;unità d&#8217;Italia), è stata infatti acquistata dagli imprenditori turchi <strong>Toksöz</strong> che hanno deciso di delocalizzare la produzione dolciaria nella loro terra d&#8217;origine. Il comune alessandrino vive così ore di passione dato che, se la decisione dovesse essere confermata, rischiano di restare a casa non meno di <strong>100 persone</strong>.</p>
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<h2>L&#8217;acquisizione turca</h2>
<p>La storica azienda di viale Rimembranza a Novi Ligure che ha dato lavoro a generazioni di novesi e che ha rappresentato, assieme alla <strong>Ferrero</strong> di Alba (Cuneo) una delle eccellenze dolciarie del basso Piemonte, lo scorso <strong>11 luglio 2013</strong> era stata ceduta, a sorpresa, dalla famiglia <strong>Averna</strong> al gruppo turco dei fratelli Toksöz, attivo in più settori, dal dolciario, al farmaceutico fino ad arrivare a quello energetico. Da allora per i 250 dipendenti è iniziato un periodo di forte inquietudine dato che i nuovi acquirenti avevano subito espresso l&#8217;intenzione di delocalizzare in Turchia.</p>
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<h2>Le proteste per salvare Pernigotti</h2>
<p>Come si diceva, proprio in queste ore l&#8217;intera Novi Ligure si sta mobilitando per protestare contro la chiusura di Pernigotti e <em>StartupItalia!</em> seguirà in diretta, con aggiornamenti continui, la manifestazione. Tra meno di 20 minuti, alle 11, le parti sociali incontreranno il sindaco <strong>Rocchino Muliere</strong> in Municipio. Dalle 13 è prevista l&#8217;assemblea straordinaria con i lavoratori per decidere le forme della mobilitazione. Si sa già che sarà un&#8217;iniziativa forte per rimarcare il duro colpo che subiranno la città e l&#8217;economia della provincia. «La strada è quella. Chiude lo stabilimento produttivo di Novi Ligure. Saranno lasciati a casa 100 lavoratori e per il nostro paese questo significherà altrettante famiglie in difficoltà», aveva annunciato ieri, senza mezzi termini, il sindacalista <strong>Tiziano Crocco</strong> (Uila) al termine dell’incontro con i rappresentanti della nuova proprietà.</p>
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<h2>La storia secolare di Pernigotti, che faceva cioccolatini per il Re</h2>
<p>La lunga tradizione Pernigotti &#8211; si legge sul <a href="http://www.pernigotti.it/it/azienda-pernigotti-1860/">sito</a> dell&#8217;azienda &#8211; inizia nel 1860 quando <strong>Stefano Pernigotti</strong> apre nella piazza del Mercato a Novi Ligure, una drogheria specializzata in «droghe e coloniali» già rinomata fin dagli inizi per la produzione di un pregiato torrone. Nel 1882 la società viene insignita con l’onorificenza dello Stemma Reale che la accredita ufficialmente come f<strong>ornitore della Real Casa</strong>.</p>
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<p>Agli inizi del ‘900 l’azienda è una delle più importanti del settore, con macchinari all’avanguardia e un sistema produttivo in grado di dare vita a lavorazioni pregiate e ricette uniche. La seconda generazione si dimostra all’altezza dell’eredità ricevuta è grazie al suo ingegno e alla profonda conoscenza delle tecniche di lavorazione dolciaria che <strong>Paolo Pernigotti</strong>, per far fronte al divieto di usare lo zucchero in vigore durante la guerra, perfeziona e commercializza una rivoluzionaria ricetta per il torrone a base di miele concentrato.</p>
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<p>Passano pochi anni e nel 1927 inizia la produzione del <strong>Gianduiotto</strong>, il cioccolatino che fonde in una forma inconfondibile cacao e pasta di nocciole e che diventa uno dei simboli più apprezzati della tradizione italiana nel cioccolato.</p>
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<p>Negli anni successivi la ricerca Pernigotti non si arresta e l’azienda cresce, cambia sede e continua a proporre prodotti che entrano nella storia e nelle case di tutti gli italiani come il Cremino, le Pepitas e il Nocciolato, per arrivare negli anni ’70 a essere una delle più importanti realtà nel settore del cioccolato.</p>
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<p>&#8220;Nel 2014 &#8211; si legge ancora sul sito &#8211; la famiglia Toksoz raccoglie questa grande tradizione per guidarla in un processo di internazionalizzazione che, salvaguardando le radici territoriali del marchio e rispettando la qualità delle ricette originali, porti il piacere del grande cioccolato italiano in tutto il mondo&#8221;. Una definizione che oggi sembra quasi irriverente.</p>
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Pernigotti chiude. L’azienda del 1860 acquistata dai turchi lascia a casa 100 dipendenti

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La casa produttrice del Gianduiotto, fornitrice ufficiale della Real Casa, destinata a trasferirsi in Turchia

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