<div class="at-above-post addthis_tool" data-url="https://thefoodmakers-admin.startupitalia.eu/63480-20181209-visitato-la-stationf-parigi-cosa-trovato"></div><p><strong>StationF</strong> è esattamente come te l&#8217;aspetti: open space, ragazzi da tutto il globo che vanno in giro pensando a come rivoluzionare il mondo, biliardini e aree relax, oltre a opere d&#8217;arte moderna. Il tutto è molto accattivante e farebbe venire voglia a chiunque di <strong>aprire una startup</strong>, preparare un business plan e parlare di intelligenza artificiale davanti ad una tazza di caffè, biologico ovviamente.</p>
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<p>Entriamo alla StationF all&#8217;ora di pranzo e dopo aver superato<strong> controlli di sicurezza</strong> rigorosi incontriamo <strong>Rachel Vanier</strong>, giovane responsabile della comunicazione che ci fa da Cicerone. La prima cosa che impressiona camminando tra statue animate e container bianchi per le riunioni, sono le <strong>dimensioni</strong>: StationF sorge su un&#8217;area di <strong>34 mila metri quadrati</strong>. “Potremmo sdraiare la Tour Eiffel e farcela stare dentro”, spiega orgogliosa Rachel in un perfetto inglese. La seconda cosa che colpisce é il numero di team al lavoro negli open space. Ci sono oltre <strong>mille startup</strong> che hanno trovato spazio nel vecchio scalo ferroviario di Halle Freyssinet, struttura al centro di un quartiere degradato prima che <strong>Xavier Niel</strong> ci mettesse le mani.</p>
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<h2>StationF, 250 milioni per diventare top player</h2>
<p>Ma facciamo un passo indietro. StationF è il più grande <strong>campus dedicato alle startup</strong> al mondo. Non è un acceleratore, né un incubatore, ma un luogo fisico in cui le startup trovano un posto in cui lavorare e hanno <strong>accesso a servizi</strong>, mentor, workshop, laboratori per creare e prototipare prodotti, sale riunioni e investitori.</p>
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<p>L&#8217;idea di creare questa Disneyland dell&#8217;innovazione è venuta a <strong>Xavier Niel</strong>, classe 1967, fondatore di Illiad e tycoon illuminato che ha messo sul piatto <strong>250 milioni di euro</strong> per ristrutturare il vecchio scalo ferroviario. La motivazione? Charity, dicono dall&#8217;ufficio stampa. “Con i soldi che guadagniamo dall&#8217;affitto delle postazioni ripaghiamo i costi di gestione, non c&#8217;é profitto”, racconta Rachel. Ma StationF é molto di più. E&#8217; prima di tutto un <strong>mastodontico progetto immobiliare</strong> che ha rivitalizzato il tredicesimo arrondissement e che ha attratto <strong>menti e portafogli</strong> da tutto il mondo in un unico luogo.</p>
<p>Niel ha avuto la lungimiranza di cavalcare un&#8217;onda. Da un lato la <strong>Brexit</strong> che sta facendo scappare gli investitori e le grande multinazionali dalla City. Dall&#8217;altro la politica di chiusura al mondo dell&#8217;America di <strong>Trump</strong> e i <strong>costi della Silicon Valley</strong> che hanno fatto di San Francisco una delle città più care al mondo dove affittare casa o assumere un programmatore. E poi c&#8217;é Macron.</p>
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<p>Appena entri dall&#8217;ingresso principale della StationF percepisci subito la <strong>presenza dell&#8217;Eliseo</strong>. L&#8217;intero piano terra é occupato infatti dalla <strong>Frech Tech</strong>, il programma-ombrello di promozione del governo per le startup, che sostiene la loro crescita e internazionalizzazione. C&#8217;é perfino un desk al quale i team possono rivolgersi per risolvere un qualunque problema che riguardi la <strong>Pubblica amministrazione</strong> (o almeno così dicono).</p>
<p>Il presidente <strong>Emmanuel Macron</strong>, che ha inaugurato la struttura a giugno 2017 (nonostante la prima pietra l&#8217;abbia posata Hollande) é stato chiaro: la Francia deve diventare uno degli <strong>hub dell&#8217;innovazione digitale</strong> (e non solo) del Pianeta. E per farlo il presidente ha creato un fondo da <strong>10 miliardi di euro</strong> per investire in realtà imprenditoriali innovative. Se a questo si aggiunge che <strong>Paris-Saclay</strong>, a sud della capitale, é nella top ten dei centri di ricerca più importanti al mondo, il gioco é fatto.</p>
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<h2>30 programmi per riuscire a farcela</h2>
<p><strong>StationF</strong> è un campus, non un acceleratore, dicevamo. E parlando con i ragazzi che si riposano sulle sdraio o si preparano da mangiare nelle cucine, appare subito chiaro. L&#8217;ex scalo ferroviario ha un modo tutto suo di aiutare le startup a crescere.</p>
<p><iframe title="Startupbootcamp FoodTech Demo Day @ Station F, 2018 - After Movie" width="992" height="558" src="https://www.youtube.com/embed/z0bC5sVY5s4?feature=oembed" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe></p>
<p>Prima di tutto <strong>non esiste un solo programma di accelerazione</strong>, ce ne sono ben 30, ognuno dei quali (tranne due) è gestito da una grande azienda che affitta da StationF i desk e poi crea dei programmi su misura negli ambiti di riferimento. <strong>ShakeUp Factory</strong>, partner parigino di Sbc FoodTech (<a href="https://thefoodmakers-admin.startupitalia.eu/63468-20181130-startupbootcamp-foodtech-porta-suo-demo-day-alla-stationf-parigi">che alla StationF ha tenuto il suo Demo Day</a>), ha alle spalle colossi come Danone, Nestlé e Sodexo, e ha lanciato un programma nel campo <strong>FoodTech</strong>.</p>
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<p><strong>L&#8217;Oreal</strong>, neanche a dirlo, nel campo della cosmesi (BeautyTech). <strong>Ubisoft</strong> nel segmento gaming e <strong>Microsoft</strong> nel campo dell&#8217;Intelligenza artificiale. Il gruppo televisivo <strong>TF1</strong> accelera startup che vogliono rivoluzionare il settore dei media, mentre <strong>Havas</strong> accoglie i team nel campo della comunicazione. Insomma, ce n&#8217;é per tutti i gusti e <a href="https://stationf.co/fr/programmes-start-up/">qui potete trovare l&#8217;elenco competo</a>.</p>
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<p>Ci sono poi <strong>due programmi &#8216;speciali&#8217;.</strong> Il primo é il <strong>Founders Program</strong>, gestito dalla stessa StationF, che seleziona startup a livello globale. “Solo il 9% delle application passa. Abbiamo un <strong>board di selezione</strong> fatto da cento mentors provenienti da tutto il mondo”, spiega Rachel. Le startup selezionate pagano 195 euro al mese l&#8217;affitto del desk (non c&#8217;é limite di tempo) e hanno accesso a tutte le <strong>facilities del campus</strong> (dai laboratori per la stampa 3D, ai ristoranti fino al campo da tennis che, sembra, sarà costruito sul tetto). L&#8217;altro programma speciale è il <strong>Fighters</strong> <strong>Program</strong>, dedicato alle persone che provengono da situazioni difficili, ma che hanno voglia di farcela.</p>
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