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Corre la locomotiva del lending in Italia: i prestiti erogati dai privati alle aziende attraverso le 10 piattaforme principali ha superato i 180 milioni di euro, solo tenendo conto del terzo trimestre del 2018. Una crescita dell’84,6 % anno su anno secondo i dati di P2P Lending Italia.

Numeri che hanno portato al raggiungimento di un traguardo molto significativo: a fine settembre 2018, l’erogato complessivo delle piattaforme di credito alternativo italiane è stato di poco inferiore al miliardo di euro (948,1 milioni di euro).

Per capire quali sono state le evoluzioni del settore negli anni e le opportunità del mercato per gli startupper, abbiamo raggiunto, Antonio Lafiosca, COO di BorsadelCredito.it, azienda tra i leader del lending.

Antonio Lafiosca Borsadelcredito.it

Tecnologia e value proposition

Antonio svela i numeri raggiunti dalla sua azienda: «Abbiamo erogato 44 milioni di euro per 527 imprese italiane. Tre volte tanto rispetto al 2017, quando abbiamo raggiunto, nello stesso arco di tempo, quota 16,5 milioni per 352 PMI».

Una crescita ancora più vigorosa se si pensa che il mercato del lending ha iniziato a muoversi in Italia nel 2015, “in punta di piedi”: «Abbiamo pagato all’inizio il ritardo che soffre l’affermazione delle novità tecnologiche nel nostro Paese. Malgrado tutto, il lending,  la nostra piattaforma in particolare, hanno saputo conquistare clienti puntando su un’offerta di valore e soprattutto su canali ad alta tecnologia che facilitassero l’incontro tra aziende, alle quali erano precluse le porte delle grandi banche, e investitori privati».

Ed è proprio questa miscela tra value proposition e tecnologia a spiegare i numeri del lending e di BorsadelCredito.it: «L’aspetto tecnologico è fondamentale, ma da solo non basta a consolidare una piattaforma di lending sul mercato. Oltre a una buona user experience, quello che fa la differenza sono i vantaggi dei prodotti per i clienti (sia lato investitori che PMI). Chi punta solo sulla tecnologia rischia poi di chiudere bottega. La tecnologia infatti è facilmente replicabile da, per esempio, un grosso player sul mercato».

Il futuro roseo del lending

L’avvicinamento al miliardo di euro di prestiti erogati è solo l’inizio di un futuro ancora più roseo per il settore, secondo Antonio: «Nel lending sono entrati investitori privati e istituzionali, grazie anche al fondo Colombo che abbiamo lanciato lo scorso anno. In futuro, quello che prevedo è la nascita di altre piattaforme che avranno molti meno ostacoli burocratici, dato che i primi player come noi hanno contribuito a legiferare il fenomeno. Vedremo poi crescere relazioni e partnership tra i principali player del settore. Mentre aumenterà anche la consapevolezza delle PMI nei confronti dello strumento».

Antonio cita poi anche altri fattori esogeni, come lo spread aumentato nelle ultime settimane, e la crescita della tassazione sugli istituti bancari contenuta nella Legge di Stabilità, che contribuiranno ad aprire sempre di più il mercato: «Gli istituti bancari potrebbero perdere altro terreno, rispetto a piattaforme come la nostra che non sono colpite dai venti dello spread (non investiamo su BTP). Questo aprirà ulteriori spazi, nelle esigenze degli investitori, e delle aziende».

 

Tutti i numeri di BorsadelCredito.it

Antonio svela poi altri numeri molto interessanti sulla crescita della sua piattaforma, come quelli misurati da AltFi, piattaforma che analizza i rendimenti del lending in Europa.

I dati dicono che, escludendo il Regno Unito che corre un campionato a sé, BorsadelCredito.it è il quinto operatore di mercato sul territorio UE negli ultimi tre mesi (con l’1% del mercato totale) e la terza piattaforma per volumi erogati nell’ultimo anno.

Anche il confronto con altre asset class, con caratteristiche simili a quelle del P2P lending, mostra come quest’ultimo sia il più redditizio: «Il rendimento di BorsadelCredito.it si attesta sul 5%: è un valore in linea con quello medio offerto dalle piattaforme britanniche (+4.87%)», racconta Antonio.

 

Consigli ai “wannabe entrepreneur del fintech”

I settori del fintech e dell’insurtech, come noto a chi mastica innovazione, sono tra i più finanziati. Cosa deve fare uno startupper per poter godere di questa opportunità? Antonio ha le idee chiare e offre tre consigli, validi sia per costituire una buona fintech, che per le startup più in generale: «Bisogna, innanzitutto, creare un team molto competente. Poi costruire un business flessibile, capace di adattarsi ai fattori esogeni del mercato (le leggi cambiano velocemente). Inoltre, mai cavalcare un hype del mercato senza avere un’idea di business capace di creare realmente valore per il suo pubblico».