In meno di quattro anni in oltre 500 città del mondo. I record della piattaforma mentre il mercato del food delivery viaggia verso i 21 miliardi di dollari
Quella di Uber Eats, il servizio di consegna a domicilio dei pasti targato Uber, è una storia di enorme e rapidissimo successo. Tanto che un paio di anni fa uscirono dei numeri che spiegavano come in molte città del mondo il gruppo guidato da Dara Khosrowshahi facesse più soldi col food delivery che con le auto. Milano inclusa. Lanciata nel 2014 da San Francisco con il nome UberFresh, ha assunto l’anno seguente la denominazione attuale per continuare l’espansione internazionale fino ad arrivare a 250 città e 20 Paesi solo nel mercato cosiddetto Emea, Europa, Medio Oriente e Africa. A livello globale i Paesi sono più di trenta e le città servite sono diventate oltre 500.
Il traguardo: un miliardo di consegne
Adesso arriva il traguardo, anche questo storico: in meno di quattro anni Uber Eats ha infatti consegnato un miliardo di ordini appunto in più di 500 città in tutto il mondo, mantenendo i tempi medi di consegna entro i trenta minuti. Come le altre piattaforme di food delivery, nel giro di neanche un quinquennio lacreatura di Uber ha contribuito a cambiare le abitudini delle persone. Trasformando la consegna a domicilio di pranzi, cene e merende in una modalità ideale per qualsiasi luogo e momento, disponibile in pochi passaggi e ricco di scelta, e non più qualcosa di complicato come in passato.
In particolare il mercato Emea ha dato grandi soddisfazioni alla sussidiaria del servizio di ride sharing. In Europa, Medio Oriente e Africa, Uber Eats collabora infatti con più di 60mila ristoranti in più di 250 città, selezionando con cura i propri ristoranti partner, dai più noti come McDonald’s alla pizzeria locale a conduzione familiare.
E in Italia? Sbarcato un po’ a sorpresa nel 2016, Eats è operativa in 12 centri. Fra l’altro, dalla scorsa estate è disponibile in 150 città europee, dunque due terzi di quelle servite nel Vecchio continente, anche per i ristoranti che hanno i propri fattorini o che operano su piazze non coperte dal servizio. Insomma, se ne può sfruttare la tecnologia pur non potendo (o volendo) godere dei fattorini in carne e ossa. Nel complesso, in Italia sono poco meno di 4mila i ristoranti affiliati.
Il mercato del food delivery
L’annuncio di questo traguardo simbolico arriva dopo la pubblicazione dei dati relativi al mercato del food delivery, che dovrebbe raggiungere un valore di quasi 21 miliardi di dollari entro il 2023 e riveste un ruolo sempre più importante nella crescita dei ristoranti di piccole e medie dimensioni. Per il 70% dei ristoranti Uber Eats, che sono piccole e medie imprese, si prevede che le consegne di cibo rappresentino una quota crescente del loro fatturato complessivo. Garantendo loro un futuro. In Italia, secondo i dati dell’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, i ricavi si muovono sui 556 milioni di euro, in aumento del 56% anno su anno e ormai quasi tutte le città italiane (il 93%) con più 50mila abitanti sono raggiunte dai servizi di consegna a domicilio. Due anni fa erano solo il 74%.