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Mai prima d’ora il commercio online è stato così redditizio. Secondo il sito Statista nel 2019 il valore totale delle vendite dell’e-commerce ha superato i 3.400 miliardi di dollari. Ecco perché i negozi online dovrebbero tenersi costantemente aggiornati sulle novità dell’e-commerce così da mantenere il proprio marchio e i propri prodotti sempre attrattivi per i consumatori della rete. Non solo: secondo l’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano, lo scorso anno gli acquisti online in Italia hanno sfiorato i 31,6 miliardi di euro (+15%) e quelli da smartphone valgono il 40% del totale. Lo shopping dal telefono è per esempio sempre più rilevante (vale 12,5 miliardi, +33% sul 2018) e diventerà il primo canale per gli acquisti online tra il 2020 e il 2021, sorpassando il desktop.

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La regola fondamentale da seguire: la salvaguardia della verità e della correttezza delle informazioni e dei contenuti” – spiega Anastasia Sfregola, sales director per il mercato italiano di Kooomo, la piattaforma e-commerce internazionale di base a Dublino – viviamo nell’era della misinformation, ossia il momento storico in cui è facile diffondere informazioni non precise o false. Creare, gestire e verificare contenuti chiari ed affidabili spingerà i consumatori a fidarsi del rivenditore. Se aumenta la credibilità del negozio è molto probabile che si verifichi un aumento naturale delle vendite”.

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Intanto per il nuovo anno si parla già di tendenze significative in grado di garantire esperienze di acquisto completamente nuove. Ecco secondo il gruppo quali saranno quelle che domineranno il settore dell’e-commerce per il 2020

Acquistare tramite messaggi vocali

Lo shopping vocale è esploso negli Stati Uniti e continuerà a crescere nei prossimi anni. Grazie all’utilizzo degli assistenti vocali (Siri, Alea, Google Assistant) e soprattutto con l’introduzione di dispositivi come gli ormai onnipresenti smart speaker, l’utilizzo della voce è ormai la chiave con cui gestire le incombenze della nostra quotidianità. Per ora la maggior parte degli articoli acquistati tramite shopping vocale sono prodotti digitali: musica, film o beni che non richiedono una valutazione tattile, come articoli di uso quotidiano con cui i consumatori hanno già familiarità e sono sicuri di riordinare. Secondo una ricerca di Capgemini, società francese di consulenza informatica, il 46% dei consumatori si sente d’altronde a sua agio a parlare con un assistente vocale esattamente come se fosse una persona e il 68% afferma che preferisce lo shopping vocale perché permette di svolgere più attività contemporaneamente, di fare acquisti quindi mentre si fa altro. Molta attenzione deve essere fatta però alla trasparenza dell’uso dei dati personali, perché circa la metà degli intervistati dalla compagnia francese si è detta preoccupata per le conseguenze dell’ascolto passivo delle loro conversazioni e dei rischi per la privacy.

Il ruolo chiave dei social media

I social media, si sa, non sono solo strumento di marketing a tutto tondo ma anche di vendite dirette: consentono ai marchi di ampliare il loro target e fare affari molto ricchi. Instagram e Facebook sono per esempio dotati di pulsanti di acquisto, che permettono ai negozi online di vendere attraverso queste piattaforme. È bene che le aziende dell’e-commerce – cioè, tecnicamente, tutte, nessuno può sentirsene escluso – elaborino strategie di social marketing con le quali permettere ai clienti di cliccare su prodotti specifici all’interno di un post delle loro pagine social per essere condotti direttamente al sito. In questo modo si facilita l’acquisto attraverso la pubblicità online.

Facilitare lo shopping da mobile

Come confermano anche i dati del Politecnico di Milano, lo smartphone è al centro di tutto. Inoltre, gli utenti non usano i dispositivi mobili solo per fare acquisti ma anche per cercare i prodotti, esaminarli e confrontarli prima di acquistarli. Sempre secondo i dati raccolti da Statista, le vendite da dispositivi mobili rappresenteranno circa il 73% di tutte le vendite dell’e-commerce alla fine del 2021. Questo dato da solo dimostra quanto sarà importante lo shopping mobile per l’e-commerce nei prossimi anni.

Semplificare le opzioni di pagamento

L’abbandono del carrello all’ultimo momento, dunque i percorsi di acquisto che non vanno a buon fine, è un fenomeno ancora molto comune. Sono tanti gli ostacoli che, in un secondo, possono spingere l’utente a mollare, rinviare o rinunciare. Se si vuole rendere il proprio negozio online più competitivo è dunque fondamentale semplificare il processo di check-out con opzioni di pagamento più flessibili. Per capire quale metodo fa al caso del singolo negozio, può essere molto utile rivolgersi a un fornitore di questi servizi.

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Sempre più realtà aumentata e virtuale

Si sta vedendo anche al Ces in corso a Las Vegas ma è un fenomeno a cui si assiste da tempo. Cresce il numero di aziende che si affida alle opportunità offerte dalla realtà aumentata e virtuale per la presentazione dei prodotti. Tramite la telecamera dello smartphone l’utente può, per esempio, collocare virtualmente un mobile in casa – lo hanno fatto Ikea e molti altri – o provare un abito per capire come veste. L’immagine realistica aiuta il cliente a prendere decisioni di acquisto migliori e a velocizzare l’acquisto.

Personalizzazione è una delle parole chiave

Proporre al consumatore quello che vuole o ciò di cui ha bisogno prima ancora che lo sappia. Si può fare attraverso appositi software di raccolta dati che usano l’intelligenza artificiale e sono in grado di riconoscere immediatamente i gusti e le necessità del cliente e proporre un’esperienza d’acquisto personalizzata. Sempre nel rispetto delle diverse legislazioni sulla privacy.

Più attenzione all’ambiente

Un punto ineludibile. La sempre maggiore attenzione per la sostenibilità ambientale, dice Kooomo, è un segnale lampante che i venditori online devono impegnarsi a intraprendere pratiche rispettose dell’ambiente, seguendo le richieste dei consumatori. Le aziende possono farlo proponendo prodotti che offrono un beneficio sociale o ambientale e riducendo i rifiuti di spedizione, utilizzando materiali riciclati o biodegradabili e in diversi altri modi.

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Spesso, tuttavia, gli errori di base sono ancora più basilari: a volte il problema sta proprio nei contenuti e molti degli store online presentano ancora informazioni non del tutto corrette o addirittura sbagliate. Dalla scheda prodotto ai sistemi di pagamento, fino ai tempi di spedizione e alle procedure di reso. “Al di là dei trend, la chiarezza e la verifica dei contenuti resta ancora il primo obiettivo da perseguire. L’invito per gli imprenditori – conclude Sfregola – è quello di investire in risorse legate alla gestione dei contenuti online e ovviamente di conoscere la lingua dei paesi nei quali si opera. Se si vuole internazionalizzare è necessario puntare su una traduzione precisa dei contenuti”.