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Cdp investirà 200 milioni (sì, 200 milioni) in startup italiane. Cos’è e come funziona il piano Itatech

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Cdp investirà 200 milioni (sì, 200 milioni) in startup italiane. Cos’è e come funziona il piano Itatech

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Un fondo destinato a progetti di ricerca di università (e spin-off) che da solo vale praticamente quanto tutti gli investimenti in startup in Italia nel 2016. Cosa devi sapere sulla nuova mossa a sorpresa di Fabio Gallia e del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti

Un fondo destinato a progetti di ricerca di università (e spin-off) che da solo vale praticamente quanto tutti gli investimenti in startup in Italia nel 2016. Cosa devi sapere sulla nuova mossa a sorpresa di Fabio Gallia e del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti

Economia Digitale
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Tecnologia
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Aldo V. Pecora
21 dic 2016

Arriva a sorpresa un bel regalo di Natale per le startup e i progetti di innovazione italiani: 200 milioni di euro di investimenti. Soldi veri, convogliati in un fondo-piattaforma promosso dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti. E badate bene, a livello industriale Cdp non agisce come un venture capitalist: storicamente il loro ruolo è generare valore aggiunto investendo risorse in asset riteuti strategici per la crescita del Paese (infrastrutture, tecnologia, ecc) che poi, con effetto leva, triplicano o quadruplicano (anche molto velocemente) l’investimento iniziale.

investimenti

Cos’è Itatech

Inquadrato in ambito europeo nel cosiddetto Piano Junker (dal nome del presidente della Commissione Ue) per l’economia e, soprattutto, nel nuovo Piano industriale di Cdp (nella sua veste di Istituto Nazionale di Promozione) che prevede investimenti per 4 anni (dal 2016 al 2020) di circa 160 miliardi di euro, Itatech è una piattaforma che nasce con lo scopo di “valorizzare e trasformare innovazioni tecnico scientifiche pubbliche e private in nuove imprese ad elevato contenuto tecnologico”.

Dei 200 milioni di euro messi a disposizione, 100 vengono da Cdp e altrettanti dal Fondo Europeo per gli Investimenti. Parafrasando le intenzioni dei promotori, potremmo descrivere la piattaforma Itatech come una sorta di marketplace (sostanzialmente una piattaforma di private equity), dove i progetti di ricerca sviluppati in univertità, distretti, centri di ricerca, startup, eccetera incontrano chi su quei progetti è disposto a investirci somme importanti e a trasformarli in business.

A chi è destinata e come funziona

Secondo il Gruppo Cdp, Itatech è “una Piattaforma d’investimento fortemente selettiva e ambiziosa a supporto dell’eccellenza della Ricerca italiana che vuole giocare un ruolo di ‘agent for change’, innanzitutto culturale, per le istituzioni accademiche”. Tradotto: i principali destinatari di questo programma sono università e, soprattutto, spin-off universitari.

Aperta all’ingresso di potenziali nuovi investitori, Itatech si occuperà di sviluppare un portafoglio di fondi di investimento dedicati esclusivamente ai processi di trasferimento tecnologico dalle università e dai centri di ricerca al mercato.
“Gli stakeholder chiave della piattaforma – scrive il Gruppo Cdp – sono rappresentati da soggetti pubblici e privati attivi nel technology transfer, quali università, centri di ricerca, Uffici di Trasferimento Tecnologico (UTT), startup e investitori in early-stage. I target d’investimento sono tutti i progetti ad elevato contenuto tecnologico e innovativo con focus su settori specifici in cui l’Italia eccelle e per i quali vi è un forte interesse da parte delle imprese e del mondo del business in generale”.

Stando a quanto elencato nel sito del Gruppo presieduto da Claudio Costamagna, gli obiettivi della piattaforma possono essere riassunti in:

  • accelerare e favorire il trasferimento di tecnologia dai risultati della ricerca italiana;
  • promuovere e incentivare la costituzione di team dedicati al technology transfer con una forte expertise in selezionati settori tecnologici.
itatech2

“Un miliardo di investimenti in startup”

A ben vedere, è una delle direttrici per il sostegno alla crescita e allo sviluppo dei processi di trasformazione digitale che da qualche tempo inquadriamo come Industria 4.0. Tutte azioni che nel nostro Paese rientrano direttamente o indirettamente nel Piano Italia 4.0, presentato il 21 settembre scorso dall’allora Presidente del Consiglio Renzi e dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Oltre 13 miliardi d’intervento pubblico per generare un effetto leva di oltre 50 miliardi con altri investitori pubblici e privati.

E di effetto leva ha parlato di recente l’amministratore delegato di Cdp, Fabio Gallia, partecipando a Milano al Forum dell’Economia Digitale promosso da Confindustria e Facebook Italia, accennando a prossimi interventi di Cassa depositi e prestiti per generare un effetto leva da 1 miliardo per investimenti in startup e innovazione tecnologica.

Itatech potrebbe essere la prima di queste azioni. E già da sola vale più di tutti gli investimenti realizzati in startup italiane in questo 2016. Arrivare a un miliardo vorrebbe dire fare forse il doppio di 10 anni di investimenti in Italia nel settore.

Aldo V. Pecora
@aldopecora

Tags: #CDP
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