Un programma online permette di osservare l’evoluzione della Terra dalla nascita delle prime forme di vita alla comparsa dei nostri progenitori
Immaginate un Google Maps preistorico utile non a viaggiare, virtualmente, nello spazio, ma nel tempo. È il progetto curioso presente all’interno del sito dinosaurpictures.org. L’utente può giocherellare con un mappamondo tridimensionale e osservare dove si sarebbero trovate, sulla Terra primordiale, le nostre città ben prima però del nostro avvento.
Il programma permette di tornare indietro fino a 750 milioni di anni fa, più o meno il periodo della comparsa dei primi organismi unicellulari e di assistere alla continua trasformazione del pianeta che diverrà poi la nostra casa: com’era la Terra 560 milioni di anni fa, in pieno Cambriano, quando le uniche forme di vita, Trilobiti e Nautili, nuotavano negli oceani? Dove si trovava New York alla comparsa dei primi dinosauri? E dov’era Milano quando un meteorite ne causò l’estinzione, 65 milioni di anni fa?
Quando a Milano c’era il mare…
Giocando con il globo virtuale di questa sorta di Google Maps preistorico si scoprono dettagli interessanti. Per esempio, se avessimo una macchina del tempo e impostassimo come destinazione la Roma di 120 milioni di anni fa, alla comparsa dei primi fiori, ci ritroveremmo in mare aperto, possibili prede di mostri marini come i plesiosauri.
Ci sarebbe andata meglio impostando il timer ancora più indietro nel tempo, nel Triassico: la nostra penisola all’epoca era quasi completamente emersa anche se costituiva la costa orientale di un unico, enorme, super-continente. Milano, insomma, avrebbe avuto il mare, ma non sarebbe stata comunque una meta turistica ospitale dato che, all’epoca, la Terra conosceva una delle sue più imponenti estinzioni di massa, la “grande moria”, che spazzò via oltre l’80% delle specie facendo subire alla vita una battuta d’arresto lunga almeno 10 milioni di anni prima di riprendere con l’era dei dinosauri.
In base alla località cercata, il software indica anche i resti fossili rinvenuti nelle immediate vicinanze. In questo modo scopriamo che un tour in Europa in pieno Cretaceo non sarebbe stato poi così rischioso e ci avrebbe permesso di osservare soprattutto sauri erbivori come il Rhabdodon, il Telmatosaurus e l’Atsinganosaurus. Meglio non soffermarsi troppo in Francia, però, perché a quanto pare vi abitava il poco noto Metriacanthosaurus, il cui nome volendo dire “lucertola moderatamente spinosa” non lascia presagire nulla di buono.
I temibili carnivori? Soprattutto negli USA e in Cina
Da evitare tassativamente, invece, gli Stati Uniti d’America, soprattutto Texas, Nebraska e Montana perché, dai ritrovamenti fossili, possiamo dire che erano le zone di caccia predilette dal famigerato Tirannosauro. Per restare invece aderenti al bestiario di Jurassic Park, i Velociraptor li avremmo incontrati in Canada, nell’attuale deserto dei Gobi e in Kyrgyzstan. Con una differenza notevole: rispetto ai film, questi predatori eccezionali ci sarebbero apparsi ricoperti di piume, dei veri e propri struzzi della preistoria, dalle zanne lunghe così.
Spostando le lancette del Google Maps di dinosaurpictures più avanti nel tempo, al periodo dei primi ominidi, 35 milioni di anni fa, ai nostri occhi sarebbero apparsi – finalmente – panorami un po’ più famigliari, con la nostra Penisola quasi completamente emersa (a eccezione di alcune aree del Veneto, del Friuli e dell’Emilia Romagna) ma con la Corsica ancora attaccata alla Costa Azzurra e alla Liguria di Ponente. Con buona pace dei sostenitori della Brexit, inoltre, all’epoca il canale della Manica non esisteva e la Gran Bretagna era collegata al resto del continente europeo da lembi di terra.
Chi è l’ideatore del Google Maps della preistoria
Ideato da Ian Webster, questo Google Maps della preistoria non è solamente uno strumento ludico ma anche didattico. Purtroppo, ammette Webster, «non saremo mai in grado di provare fino in fondo la veridicità di queste simulazioni», ma il programma non agisce casualmente, bensì si fonda sui dati più precisi oggi disponibili, come scrive il suo creatore: «Mi ha sbalordito che i geologi abbiano messo assieme abbastanza dati da poter ricostruire la posizione di casa mia fino a 750 milioni di anni fa». Giocando con il mappamondo tridimensionale, vedendolo trasformare al mutare delle ere, si prende coscienza di quanto sia effimera la nostra esistenza rispetto al ciclo vitale di un pianeta e di tutti i suoi abitanti che si sono succeduti nel corso del tempo.