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Un comparto che raddoppia il suo valore di anno in anno. Il real estate crowdfunding a fine 2019 aveva già raccolto a livello mondiale più di 20 miliardi di euro, quasi duplicando quindi il valore nel giro di un solo anno. Le piattaforme censite nel mondo sono giunte alla soglia di 144, suddivise tra piattaforme di equity, lending ed ibride. Segno che i risparmiatori continuano a credere nel mattone e sono pronti a “puntarci” in maniera innovativa. A rilevarlo è la terza edizione del Real Estate Crowdfunding Report 2019 (potete comprarlo qui), un progetto di ricerca frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, sotto l’egida del professore Giancarlo Giudici, la piattaforma leader in Italia Walliance e con il contributo della law firm DWF Italy, che Startupitalia presenta in anteprima.

A livello europeo invece sono circa 3 i miliardi di euro raccolti alla fine del 2019 da 72 portali censiti; mentre negli USA i volumi si attestano intorno ai 13,6 miliardi di dollari raccolti da sole 38 piattaforme.

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Il crowdfunding immobiliare in Italia

Nella nostra penisola, rispetto al resto d’Europa, il fenomeno del real estate crowdfunding è più giovane e i suoi volumi sono ancora esigui rispetto al vero potenziale. Ma nel corso dell’ultimo triennio il mercato è andato incontro a una significativa e costante crescita, trainata dalla Lombardia, con il 68% dei progetti finanziati.

In Italia sono state registrate 11 piattaforme verticalizzate nel real estate, di cui quattro di equity e 7 di lending. Alla data del 30 giugno 2020 la ricerca ha individuato 219 campagne che hanno raccolto 72 milioni di euro, di cui 33,5 imputabili al 2019 e 24,5 al primo semestre del 2020.

Alla stessa data le piattaforme attive in Italia che hanno raccolto più capitali sono Walliance che rimane leader con oltre 21,7 milioni di euro raccolti (di cui 10,62 nell’ultimo anno) e a seguire Housers e Rendimento etico rispettivamente con 11,7 e 11,3 milioni di euro raccolti.

 

Il futuro del settore

Secondo il gruppo di ricerca la crisi legata al Covid-19 e lo sviluppo del PropTech sono i due grandi cardini che avranno un maggiore impatto sullo sviluppo del settore sia in Italia che nel mondo. La pandemia sta mostrando oggi i suoi effetti non solo sul mercato immobiliare, cambiando per sempre gusti ed esigenze abitative della popolazione, ma anche sugli investimenti degli operatori e sul mercato finanziario. Tale crisi ha inoltre accelerato la digitalizzazione dei processi e la diffusione delle nuove tecnologie PropTech, che sono destinate a rivoluzionare il settore.

 

Il report stima che a fine 2020 il mercato europeo potrà superare il valore cumulato di raccolta di 4 miliardi di euro, sfiorando la soglia dei 100 milioni di euro in Italia. “Il capitale raccolto finora (72 milioni) è una goccia nel mare delle fonti di finanziamento del settore ma ci sono tutte le condizioni affinché possa essere moltiplicato per dieci in tempi rapidi, raggiungendo volumi comparabili a quelli di Francia e Germania. Inoltre, si può prospettare una specializzazione delle piattaforme in vari ambiti, dal momento che ad oggi l’unico selezionato è quello dell’immobiliare residenziale”, commenta Giancarlo Giudici, professore della School of Management del Politecnico di Milano.

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La maggiore piattaforma in Italia cresce e si rinnova

Non solo il lancio di un’app, attiva dal 12 settembre, ma anche un rebranding e un nuovo progetto di espansione europeo in seguito all’apertura del mercato francese. Walliance, la maggiore piattaforma di real estate crowdfunding italiana, diventa scale-up e punta su piani premium e private funding: “Rilasceremo un piano premium per gli investitori con portafoglio superiore ai 100 mila euro comprensivo di account manager dedicato, oltre all’aggiunta di nuovi prodotti di investimento nella formula a debito sia sul mercato italiano che su quello francese”, spiega il fondatore e ceo Giacomo Bertoldi. Walliance rilancia il mercato anche grazie alla creazione di un fondo dedicato a investitori professionali e istituzionali con dotazione iniziale di 2 milioni di euro. Il veicolo investirà in tutte le offerte pubblicate su Walliance con il fine di accompagnare la società nel percorso di crescita e di aumento dei capitali raccolti.

E, dopo la Francia e l’Europa, Walliance guarda oltreoceano: “Puntiamo all’Europa, con un occhio puntato agli Stati Uniti. Lì abbiamo già sviluppato li due progetti immobiliari, uno i Florida e l’altro a New York e nel nostro board è presente Marta Ghiglioni, il nostro “occhio” americano, che vive a San Francisco”.

Ma quanto si “guadagna” in media con Walliance? “Il rendimento medio  dei progetti conclusi fino a oggi è del 10,5% – conclude il fondatore – e i progetti immobiliari sono sempre più selezionati e di breve durata”.

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