Docce infinite, consumi alle stelle, ambiente ko: l’acqua è una risorsa sempre più scarsa. Che si può (e si deve) risparmiare
Docce infinite, code di fronte al bagno, ragazzi che si chiudono dentro, genitori che si disperano. Scene di ordinaria amministrazione in qualunque casa corredata di adolescenti. C’è poco da fare: quando si diventa teenager la cura di sé assume un’importanza esiziale e fino ad allora del tutto sconosciuta.
Ma quanta acqua consumiamo ogni volta? Molta, moltissima. Non c’è bisogno di una ricerca universitaria per capire che, fischiettando mentre il rubinetto è aperto, sprechiamo decine di litri. Ogni giorno, in tutte le case.
Ma si tratta di un piacere che costa caro all’ambiente.
Rischio desertificazione in intere aree del globo
Intere regioni del pianeta sono desertiche. A Città del Capo, in Sudafrica, si avvicina il Day Zero, il giorno in cui la città resterà senza acqua. La risorsa viene già centellinata dall’amministrazione comunale, che si occupa anche di rifornire le zone più svantaggiate e abitate in prevalenza da popolazione nera.
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In Italia non va meglio: ampie aree del Sud (Calabria e Sicilia su tutte, secondo l’Istat) hanno problemi di approvvigionamento. La rete idrica non è all’altezza, ma secondo un’indagine di In a bottle, i nostri connazionali non sono troppo attenti ai consumi: trascurano i rubinetti che gocciolano (52%), li lasciano aperti mentre lavano i piatti o gli alimenti (47%) e una serie di altre cattive abitudini.
L’attenzione al green (e alle bollette) è arrivata fino all’hotellerie: cartelli e avvisi invitano, ormai sempre più spesso, a non attardarsi sotto l’acqua. Per non parlare delle società sportive: la doccia è un rito cui difficilmente si rinuncia. Ovvio che possa durare a lungo, e l’ambiente non ringrazia di certo, così come il fatturato.
Ridurre gli sprechi ? Bastano un’idea e un po’ di colore
Insomma, lo spreco di acqua ha risalito la lista delle priorità. E mentre i governi a tutte le latitudini si scervellano sulle soluzioni, qualcuno ha pensato di farci una startup.
L’azienda si chiama Hydrao, è di Grenoble (in Francia) e ha lanciato sul mercato una testina a LED capace di cambiare colore a seconda dei consumi; da blu a violetto a rosso, la doccia cambia aspetto diventando sempre più minacciosa, per ricordare, in maniera simpatica, di non perdere tempo. Il tutto controllato – non poteva essere diversamente – da un’app scaricabile da cellulare. Facile, ma geniale.
L’app, estremamente user friendly, permette di impostare quando il colore della testina cambierà e di monitorare i consumi. Il dispositivo si auto-alimenta con il flusso, quindi non ha bisogno di batterie.
Funziona? Pare di sì. Uno studio commissionato a ricercatori universitari, spiega l’azienda, dimostra che fornire un feedback istantaneo sul consumo riduce lo spreco: nelle grandi strutture, nel giro di tre anni l’investimento sarebbe completamente ammortizzato.
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Nei giorni scorsi Hydrao ha completato un round da 2 milioni di euro guidato dal fondo francese di investimento INCO. La startup ha, inoltre, stretto un accordo con Hostelling International USA per l’installazione di 750 docce in tutto il territorio americano. Coinvolti circa 30 hotel, grazie a a un finanziamento del fondo Booking Cares, facente capo al noto sito. I mercati in cui vende di più al momento sono Francia, Singapore e Stati Uniti, in quest’ordine, mentre il Regno Unito è ritenuto decisamente attraente. Catene alberghiere e società sportive sono il target primaio, senza dimenticare il B2C. A volte, per migliorare l’ambiente in cui viviamo, basta una buona idea.