Ingegneri biomedici, tecnici per apparati medicali e la diagnostica, ingegneri in tlc: alla sanità pubblica e privata servono figure difficili da trovare e le cui competenze invecchiano in fretta
Uno studio che permette di stimare l’andamento della domanda di lavoro per le professioni non mediche ma centrali per la sanità italiana fino al 2030, oltre che determinare le competenze e le abilità che ne definiranno lo sviluppo, generando previsioni riguardo la loro evoluzione. EY, leader mondiale nei servizi professionali e ManpowerGroup, multinazionale leader nelle innovative workforce solutions, hanno presentato i risultati di un approfondimento, battezzato “Il futuro delle competenze in Italia”, sull’evoluzione delle professioni non mediche nel servizio sanitario pubblico e nel privato.
Le professioni digitali che servono alla sanità italiana
Cosa ne esce? Sulla base delle rilevazioni effettuate l’indagine prevede, per il 2030, una crescita della domanda di lavoro per tutte le professioni oggetto di indagine. Tra esse, l’aumento della domanda è particolarmente significativo per ingegneri biomedici e bioingegneri (+9,2%), tecnici di apparati medicali e per la diagnostica medica (+7,5%) e ingegneri in telecomunicazioni (+7%). “Dall’analisi condotta in questo specifico approfondimento si stima, per tutte le professioni oggetto di indagine, che la domanda di lavoro sarà in crescita in media del 4,4%. In aggiunta, il nostro modello ha stimato un incremento significativo della complessità della articolazione e composizione dello skillset di queste professioni, pertanto ci sarà una maggiore difficoltà di reperimento delle risorse, con una media stimata al 2030 per le professioni oggetto di questo approfondimento del 51,2%, in crescita rispetto al 43,6% al 2021 – commenta Andrea D’Acunto, People advisory services leader di EY in Italia – tale difficoltà sarà accompagnata da un significativo incremento del disallineamento (mismatch) fra le competenze possedute dagli occupati e quelle richieste per lo svolgimento delle professioni in esame, previsto in crescita dal 22,1% al 26,7%. In questo contesto, sarà dunque fondamentale aumentare gli investimenti in formazione, specialmente in quelle competenze definite come life long, per far fronte alle sfide del mondo del lavoro e coglierne opportunità di crescita e sviluppo”.
La mappa del rischio-opportunità nella sanità digitale
Considerando congiuntamente alla domanda di lavoro anche la quantità attuale di forza lavoro occupata nelle singole professioni, EY e ManpowerGroup hanno costruito una mappa di rischio-opportunità (immagine in basso) che permette di evidenziare graficamente le aree di rischio e opportunità occupazionale legate alla stima dell’evoluzione della domanda di lavoro e attuale forza lavoro occupata. La mappa mostra come tutte le figure indagate presentino opportunità occupazionali, ed in particolare quelle professioni caratterizzata da una alta crescita della domanda di lavoro e bassa quota occupazione attuale, per le quali, al fine di cogliere tali opportunità occupazionali, sarà necessario creare percorsi di formazione specifici e finalizzati.
“Il settore sanitario in Italia, da tempo affetto da una carenza di personale strutturale, si sta digitalizzando sempre di più e per questo richiede nuove professionalità e competenze a supporto – dice Stefano Scabbio, Southern Europe president, ManpowerGroup – la crescita esponenziale prevista per le professioni digitali o comunque non strettamente sanitarie prese in considerazione dal nostro studio con EY impone riflessioni sulla pianificazione di interventi formativi a breve e lungo termine. Nel breve periodo, è necessario colmare i gap con percorsi di upskilling rapidi e in linea con le esigenze del mercato, che portino le persone a ricoprire velocemente i ruoli mancanti; nel lungo periodo il nostro osservatorio illumina la strada per pianificare percorsi più articolati, che devono coinvolgere l’intero sistema educativo e specializzato, per non rischiare carenze ancora più accentuate in futuro”.
Dunque, crescente difficoltà di reperimento delle professioni. Una tendenza riguarda quasi tutte le professioni ma i risultati più interessanti riguardano gli ingegneri biomedici e bioingegneri e i tecnici per le telecomunicazioni. Per tali professioni, infatti, la stima della crescita della difficoltà di reperimento tra il 2021 e il 2030 sarà di oltre il 160% (passando dal 22,5% nel 2021 al 60% nel 2030 per gli ingegneri biomedici e bioingegneri). Notevole difficoltà di reperimento al 2030 – sebbene con una crescita minore rispetto al dato del 2021 – è stimata anche per analisti e progettisti di software, tecnici programmatori e tecnici di apparati medicali e per la diagnostica medica.
Il mismatch riguarda tutte le figure
La seconda conseguenza è legata all’effetto che l’ingresso di nuove competenze all’interno dello stesso comporta in termini di disallineamento (mismatch) fra le competenze possedute dal lavoratore e quelle richieste per lo svolgimento della professione. Anche in questo caso, il modello prevede che da qui al 2030 i lavoratori della sanità digitale, se non opportunamente formati, saranno soggetti a fenomeni più o meno intensi di mismatch per quasi la totalità delle professioni indagate. Ancora una volta, la crescita più significativa sarà quella degli ingegneri biomedici e bioingegneri, per cui il mismatch passerà dal 18% nel 2021 al 39% nel 2030 (con un aumento del 117%), seguiti dai tecnici di apparati medicali e per la diagnostica medica (passando dal 16% del 2021 al 31% nel 2030, con un aumento del 93,7% nel corso del decennio).