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L’accusa è grave, anche se la mossa sembrerebbe avere una sua (scivolosa) logica. Alexandre Dreyfus, Ceo e fondatore della piattaforma Socios specializzata in fan token, è stato accusato da un’inchiesta del sito calcistico Off the Pitch di aver congelato pagamenti in criptovaluta nei confronti di alcuni consulenti per sostenere le quotazioni della stessa.

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Cosa è successo

Il contratto di alcuni advisor, dipendenti e consulenti di Socios, che è sponsor e collabora con numerose squadre di calcio internazionali fra cui Inter, Roma, Lazio, Milan e Napoli fra le altre, prevedeva il pagamento di una parte del compenso in Chiliz (CHZ), la criptovaluta alla base dei differenti fan token offerte ai tifosi e alla comunità attraverso le numerose partnership con le società calcistiche. Dreyfus avrebbe infatti preferito sospendere a tempo indeterminato queste scadenze, senza rispondere ai solleciti, per il timore che il compenso così erogato fosse immediatamente monetizzato da parte dei beneficiari, a quanto pare dei consulenti coreani coinvolti nelle fasi di decollo della piattaforma, portandosi dietro una caduta nelle quotazioni di Chiliz.

Che cosa sono i fan token

I fan token servono in sostanza a monetizzare il coinvolgimento dei tifosi, allargando la tradizionale comunità di riferimento, senza però compromettere la governance del club. Gli “azionisti virtuali”, cioè coloro che hanno acquistato uno o più fan token attraverso la criptovaluta Chiliz, hanno accesso a servizi, privilegi e vengono coinvolti in alcune decisioni dei club.

Perché il Ceo di Socios avrebbe bloccato i pagamenti

Secondo Off the Pitch, dunque, Dreyfus avrebbe deciso di bloccare questi pagamenti. Uno dei creditori della società ha spiegato di aver ricevuto per lungo tempo “solo una parte di quanto promesso” e che il Ceo a un certo punto ha iniziato “a sospendere tutte le comunicazioni con gli advisor” addirittura da settembre 2020. Anche se alla fine la vicenda raccontata dal sito si sarebbe conclusa con il saldo completo di quanto dovuto per tre consulenti, in modo precopitoso dopo la pubblicazione dell’inchiesta e dopo oltre due anni di frustrante attesa. A quanto pare, alcuni club della Premier League – Socios ha ormai circa 120 partner, la metà dei quali nel calcio – starebbero già rivalutando i loro rapporti con Socios.

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Un messaggio interno di Dreyfus ottenuto da Off the Pitch ha fornito anche la logica alla base dei comportamenti del gruppo. Alla base dei mancati pagamenti ci sarebbe come detto la volontà di Dreyfus di non alterare il valore di Chiliz. “Dobbiamo proteggere gli investitori. Quando dai token gratuiti, le persone possono vendere a qualsiasi prezzo, non importa per loro” ha spiegato, osservando che i “veri investitori” che hanno acquistato Chiliz potrebbero perdere denaro a causa della vendita della valuta da parte dei consulenti. Insomma prima gli advisor (non si capisce bene di quale tipo, fra l’altro) sono stati utili a lanciare il servizio. Quando però avrebbero avuto tutto il diritto di monetizzare, la società non ha voluto a lungo pagarli in Chiliz. Un membro dello staff ha spiegato di aver perso 10 milioni di dollari a causa di questi ritardi.

Le risposte di Socios

Prima, con un post su Medium, il gruppo ha tentato di minimizzare, spiegando che il pagamento di quei consulenti non sarebbe stato in grado di determinare alcun movimento di prezzo stante l’offerta circolante all’epoca dei fatti (gennaio 2020), pari a 3.7 miliardi di Chiliz. Poi, con un portavoce, ha risposto all’inchiesta di Off the Pitch in modo meno aggressivo, spiegando che “gli accordi sono stati presi quando l’azienda era in fase di startup e in quel momento non siamo stati in grado di assegnare direttamente CHZ in quanto non era quotata in nessun exchange. Per essere chiari, questo ritardo è inaccettabile e non è il modo in cui vogliamo gestire la nostra attività, e non è all’altezza degli standard a cui ci atteniamo oggi”. Come se non bastasse, stando alle indiscrezioni un membro dello staff da cui la notizia sarebbe uscita sarebbe stato licenziato con la surreale accusa di “molestie”.