Il sistema messo a punto dai ricercatori dell’Università di San Diego mima i movimenti oculari: basta un movimento dell’occhio per comandare la lente a contatto biomimetica, e un doppio battito di ciglia per lo zoom
I ricercatori dell’Università della California di San Diego hanno messo a punto un sistema in grado di misurare i segnali elettrooculografici generati dall’occhio in base a movimenti specifici: in alto, in basso, a destra, a sinistra e con un battito di ciglia, creando una lente biomimetica che risponde a questo impulso. Modificare la lunghezza focale in base ai segnali generati dall’occhio. In poche parole, si possono zoomare contenuti in un batter d’occhio.
I dati
In Italia, secondo l’ultima Relazione annuale sulla prevenzione dell’ipovisione e della cecità del Ministero della Salute, 43 persone su 100 soffrono di disturbi alla vista. Tra gli individui con problemi visivi il 33,5% ha un’età superiore ai 65 anni e il 17,6% ha meno di 15 anni.
Inoltre, il 2% della popolazione ha gravi limitazioni alla vista; tra gli over 75 questa percentuale sale all’8,6%.
Secondo il rapporto, relativo al 2017, nonostante la crescita dei casi di persone con disturbi visivi, in Italia è in calo il numero di centri specifici di prevenzione e riabilitazione visiva: solo 51 nel 2017, dalle 70 strutture presenti due anni prima.
Le lenti a contatto con lo zoom
Lo studio, diffuso sulla rivista Advanced functional materials, illustra il funzionamento della lente morbida costituita da vari strati di pellicola di elastomero dielettrico, materiale già impiegato nella robotica e usato per imitare i movimenti oculari dell’occhio umano e di gran parte dei mammiferi.
La nuova lente è in grado di modificare la lunghezza focale in base ai segnali generati dall’occhio. Per zoomare basta sbattere per due volte le palpebre.
Per svilupparla i ricercatori hanno concentrato i loro studi sui segnali elettrooculografici creati dagli occhi quando compiono dei movimenti specifici. Sono poi riusciti a sviluppare una lente biomimetica morbida in grado di rispondere a questo tipo di impulsi elettrici.
La lente che modifica la lunghezza focale
Dunque la cosa sorprendente è che questa sofisticata tecnologia funziona indipendentemente dalla vista dell’utente, in quanto è guidata solamente dai segnali prodotti dai movimenti oculari.
Nello studio i ricercatori spiegano che le lenti, allo stato attuale, rispondono ai segnali elettrici prodotti da movimenti specifici.
Il progetto prosegue, con l’obiettivo futuro di applicare questa tecnologia per la creazione di “protesi visive, occhiali regolabili e robotica a distanza“.
Il lavoro da fare è ancora molto. I ricercatori finora hanno usato elettrodi disponibili in commercio, che sono poco flessibili ed estensibili. Dovranno essere rimpiazzati con elettrodi flessibili ed estensibili. Sarà inoltre importante implementare tecniche di controllo continuo e automatico della messa a fuoco. Facendo in modo che la lente aderisca perfettamente alla fisionomia dell’occhio.