Il popolare social network non ha dato seguito alle richieste dell’Autorità italiana, che ha così aperto un nuovo provvedimento
L’Antitrust italiano torna a mordere la realtà di Mark Zuckerberg. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha infatti avviato un procedimento di inottemperanza (qui il testo completo) nei confronti di Facebook contestando al social network statunitense di fare orecchie da mercante del precedente provvedimento sanzionatorio che la stessa AGCM aveva varato nel 2018.
Cosa si rimproverava a Facebook
In particolare, si contesta a Facebook di non aver attuato quanto prescritto nel proprio provvedimento del 29 novembre 2018. Con tale decisione l’Autorità aveva accertato la scorrettezza della pratica commerciale di Facebook di omessa adeguata informativa agli utenti consumatori, in sede di registrazione al social network, della raccolta e dell’utilizzo a fini commerciali dei dati da essi forniti e, più in generale, delle finalità remunerative sottese al servizio, viceversa enfatizzandone la gratuità. Con la conseguenza di indurre gli internauti ad assumere una decisione di natura commerciale che, altrimenti, non avrebbero preso.
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La decisione si fondava sulla valutazione che il patrimonio informativo costituito dai dati degli utenti di Facebook, in ragione della profilazione dei medesimi a uso commerciale e per finalità di marketing, acquista un valore economico idoneo a configurare l’esistenza di un rapporto di consumo, anche in assenza di corrispettivo monetario. Peraltro il provvedimento è stato confermato sul punto dal Tar.
La mancata rettifica chiesta dall’AGCM
Oltre a sanzionare Facebook per 5 milioni di euro, l’Autorità aveva vietato l’ulteriore diffusione della pratica ingannevole e disposto che la società pubblicasse una dichiarazione rettificativa sulla homepage del sito internet aziendale per l’Italia, sull’app Facebook e sulla pagina personale di ciascun utente italiano registrato.
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Nonostante l’avvenuta rimozione del claim “è gratis e lo sarà per sempre” dalla home page, “il consumatore che si voglia registrare al social network tuttavia continua a non essere informato dalla società, con chiarezza e immediatezza, quanto alla raccolta ed all’utilizzo dei propri dati con finalità remunerative. Risulta, inoltre, che Facebook non abbia pubblicato la dichiarazione rettificativa”. Il procedimento di inottemperanza avviato potrà condurre all’irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 5 milioni di euro. Non si tratta certo di una sanzione monstre per il social network, che potrebbe quindi decidere di continuare a ignorare quanto prescritto dall’AGCM.