Un piccolo pezzo di vetro quadrato da 7,5 centimetri di lato e 2 millimetri di spessore conterrà tutti i nostri dati. Ecco come
Sarà un pezzetto di vetro quadrato da 7,5 centimetri di lato e 2 millimetri di spessore a contenere tutti i nostri dati.
È proprio questo infatti l’obiettivo della Microsoft e del suo Project Silica (dal “silicio”, materia prima per la produzione del vetro): garantire un’archiviazione dei dati a lungo termine più economica e con una qualità superiore rispetto alle soluzioni attuali, sfruttando le proprietà del vetro.
Grazie alla collaborazione con la Warner Bros, la casa di Redmond è già riuscita a farlo con il film “Superman” del 1978, che recentemente è finito proprio all’interno del suo piccolo vetro indistruttibile.
Ultraresistente e “low cost”
“Una delle attività che volevamo eliminare è questo costoso ciclo di spostamento e riscrittura dei dati alla generazione successiva”, ha spiegato Ant Rowstron, vicedirettore del laboratorio di Microsoft Research Cambridge.
Infatti, la quantità di dati da memorizzare sta crescendo esponenzialmente e anche i costi di archiviazione aumentano a causa della necessità di trasferire ripetutamente i dati su supporti più recenti prima che l’usura porti alla perdita delle informazioni. Tutto ciò ha un costo molto elevato, sia in termini economici che di tempo.
“Vogliamo qualcosa che si possa mettere sullo scaffale per 50 o 100 o 1000 anni – aggiunge Rowstron – e dimenticare fino a quando non se ne ha bisogno”. In effetti, il vetro si è rivelato un materiale facilmente reperibile, economico e molto resistente. Basti pensare che i ricercatori hanno provato a distruggere uno di questi vetrini pieno di dati, prima cucocendolo in un forno a 500 gradi, poi con le microonde, poi ancora hanno provato a bollirlo e a grattarlo con la lana d’acciaio. I dati sono rimasti intatti.
Un vetrino è per sempre
Il Project Silica, insomma, potrebbe rivelarsi la soluzione migliore per archiviare enormi quantità di dati per il maggior tempo possibile. Ma è ancora presto. I ricercatori Microsoft stanno lavorando per aumentare la capacità di archiviazione e la velocità di scrittura e lettura dei dati. Al momento infatti, scrivere i dati nel vetro non è così semplice. A farlo è un laser dal raggio di 100 femtosecondi, in grado di incidere direttamente l’interno del vetro.
La parte del vetro colpita dal laser viene modificata, creando un “voxel”, cioè un “pixel volumetrico” che rappresenta un bit di informazioni. I dati si possono scrivere una volta sola: un vetrino, dunque, è per sempre. Nessuno potrà modificare quei dati o cancellarli. E anche leggerli, ad oggi, non è affatto semplice. Per farlo i ricercatori Microsoft utilizzano un microscopio elettronico controllato dal computer, in grado di “interpretare” i vari strati di voxel impressi nel vetro.
In futuro, questa soluzione potrebbe interessare gli archivi di Stato, le grandi biblioteche e gli studi cinematografici. Non è un caso che Microsoft e Warner Bros continuino a collaborare: “Se funziona per noi – ha sentenziato Vicky Colf, Chief Technology Officer di Warner – crediamo fermamente che questo sarà un vantaggio per chiunque voglia preservare e archiviare contenuti”.