Dracula, Re Artù, Robin Hood, Dorothy Gale, Sun Wukong, Cassandra, la regina Vittoria e Nikola Tesla sono gli improbabili eroi di questo videogame tutto italiano
Il Tomo dei Tomi, il libro più importante mai scritto, è stato trafugato. Un malintenzionato, che non ama né la letteratura né la storia, ha deciso di fare scempio delle sue pagine e ora la confusione regna sovrana. Nessuno ha più memoria del passato, nessuno ricorda più le antiche saghe e, quel che è peggio, è che personaggi leggendari, come Dracula e Re Artù, senza i rispettivi libri a fare da cornice, sono allo sbando, completamente differenti per carattere e atteggiamento dagli eroi che ricordavamo (vi basti sapere che Re Artù dice “LOL”). Ma, per fortuna, la Brigata Rilegata ha deciso di intervenire…
Bookbound Brigade, 8 eroi a spasso nella storia
Character design che strizza l’occhio alle Superchicche, sarcasmo caustico che trasuda da ogni fumetto, storia strampalata scritta da Dean Wilkinson (Little Big Planet vi dice niente?) e gameplay che rimanda a titoli sempreverdi come Metroid o Castlevania…
Su queste solide fondamenta poggia l’ambizioso videogioco di Digital Tale, software house milanese (ma con studi anche a Roma e a Miami) guidata da Giovanni Bazzoni nota soprattutto per titoli sportivi e ora in trasferta nel campo dei platform.
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Il progetto, finanziato anche dall’Unione europea, è particolare e non si limita certo a scimmiottare i titoli Nintendo e Konami poc’anzi richiamati. Anzi. Bookbound Brigade sfrutta fino in fondo la presenza di otto personaggi tratti di peso dal mondo della letteratura o dai libri di storia (Dracula, Re Artù, Robin Hood, Dorothy Gale, Sun Wukong, Cassandra, la regina Vittoria e Nikola Tesla), chiedendo al giocatore di imparare a gestirli tutti assieme, contemporaneamente.
“Un libro, si sa, può portarti ovunque”
Come? Facendoli procedere “in formazione”, che potrà essere per lungo o per altezza, e procedendo con l’avventura i nostri impareranno persino a comporre una gigantesca ruota, così da dare ancora più brio all’esplorazione dei dungeons.
Di fatto, quindi, gli otto procedono come un sol uomo, ma in realtà non è proprio così, perché le conformazioni dei livelli sono studiate appositamente per sfaldare la truppa.
Per esempio, quando si ha la necessità di procedere con gli otto impilati a torre, occorre tenere conto dell’altezza delle stanze e della velocità con cui si procede: basta davvero un nonnulla per far afflosciare la pila umana su se stessa.
Mai giudicare un libro dalla copertina
A tutto questo si aggiunge inoltre il fatto che ciascuno degli otto eroi dispone di caratteristiche uniche, che andranno sbloccate proseguendo con l’avventura e che renderanno ulteriormente approfondito il gameplay. Insomma, se pensavate che la produzione italiana si limitasse a ricalcare, senza enfasi, quanto fatto dagli sviluppatori nipponici in Metroid o Castelvania sbagliavate di grosso.
Davvero particolare, anzi, “corale”, il sistema di combattimento: gli attacchi vengono effettuati, a turno, da ogni personaggio e, in caso di accerchiamento, i due agli estremi della brigata difenderanno i compagni. Da buon Metroidvania, poi, ci si muove attraverso labirinti zeppi di insidie, con lo scopo di recuperare non solo il Tomo dei Tomi, ma anche altri personaggi della storia e della letteratura (in tutto 50) e altrettanti oggetti iconici.
Ma l’aspetto che rende Bookbound Brigade davvero simile a un Metroid o a un Castlevania, soprattutto a quelli più vecchi, risalenti agli anni ’80, è la difficoltà media. La produzione italiana spesso si rivela a dir poco ostica, a volte si ha persino la sensazione che voglia essere perfida.
Ciò che sorprende, infatti, è che in filigrana non ci sia una vera e propria curva di difficoltà, come nei videogiochi di oggi: stanze tutto sommato tranquille si trovano nelle immediate vicinanze di corridoi irti di trappole mortali che richiedono una padronanza dei controlli che non si possiede nelle prime ore di gioco. La stessa modalità con cui sono realizzate le mappe lascia interdetti: tanti, troppi dettagli importanti per procedere o per completare il gioco al 100%, restano difatti privi di segnalazione, spingendo il giocatore ad appuntarsi i particolari sospetti a parte, su carta, come succedeva coi titoli degli Anni ’80.
Probabilmente si tratta di una scelta frutto della volontà di pescare a piene mani dai videogame del passato, ma non può dirsi azzeccata: un tempo queste limitazioni erano infatti legate a doppio filo a quelle delle console, oggigiorno bisognerebbe aiutare il videogiocatore a godersi l’avventura, non rendergliela frustrante. Così come risultano eccessivamente frustranti diverse sequenze zeppe di tranelli mortali e alcune boss battle, anche se, in questo caso, i tanti check point mitigano questi picchi della difficoltà.
In definitiva, Bookbound Brigade è un titolo godibile, spiritoso, a suo modo pure profondo e variegato. Certo, presenta una difficoltà spigolosa e un level design irsuto che potrebbero spaventare i giocatori più giovani, ma chi è alla ricerca di un classico, di un videogioco vecchia scuola, troverà nel prodotto italiano il titolo perfetto. Divertente, scanzonato, sarcastico e diverso dal solito. Non perfetto, ma in grado di intrattenere per una trentina di ore.