Journey to the Savage Planet è il nuovo titolo di 505 Games e Thypoons Studios, una ex startup comprata da Google Stadia
Martin Tweed non assomiglia per nulla a Elon Musk. L’unica cosa in comune fra i due è la voglia di spedire gente nello spazio e colonizzare nuovi pianeti. Ma se il CEO di Tesla è ancora al lavoro sul suo progetto SpaceX per lanciare un milione di persone su Marte, il CEO di Kindred Aerospace – «la quarta miglior compagnia di esplorazione interstellare», ci sarà da vantarsi? – ha tutto pronto per far divertire i videogiocatori di PS4, Xbox One e PC. Journey to the Savage Planet è l’ultimo arrivo di 505 Games sviluppato da Typhoon Studios, ex startup canadese appena acquistata da Google Stadia.
Un mondo da fuori di testa
Il titolo è un survival in prima persona, ma non aspettatevi nulla di epico. Al vostro risveglio in una navicella scoprirete che infausto destino vi attende: siete finiti su un pianeta sconosciuto – il nome preciso è AR-Y 26 – e il pazzoide CEO vi ha lasciato un video di benvenuto dove, ringraziandovi del coraggio dimostrato nel farvi coinvolgere in un’operazione suicida e in solitaria, vi informerà che per ritornare a casa vi serve tanto carburante e dovrete cavarvela da soli. Simpatico, eh?
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Journey to the Savage Planet: siete in un bel guaio
Journey to the Savage Planet è demenziale. Dunque divertente: bastano i primi minuti per capire la “trama” e di quanto potete disinteressarvene per concentrarvi piuttosto sul divertimento. Il pianeta pazzo che state calpestando è gonfio di colori e animaletti da uccidere per raccogliere carbonio e silicio (vi servono per potenziare le attrezzature). La creatività degli sviluppatori dei Typhoon Studios è ovunque sullo schermo: ambientazioni, mostri e altre bestie simili ai Pokémon traboccano della fantasia di chi, sin da piccolo, ha amato cartoni animati, videogiochi e fumetti.
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Nei panni di una recluta che deve arrangiarsi in un ambiente ostile vi sporcherete spesso (come Bill Murray nel primo epico capitolo di Ghostbusters: “Mi ha smerdato!“). Pistola, schiaffi e bombolette sono i vostri assi nella manica, ma non sarete del tutto soli. La voce metallica che vi assiste dalla navicella spaziale – dall’humor tagliente e inopportuno per voi che rischiate la vita – orienterà le vostre azioni, guidandovi nel mondo alieno. Il ruolo di esploratore impone di scannerizzare più oggetti possibili per spedire tutte le informazioni ai ricercatori della Kindred Aerospace. Se volete salvarvi non resta che affidarvi a loro per farvi strada su AR-Y 26.
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Avete una stampante 3D
Che delusione per chi viene lanciato nello spazio, vero? Ma la stampante 3D disponibile sulla navicella – o meglio su quel che ne resta – è l’unica soluzione per creare nuove armi, potenziarle e sviluppare abilità come il salto. Journey to the Savage Planet non sarà un open world, ma il titolo è una goduria per chi, tra un boss e l’altro, vuole concedersi un’esplorazione senza pensieri in un’atmosfera molto anni Novanta, dove magari non ci sono grandi attori a prestare il volto a videogiochi da tripla A, ma il gameplay regna sovrano.
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La startup dei videogiochi
Uno dei videogiochi più interessanti di questa prima parte del 2020 è frutto della creatività dei Typhoon Studios, una startup di Montreal fondata da Reid Schneider e Alex Hutchinson nel 2017 che hanno raggruppato un team di sviluppatori, programmatori, autori e designer che avevano già servito tra le fila di WB Games Montreal, Ubisoft e Electronic Arts. Google Stadia l’ha inglobata a fine 2019. Poco prima del lancio ufficiale Hutchinson ha riassunto così Journey to the Savage Planet: «È un gioco che parla di esplorazione e capitalismo, con battute sul cadere a terra, gambe all’aria, ma è anche un rimando ai videogiochi che abbiamo giocato e amato da bambini. Speriamo che vi faccia ridere». Fidatevi: è così.
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