Nello streaming alternativo al MWC20, Richard Yu lancia una serie notevole di novità per i device: lo smartphone su tutti, ma tanto altro (compreso un bel tablet) è della partita
Cambiano pochi fattori, ma non cambia il risultato: il Mate Xs è la seconda generazione del foldable di Huawei, sfrutta lo stesso form factor della prima ma affina il concetto. E il risultato finale resta probabilmente quello più azzeccato che ci sia in circolazione: uno smartphone di grossa taglia da chiuso, quasi un tablet da aperto. Con in più tanta potenza sotto il cofano, che non guasta mai. Peccato solo sia un prodotto di fascia altissima, come d’altronde sempre accade per le prime incarnazioni di questo tipo di novità: non sarà uno smartphone per le grandi masse, ma non è l’unica novità che ha in serbo l’azienda cinese per questa ridda di annunci orfana del palcoscenico del Mobile World Congress 2020.
Schermi pieghevoli e multitasking
Il Mate Xs non cambia in modo sostanziale il formato e le capacità rispetto alla prima generazione: le misure sono praticamente analoghe al Mate X, ma passato un anno è stato fatto un importante lavoro per migliorare le parti più esposte alle sollecitazioni meccaniche di questo smartphone. Quindi lo schermo in materiale organico è ora costruito da due strati di polimero uniti da uno speciale collante e protetti da un’ulteriore pellicola speciale per proteggerlo dai graffi (che non va rimossa in nessun caso). La cerniera, ovvero il componente che permette di aprire e chiudere le “ali di falco” del Mate Xs, è costituita da oltre 100 elementi che formano un meccanismo decisamente più protetto da polvere e detriti rispetto al precedente.
Nel complesso il Mate Xs sembra più solido della prima generazione, e vanta forse il formato più azzeccato di questa nuova tendenza pieghevole: soprattutto grazie all’impegno lato software di Huawei, che rende l’esperienza di passaggio da aperto a chiuso molto fluida. Se si sta consultando il browser sullo schermo chiuso, schiacciando il pulsante posteriore per lo sblocco del meccanismo e “aprendo il libro” si vedrà un’animazione che allarga l’immagine dai 6,8 pollici allungati in formato 18:9 agli 8 pollici dello schermo aperto (risoluzione totale: 2480×2200): lo stesso avviene quando si guarda un video, si gioca, insomma l’esperienza d’uso si fa con l’unione di hardware e software.
Sotto il cofano ci sono componenti sperimentati: Kirin 990, con la sua potenza e la sua dotazione di processori dedicati al machine learning (NPU) e fotografia (doppio ISP), 8GB di RAM e 512GB di spazio archiviazione che possono essere ulteriormente espansi a mezzo NM card (formato proprietario di Huawei). Il comparto fotografico comprende un sensore SuperSensing da 40 megapixel come quello del P30 Pro, quindi grandi performance anche in luce scarsa, abbinato a un 16 megapixel per il grandangolo e 8 megapixel con lente 3x per lo zoom (ibrido 30x): non manca il TOF, il quarto sensore che mappa tridimensionalmente l’ambiente per foto migliorate. Manca la selfie camera: di fatto non serve, con lo schermo flessibile si fa direttamente con parte dello schermo quando viene ripiegato.
Infine, nuova versione della EMUI: la 10.0.1 introduce le funzioni multitasking che sono indispensabili per valorizzare questo tipo di formato maxi dello schermo, dunque lo schermo può ospitare fino a 2+1 app contemporaneamente (due si dividono lo schermo in parti uguali, la terza è flottante in una sorta di finestra). Inoltre Mate Xs dispone di Multi-screen Collaboration, quindi le sue funzioni sono controllabili da PC e tablet Huawei compatibili. Ovviamente è un telefono 5G, con una batteria capiente da 4.500mAh che però fa lievitare il peso fino a 300g circa: monta Android 10, ma non dispone dei GMS e dunque per le app ci si deve affidare alla AppGallery di Huawei.
Il Mate Xs arriverà entro poche settimane sul mercato italiano, al prezzo ufficiale di 2.599 euro: una cifra davvero notevole, giustificata in parte dalle dotazioni tecniche e dal fatto che Huawei promette un pacchetto di servizi esclusivi per chi acquisterà questo smartphone. Sono in pochi a potersi permettere queste cifre, ma il Mate Xs è un prodotto esclusivo: prima che questi form factor diventino davvero main stream dovremo aspettare ancora a lungo, soprattutto per consentire alla tecnologia degli schermi flessibili di diventare più resistente e di calare di prezzo – alcuni componenti del Mate Xs sono più costosi dell’oro, ma sono indispensabili per garantire al momento l’affidabilità del meccanismo.
Un tablet familiare
Il design del nuovo MatePad Pro non è forse originale come quello del foldable, ma è comunque un ottimo passo in avanti rispetto alla generazione precedente venduta in Italia: ricorda l’iPad Pro nell’aspetto e anche nel nome, ma questa di per sé non è necessariamente una cattiva notizia. Più interessante semmai è il fatto che per la prima volta Huawei presenta un prodotto che nasce con una tastiera e uno stilo già integrati e perfettamente studiati per funzionare di concerto: il MatePad Pro riconosce la scrittura a schermo tracciata con lo stilo che si ricarica a induzione agganciandolo al tablet magneticamente, la tastiera è inglobata in una cover che fascia il device.
I tablet, inoltre, sono un mercato particolare: gli acquirenti sono più restii all’aggiornamento e al rinnovo dei device, visto che spesso le performance dei nuovi non sono così superiori da giustificare l’esborso. Dunque ecco che Huawei sceglie di dotare il suo nuovo tablet di una fornitura hardware importante: di nuovo c’è il processore Kirin 990, abbinato a non meno di 6GB di RAM e 128GB di storage, e da noi sarà commercializzata per ora solo la versione WiFi. Lo schermo è un ottimo IPS con risoluzione 2560×1600 da 10,8 pollici di diagonale, quindi UHD con un profilo colore DCI-P3 a 540nit di luminosità di picco: unito a 4 altoparlanti e un trattamento Harman Kardon, il risultato è un’esperienza multimediale di ottimo livello.
Anche questo device monta Android 10 con EMUI 10.0.1: come nel caso del nuovo smartphone gli manca il Play Store di Google, ma compensa con AppGallery (rinnovata e in crescita) e HMS (ai Huawei Mobile Services mancano ormai solo pagamenti e mappe: ci stanno ancora lavorando, arriveranno). Le funzioni multitasking sono analoghe a quelle del Mate Xs, ed è una buona notizia che a bordo ci sia anche la modalità desktop che rende ancora più flessibile l’uso dello schermo quando è montato sulla tastiera: si possono tenere fino a 8 app in uso contemporaneamente, avvicinandosi sempre di più all’esperienza di un vero e propri PC.
Forse ci sarà da aspettare un po’ di più per l’arrivo del MatePad Pro sul mercato italiano, parliamo almeno dell’inizio della primavera, ma i prezzi ufficiali sono già stati comunicati: 549,90 euro per la versione 6+128GB WiFi, con tastiera e stilo acquistabili separatamente per 129,90 e 99,90 euro rispettivamente.
Un portatile verde smeraldo
Il più significativo degli annunci fatto per i laptop marchiati Huawei è naturalmente la nuova versione del MateBook X Pro, che incorpora processori Intel Core i5 e i7 di 10ma generazione in un corpo di lega di magnesio che contiene anche uno schermo LTPS da 13,9 pollici che vanta una risoluzione 3K (3000×2000) in formato 3:2 (quello dei Surface, per capirci) e bordi ridottissimi, per ridurre al massimo le misure complessive e offrire un’esperienza d’uso adeguata a chi è in cerca di un portatile di fascia alta pensato anche per la produzione multimediale.
Da segnalare in questo senso, oltre ai già citati processori Intel, anche l’adozione di una scheda grafica Nvidia MX250 e di 4 altoparlanti che offrono un’esperienza multimediale di ottimo livello (certificazione Dolby Atmos). A questo si unisce un peso di appena 1,33kg (anche grazie alla lavorazione CNC della scocca interamente metallica: buona notizia anche per lo smaltimento del calore, che è comunque tenuto a bada da un nuovo sistema di regolazione delle ventole più progressivo e intelligente che in passato), nonostante la batteria abbia una capienza di ben 56Wh che dovrebbe assicurare lunga autonomia lontano dalla presa. Lo spessore massimo è di 14,6mm, il caricabatterie è un compatto ma potente 65W: buono per parecchi scopi.
Tre colorazioni disponibili: Mystic Silver e Space Gray sono ormai un classico, ma da non perdere l’Emerald Green con finiture dorate che sono davvero originali, anche se magari di un gusto un po’ diverso da quello europeo. Lato software la scelta cade naturalmente su Windows, ma con a bordo tutte le utiliti di produttività di Huawei: quindi lo Share per spostare file e immagini tra smartphone e PC con semplicità, la collaborazione multiscreen tra device che permette di controllare il telefono dallo schermo del computer, eccetera.
Non c’è ancora il prezzo ufficiale del MateBook X Pro 2020 per l’Italia, ma indicativamente da noi i prezzi dovrebbero comunque spaziare tra 1.500 e 2.000 euro per le diverse varianti con Core i5 e i7, dischi da 512GB o 1TB (sempre SSD) e con la scheda grafica integrata o quella discreta Nvidia già citata. I monitor sono sempre touchscreen, la RAM installata nel taglio 16GB. Dovremo attendere qualche settimana per le comunicazioni ufficiali in tal senso.