<div class="at-above-post addthis_tool" data-url="https://admin.startupitalia.eu/76855-20170828-sarti-dello-spazio-le-tute-spaziali-dalle-missioni-mercury-della-nasa-spacex"></div><img loading="lazy" width="960" height="637" class="aligncenter size-full wp-image-76862" src="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/astronaut-576939_960_720.jpg" alt="" srcset="https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/astronaut-576939_960_720.jpg 960w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/astronaut-576939_960_720-300x199.jpg 300w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/astronaut-576939_960_720-768x510.jpg 768w" sizes="(max-width: 960px) 100vw, 960px" />
<p>Bianche, blu, nere o arancioni: le agenzie spaziali e Hollywood ci hanno regalato moltissime interpretazioni di come sono e come potrebbero essere le tute spaziali, <strong>pochi millimetri di stoffa e tecnologia che dividono il corpo degli astronauti dal vuoto dello spazio o dalle proibitive condizioni climatiche della Luna e di Marte</strong>. Di questi giorni <a href="https://www.cnbc.com/2017/08/23/spacex-spacesuit-unveiled-by-elon-musk.html">l&#8217;annuncio di SpaceX</a>, l&#8217;azienda di Elon Musk, che ha pronta la prima versione della propria tuta spaziale destinata a essere indossata dai passeggeri della futura navetta Dragon certificata per il volo umano. Ma la strada che porta alle modernissime tute spaziali SpaceX  (molto <em>fashion</em>, a dire il vero) comincia nei lontani anni 50 del secolo scorso.</p>
<p><iframe title="Space Oddity" width="992" height="558" src="https://www.youtube.com/embed/KaOC9danxNo?feature=oembed" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe></p>
<h2>Le tute della missione Mercury e quella di Yuri Gagarin</h2>
<p><a href="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Mercury_Suit_Gordon_Cooper.jpg"><img loading="lazy" class="alignright wp-image-76859 " src="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Mercury_Suit_Gordon_Cooper-170x300.jpg" alt="" width="227" height="400" srcset="https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Mercury_Suit_Gordon_Cooper-170x300.jpg 170w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Mercury_Suit_Gordon_Cooper-768x1352.jpg 768w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Mercury_Suit_Gordon_Cooper-582x1024.jpg 582w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Mercury_Suit_Gordon_Cooper.jpg 800w" sizes="(max-width: 227px) 100vw, 227px" /></a>La corsa allo spazio è iniziata alla fine degli anni 50 del ventesimo secolo: è stato allora che le due superpotenze dell&#8217;epoca, URSS e Stati Uniti, hanno iniziato a sfidarsi nella rincorsa al volo orbitale prima, e all&#8217;esplorazione degli altri oggetti del Sistema Solare dopo.</p>
<p>Gli Stati Uniti scelsero inizialmente una via di compromesso: le tute indossate dai pionieri del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Programma_Mercury">programma Mercury</a>, quasi tutti piloti e collaudatori prestati al viaggio spaziale, erano di fatto delle tute pressurizzate create per i voli suborbitali ad elevata altitudine. Le aveva progettate e costruite l&#8217;azienda privata BF Goodrich, e una versione specifica denominata <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Navy_Mark_IV">Navy Mark IV</a> venne realizzata su misura di tutti i componenti del programma: le modifiche principali riguardarono <strong>l&#8217;utilizzo massiccio di nylon e alluminio per migliorare la schermatura al calore della tuta</strong>, oltre all&#8217;aggiunta di un sistema di telemetria biomedica.</p>
<p><a href="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Gemini_3_Portrait.jpg"><img loading="lazy" class="alignleft wp-image-76858 " src="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Gemini_3_Portrait-170x300.jpg" alt="" width="221" height="390" srcset="https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Gemini_3_Portrait-170x300.jpg 170w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Gemini_3_Portrait-768x1354.jpg 768w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Gemini_3_Portrait-581x1024.jpg 581w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-Gemini_3_Portrait.jpg 800w" sizes="(max-width: 221px) 100vw, 221px" /></a>I sovietici invece decisero da subito di costruire una tuta spaziale per i loro cosmonauti: la <strong>Skafandr Kosmicheskiy 1</strong>, o più semplicemente <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/SK-1_spacesuit">SK-1</a>, <strong>fu indossata da Yuri Gagarin durante il primo volo spaziale a bordo della Vostok 1</strong>, e da tutti gli altri passeggeri di quella che fu la prima navetta spaziale prodotta dall&#8217;URSS. <strong>Esisteva anche una seconda versione della tuta, denominata SK-2, progettata per essere indossata da una donna: si trattava di Valentina Tereshkova</strong>, che per prima nel giugno 1963 andò nello spazio a bordo della navetta <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Vostok_6">Vostok 6</a>.</p>
<p>La NASA fu lesta a recuperare terreno: per il programma Gemini, che includeva anche le prime attività extra-veicolari (EVA), venne sviluppata <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Tuta_spaziale_Gemini">una tuta spaziale omonima</a> che derivava da quanto già prodotto per i piloti collaudatori del programma X-15 (tra questi c&#8217;era anche un certo Neil Armstrong). <strong>Le tute Gemini comprendevano alcuni dettagli che si trovano anche oggi nelle tute spaziali moderne</strong>: come i guanti rimovibili con anelli di bloccaggio, casco con parasole, e infine uno strato in mylar che garantiva un migliore controllo termico rispetto all&#8217;alluminio.</p>
<h2>Le missioni Apollo e lo Space Shuttle</h2>
<p>Con la corsa alla Luna in pieno svolgimento, anche il programma delle tute spaziali statunitensi subì una forte accelerazione. Il viaggio verso il nostro satellite è piuttosto lungo, dunque si dovevano progettare tute facili da indossare e togliere durante il viaggio anche senza l&#8217;assistenza dei tecnici di terra. Inoltre, in previsione dello sbarco sulla Luna, era necessario che le tute fossero anche in grado di permettere una certa libertà di movimento e fossero in grado di funzionare in modo autonomo: era indispensabile prevedere un sistema di supporto vitale indipendente da quello della nave spaziale.</p>
<a href="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/Buzz_Aldrin_Apollo_Spacesuit.jpg"><img loading="lazy" width="573" height="1024" class="aligncenter size-large wp-image-76860" src="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/Buzz_Aldrin_Apollo_Spacesuit-573x1024.jpg" alt="" srcset="https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/Buzz_Aldrin_Apollo_Spacesuit-573x1024.jpg 573w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/Buzz_Aldrin_Apollo_Spacesuit-168x300.jpg 168w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/Buzz_Aldrin_Apollo_Spacesuit-768x1372.jpg 768w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/Buzz_Aldrin_Apollo_Spacesuit.jpg 800w" sizes="(max-width: 573px) 100vw, 573px" /></a>
<p>I russi non stavano con le mani in mano, ma oggi <strong>quella che tutti ricordano è la tuta A7L Apollo che Neil Armstrong e Buzz Aldrin indossavano quando scesero dal LEM per la prima passeggiata sul polveroso suolo Lunare</strong>. Era una tuta decisamente più avanzata rispetto alle precedenti, modulare, che prevedeva già in fase di progetto diverse configurazioni: si componeva di due parti, una sotto-tuta di colore blu che serviva a gestire la termoregolazione, e l&#8217;iconica parte esterna di colore bianco che venne anche resa ignifuga dopo il terribile incidente occorso all&#8217;<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Apollo_1">Apollo 1</a> sulla torre di lancio. <strong>La peculiarità della A7L era la sua assoluta indipendenza per il supporto vitale</strong>: nello &#8220;zaino&#8221; sulle spalle degli astronauti c&#8217;era ossigeno, filtri per l&#8217;anidride carbonica, una riserva di energia e acqua per garantire la termoregolazione. Nel caso in cui le attività EVA fossero particolarmente prolungate e impegnative, inoltre, <strong>era previsto persino un vano per ospitare degli snack e una tasca per l&#8217;acqua potabile</strong>.</p>
<p><a href="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-ACES_STS-130.jpg"><img loading="lazy" class="alignright wp-image-76857" src="https://cdn.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-ACES_STS-130-167x300.jpg" alt="" width="215" height="386" srcset="https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-ACES_STS-130-167x300.jpg 167w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-ACES_STS-130-768x1380.jpg 768w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-ACES_STS-130-570x1024.jpg 570w, https://admin.startupitalia.eu/wp-content/uploads/2017/08/800px-ACES_STS-130.jpg 800w" sizes="(max-width: 215px) 100vw, 215px" /></a>Parallelamente alla <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Apollo/Skylab_A7L">A7L</a> (e alla sua variante A7LB), gli Stati Uniti svilupparono anche <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Advanced_Crew_Escape_Suit">una nuova tuta</a> pressurizzata di colore arancione pensata appositamente per il programma Shuttle: la <strong>Advanced Crew Escape Suit</strong> è rimasta in servizio fino a quando gli Shuttle hanno volato, subendo alcune modifiche e aggiunte nel corso degli anni. Per le EVA, invece, venne realizzata la <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Extravehicular_Mobility_Unit">Extravehicular Mobility Unit</a> (EMU) che è usata tuttora a bordo della Stazione Spaziale Internazionale per le attività fuori dalla ISS, assieme alla <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Orlan_(tuta_spaziale)">Orlan</a> di fabbricazione russa.</p>
<p>Chi viaggia da e verso l&#8217;avamposto spaziale a bordo di una Soyuz, infine, indossa normalmente una tuta russa di classe <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Sokol_(tuta_spaziale)">Sokol</a> (che in lingua russa significa &#8220;falco&#8221;): è una tuta pressurizzata pensata esclusivamente per il viaggio a bordo della capsula, realizzata dall&#8217;azienda russa NPP Zvedza su misura per ciascun cosmonauta o astronauta ma inadatta per qualsiasi EVA.</p>
<h2>Le tute del futuro: da Virgin Galactic a SpaceX, passando da Hollywood</h2>
<p><strong>Il futuro dei viaggi spaziali sarà sempre più una questione di imprenditori privati</strong>: ormai pare che questa sia una tendenza incontrovertibile, e di pari passo con l&#8217;arrivo di Elon Musk con la sua <a href="http://www.spacex.com/">SpaceX</a>, Jeff Bezos con <a href="https://www.blueorigin.com/">Blue Origin</a>, John Carmack con <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Armadillo_Aerospace">Armadillo Aerospace</a> (ora confluita in <a href="http://exosaero.com/">Exso Aerospace</a>) e Sir Richard Branson con <a href="http://www.virgingalactic.com/">Virgin Galactic</a>, anche il concetto di viaggio spaziale si andrà trasformando da impresa pionieristica a lavoro o diletto per tutti (o almeno per chi se lo può permettere).</p>


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<p>Oltre ai vari esperimenti e prototipi che la stessa NASA <a href="https://www.nasa.gov/feature/new-spacesuit-unveiled-for-starliner-astronauts">porta avanti</a>, anche assieme a designer e progettisti che non fanno parte dell&#8217;ente spaziale statunitense, i due progetti più intriganti sono proprio quelli di SpaceX e quello di Virgin Galactic. <a href="http://www.virgingalactic.com/virgin-galactic-and-y-3-announce-exclusive-space-apparel-partnership/">Partiamo da quest&#8217;ultimo</a>: a gennaio 2016 l&#8217;azienda che punta a rendere il turismo spaziale una realtà ha annunciato di aver stretto <strong>una partnership con il marchio Y-3 di Adidas</strong>, per il design di tutto quello che si indosserà nello spazioporto in costruzione nel New Mexico: dalle tute dei tecnici alle tute spaziali per il volo, tutto sarà firmato dall&#8217;acclamato designer giapponese <strong>Yohji Yamamoto</strong>.</p>
<p>https://www.instagram.com/p/BYIPmEFAIIn/</p>
<p>SpaceX invece ha deciso di fare tutto in casa, almeno per quanto ne sappiamo fino a questo punto: quanto ha mostrato con un post su Instagram Elon Musk è una tuta pressurizzata per il volo, che non pare pensata anche per le attività EVA, molto moderna nelle linee e decisamente alla moda anche nella scelta dei colori. Domina il bianco, ci sono dettagli color nero, e Musk ci tiene a precisare che non si tratta di un semplice mockup ma di un vero e proprio prototipo, testato, funzionante e che presto potrebbe essere anche indossato da un collaudatore.</p>
<p>Da segnalare il lavoro portato avanti da <strong>Chris Gilman</strong> con la sua <a href="http://orbitaloutfitters.com/">Orbital Outfitters</a>: Gilman <a href="https://www.vice.com/en_us/article/7bd4dz/meet-the-hollywood-prop-designer-making-nasas-spacesuits-511">nasce costumista per Hollywood</a>, ma il talento mostrato nel design delle tute spaziali da film ha convinto la stessa NASA a invitarlo a collaborare alla progettazione di una tuta spaziale vera e propria.</p>


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<p>Infine, vale la pena ricordare proprio le visioni più recenti del cinema rispetto alle tute spaziali del prossimo futuro. <strong>La più interessante è senza dubbio quella arancione indossata da Matt Damon in The Martian</strong>, molto snella e tecnologicamente avanzata, che è stata derivata da <a href="https://www.nasa.gov/feature/the-next-generation-of-suit-technologies">alcuni studi portati avanti da NASA stessa</a> per cercare di immaginare come sarà la prossima generazione di tute per il programma spaziale statunitense. Sullo stesso filone le tute mostrate in <strong>Interstellar</strong>, ma più rigide e più simili a quanto si è già visto a bordo delle vere navi spaziali attualmente in servizio.</p>


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Sarti dello spazio: le tute spaziali dalle missioni Mercury della Nasa a SpaceX

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Elon Musk è solo l’ultimo ad aver presentato la sua personale interpretazione di una space suit. Come sarà la tuta spaziale del futuro?

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