Da Microsoft e Sony sono arrivati gli annunci tanto attesi sull’hardware delle loro prossime console. Con molti punti in comune e alcune differenze
Per dare un’idea di quello di cui ci accingiamo a parlare, diciamolo subito: nessuno, fino a questo punto, ha visto davvero neppure un fotogramma uscito dalle console di prossima generazione, la futura Xbox X e la PS5. Quello che abbiamo, per ora, sono demo in ambiente controllato e con prodotti preliminari: il lancio delle console non avverrà che tra qualche mese, e la differenza principale nel racconto di come saranno risiede nel modo in cui Microsoft e Sony stanno affrontando la comunicazione col pubblico. Redmond ha terreno da recuperare, visto che la PS4 è stata la star dell’attuale generazione di console, e quindi è stata più generosa (o aggressiva, se preferite) nel mostrare cosa ha in serbo: Sony se ne sta più abbottonata, sicura probabilmente che dalla sua ha una tradizione e una fiducia riposta nelle sue capacità su cui puntare.
Come sarà la Playstation 5: hardware, prezzo, data di lancio
Nessuno sa, ancora, che forma avrà e che aspetto avrà la Playstation 5: Sony per ora su questo particolare è stata particolarmente parca di informazioni, e nella conferenza di lancio della nuova console (un evento pensato per gli sviluppatori) si è concentrata soprattutto sull’architettura e in generale su quanto troveremo “sotto il cofano”. A dirla tutta, chi aveva già assistito alla presentazione della Xbox ha sicuramente sperimentato una strana sensazione di déjà-vu: ci sono tantissimi punti in comune tra l’hardware delle due console, e a festeggiare è soprattutto AMD che in questi anni si è costruita una solida reputazione per quanto attiene la progettazione di CPU e GPU su misura, tanto da essere riuscita ad accaparrarsi entrambi i contratti per le console next-gen.
Alla base di tutto c’è un processore AMD Zen 2, un octa-core capace di operare alla frequenza massima di 3,5GHz, abbinato a una GPU AMD RDNA 2 equipaggiata da 36 compute unit operanti alla frequenza massima di 2,23GHz. Da sottolineare soprattutto che la PS5 lavorerà a frequenze variabili: Sony ci ha tenuto a specificare questo dettaglio, perché è uno degli aspetti cruciali di come ha immaginato la sua prossima architettura. Ma più che trattarsi di un criterio di efficienza energetica, Sony ha immaginato di sfruttare al massimo l’hardware della sua console introducendo questa variabilità per consentire di migrare parte del carico della GPU sulla CPU quando necessario, o parametrare la frequenza di esercizio al carico effettivo imposto dalla grafica elaborata.
La scheda tecnica ufficiale della Playstation 5
Il resto del quadro è composto da 16GB di RAM GDDR6 e da un disco SSD da 825GB (espandibili con dischi esterni, sia su slot NVMe che su USB): sono altri due fattori cruciali che faranno la differenza rispetto alla generazione attuale di console, che dispongono di meno RAM e di un disco tradizionale. In pratica ci saranno più banda passante per i dati e tempi di caricamento inferiori, che renderanno l’esperienza d’uso più soddisfacente: anche e soprattutto nella prospettiva di una retrocompatibilità promessa con almeno un centinaio di titoli tra i più giocati di PS4, fattore che potrebbe ingolosire chi già possiede una console Sony e che dovrà decidere come e dove investire i propri soldi nella prossima generazione.
Mancano purtroppo ancora delle informazioni cruciali: sappiamo che la PS5 sarà più veloce e potente della PS4, sappiamo che punterà a mettere il gaming 4K a disposizione dei videogiocatori (si parla anche di 8K, ma forse è prematuro per spingersi in quella direzione), ma non sappiamo ancora nulla del suo aspetto, del design del controller, di quale saranno i titoli disponibili effettivamente al lancio e soprattutto non sappiamo quale sarà il prezzo di vendita. Probabilmente Sony aspetta Microsoft al varco per decidere alcuni dettagli, soprattutto il prezzo, in funzione del posizionamento della rivale: ma le vacanze natalizie del 2020 si avvicinano, ed è scontato che questi dettagli debbano essere svelati quanto prima. Magari entro l’estate.
Come sarà la Xbox Series X: hardware, prezzo, data di lancio
Della Xbox Series X sappiamo molto di più di quanto non sappiamo della PS5: sappiamo che aspetto avrà, molto diverso dalla generazione attuale, sappiamo come sarà il controller, conosciamo la scheda tecnica e alcuni addetti ai lavori hanno potuto persino giocarci qualche minuto (sempre, però, al cospetto e sotto il controllo di Microsoft). La nuova Xbox sarà, nella pratica, molto più un PC dedicato al gaming di quanto non sia stata alcuna console prima di essa: dalla retrocompatibilità promessa fino a 4 generazioni indietro, alla possibilità di rendere disponibile lo stesso titolo su più di una console (Xbox One e Xbox Series X, tanto per capirci) allo stesso tempo con versioni ottimizzate, fino alla condivisione di achievement, salvataggi e altro tra diverse generazioni e piattaforme.
L’hardware della prossima Xbox, come detto, ricorda tantissimo quello della PS5: processore AMD Zen 2, octa-core da 3,8GHz (frequenza fissa, sembrerebbe), GPU AMD RDNA 2 che in questo caso vanta 52 compute unit e quindi dovrebbe garantire più potenza pura (a fronte però di una frequenza di esercizio leggermente inferiore: 1,8GHz). Anche in questo caso avremo 16GB di RAM GDDR6 abbinati a un disco a stato solido da 1 terabyte: sulla carta il disco Sony sembra leggermente più veloce, ma è lecito aspettarsi performance analoghe nella pratica – tanto più che proprio sui tempi di caricamento e un’esperienza di gioco fluida (con tanto di passaggio rapido tra diversi giochi) punta Microsoft. Come nel caso di PS5, anche la Xbox Series X disporrà di slot per espandere lo storage: indispensabili, visto che i titoli di prossima generazione potranno pesare decine se non centinaia di GB ciascuno.
Quanto all’aspetto, la Xbox Series X sarà una sorta di colonna da piazzare in soggiorno: la scelta di costruire una console con questa forma è legata all’esigenza di raffreddare in modo efficace l’hardware, con ventole sopra e sotto i componenti così come aveva fatto Apple con la sua versione “a lattina” del Mac Pro lanciata nel 2013 e rimasta in vendita fino a pochi mesi fa. Un sistema efficiente ma che impone un design specifico, fino a oggi inedito per una console: vedremo come questo design verrà accolto dal pubblico. Molto interessante anche il controller, ulteriore evoluzione del già ottimo modello venduto assieme alla Xbox One.
Della Xbox Series X conosciamo la data approssimativa di lancio, fine 2020, e i più scommettono su novembre perché da sempre le console Microsoft sono state lanciate in quel periodo per approfittare di Ringraziamento e Natale come periodo ideale in cui spingere le vendite. Anche in questo caso non abbiamo informazioni sul prezzo, ma è facile pronosticare per entrambe le console un 499 euro come punto di partenza. Sappiamo invece che al lancio ci saranno dei titoli interessanti: ad esempio il ritorno di un franchise storico per Xbox, con Halo Infinite che vedrà il capitolo finale dell’avventura di Master Chief concludersi dopo 6 episodi.
La scheda tecnica ufficiale della Xbox Series X
E la concorrenza?
Sullo sfondo rimangono un paio di concorrenti che non hanno ancora scoperto le proprie carte. Da un lato c’è ovviamente Nintendo, che con la Switch è tornata a misurarsi con Sony e Microsoft su un terreno più entusiasta che casual, ma che ha sempre seguito un percorso differente per lo sviluppo e il rilascio delle sue console. E poi ovviamente c’è Google, capofila del movimento gioco-in-streaming con Stadia: per stare al passo con le console tradizionali, a Mountain View non devono fare altro che cambiare l’hardware dei server mentre niente cambierà a casa dei giocatori. Sotto questo aspetto, se e quando decollerà Stadia, Google potrebbe avere anche un vantaggio tattico non da poco: le console nascono per essere hardware specializzato, e sono per ovvie ragioni meno potenti di un PC di fascia alta dedicato al gioco. Le console, poi, invecchiano e già in partenza offrono una scheda tecnica “datata” rispetto ai PC: dal canto suo Google può invece tenere il passo, sempre che però i suoi investimenti siano premiati da numeri in crescita per gli abbonamenti. Se poi l’idea dello streaming prendesse piede definitivamente, nulla vieterebbe a quel punto a Sony e Microsoft di puntare anche loro su questa tecnologia.