La piattaforma per le videoconferenze non garantirebbe standard di crittografia adeguati per lo scambio di informazioni aziendali
La nota piattaforma di smart working Zoom è stata messa al bando per tutti i dipendenti che lavorano dentro SpaceX, la più importante delle aziende di Elon Musk, ancora aperta perché ritenuta essenziale. In una comunicazione interna spedita al personale di SpaceX, citata dall’agenzia Reuters, l’imprenditore sudafricano ha motivato la scelta con “significative preoccupazioni in merito a privacy e sicurezza”. Possibili intrusioni o falle nel sistema – l’INPS ne sa qualcosa di questi giorni – potrebbero infatti mettere a rischio la segretezza di informazioni che riguardano una delle più importanti aziende aerospaziali, alle prese per di più con la produzione di respiratori per gli ospedali statunitensi.
Il successo di Zoom (e i suoi rischi)
«Ci rendiamo conto – si legge nella comunicazione di SpaceX – che molti di noi stavano usando Zoom per conferenze e supporto alle riunioni. Si prega di utilizzare la posta elettronica, i messaggi o il telefono come mezzi di comunicazione alternativi». In crescita vertiginosa durante queste settimane di quarantena e isolamento, Zoom ha successo anche al di fuori del mondo aziendale perché mette in contatto amici e famiglie con le ormai strautilizzate videochiamate. Ma le aziende di Musk non sono le uniche ad aver proibito l’utilizzo di questo software: anche la NASA, uno dei più importanti clienti di SpaceX, ha vietato il ricorso a Zoom.
Leggi anche: Coronavirus | #INPSdown, ancora problemi: visibili dati di altre persone
Alla base di questo problema riscontrato dalle aziende c’è il fatto che Zoom non utilizza un sistema di crittografia end-to-end, ovvero quello nel quale soltanto i partecipanti possono visualizzare i contenuti (testuali e non). A esplicitarlo è stato l’azienda stessa in un comunicato ufficiale: «Vogliamo innanzitutto iniziare scusandoci per la confusione che abbiamo causato suggerendo erroneamente che le riunioni di Zoom fossero in grado di utilizzare la crittografia end-to-end». Nella nota, Zoom ha aggiunto che «l’obiettivo del nostro progetto di crittografia è quello di fornire la massima privacy possibile, supportando al tempo stesso le diverse esigenze della nostra clientela». Secondo la Reuters la piattaforma di videoconferenza non ha ancora commentato la scelta di Musk di bandire Zoom dal proprio smart working.