Un picchiaduro di meme che strizza l’occhio ai combattimenti altamente distruttivi di Dragon Ball
Quando andavo al liceo avevo un compagno di banco che, durante le ore di greco, immancabilmente, glossava il libro di letteratura con combattimenti tra personaggi stilizzati in perfetto stile “Cartoni Morti” (se non sapete cosa siano avete perso tanto, fortuna che noi abbiamo intervistato il loro autore e potete rimediare cliccando qui). I testi di Aristofane, Eschilo e Sofocle diventavano i ring di due personaggi che se le davano di santa ragione balzando da una riga all’altra, evocando onde energetiche come nei cartoni di Dragon Ball e scatenando tempeste di cazzotti che Ken il Guerriero spostati.
Mi sono sempre domandato come facesse a leggere in metrica nelle interrogazioni con un tale casotto su ciascuna opera teatrale greca, ma è un altro discorso. Ecco, finito di scaricare la versione per la stampa di Fly Punch Boom! mi è balenato in testa proprio questo ricordo che nemmeno sapevo di aver conservato e questo perché, il folle picchiaduro sviluppato in Italia accarezza proprio lo stile “grezzo” di quei disegnini che ciascuno di noi almeno una volta ha fatto a margine del libro durante una lezione che andava per le lunghe…
Fly Punch Boom!, la risposta italiana a Smash Bros?
In realtà, lo stile grafico di Fly Punch Boom! è ben più moderno e, ancorché strizzi l’occhio agli omini stilizzati che chiunque saprebbe disegnare, trae ispirazione soprattutto dal mare magnum di Internet. Volti, espressioni, gestualità sono quelle dei meme (o memi?) che si rincorrono sui social, che qualche anno fa affollavano i forum, per chi se li ricorda ancora.
Particolare che rende di fatto il videogioco del team italiano Jollypunch Games un “picchiaduro di meme” o di altre assurdità tirate fuori dal Web. Un’idea caruccia, per un emulo di Super Smash Bros. Ecco, qui occorre un’altra piccola digressione: quando si parla di Super Smash Bros. ci si riferisce a un picchiaduro nato per essere la risposta scanzonata di Nintendo a prodotti ben più seriosi come Street Fighter di Capcom e Mortal Kombat di Midway (per lo meno, quando ancora era sviluppato da Midway) ma diventato in seguito un cult, una enciclopedia videoludica, un punto di riferimento per gli amanti di un genere che ha (re)inventato il suo sviluppatore, il buon Masahiro Sakurai. La parentesi era obbligatoria per dire che il paragone con Smash Bros. è ovviamente tirato per i capelli, ma serve per far capire quanto il prodotto italiano sia scanzonato e su di giri.
Come in Dragon Ball, combattendo capiterà di travolgere interi palazzi. O interi pianeti
E Fly Punch Boom! scanzonato lo è davvero. Pare sia stato pensato sotto acidi, con quel suo stile a cavallo tra i folli personaggi nipponici della saga di Rhythm Heaven e il peggio che circola in Rete. Dal punto di vista del gameplay, però, il picchiaduro italiano si rivela assai più originale di quanto non siano i migliaia di cloni di Super Smash Bros., proponendo una sorta di morra cinese (si deve schiacciare il tasto giusto al momento giusto tra tre a disposizione) che determina tanto la possibilità di esibirsi in mosse speciali quanto quella di salvarsi all’ultimo secondo dalla fatality del nemico. Una trovata peculiare, che interrompe per qualche istante l’azione di gioco – per questo potrebbe non piacere a tutti – e che rende ogni scontro incerto fino alla fine, perché governato non solo dall’abilità ma anche dalla fortuna.
Non chiedeteci cosa stia succedendo perché non ne abbiamo idea
Scagliare i propri avversari contro palazzi, aerei, navi, monumenti e perfino interi corpi celesti, vedendo le ambientazioni esplodere e sfarinarsi sotto la forza dei nostri colpi, sulle prime è divertentissimo e dà anche una galvanizzante sensazione di potenza. Dopo qualche partita, Fly Punch Boom! inizia invece a dimostrare tutti i limiti di un titolo che, per forza di cose, non è vasto e profondo come Super Smash Bros. (e nemmeno voleva esserlo). Ecco allora che la vera competizione si sposta online, dove, a sorpresa, il picchiaduro italiano coltiva una nutrita schiera di appassionati – fortissimi! – sempre pronti a prendersi a ceffoni. E qui si comprende quanto un titolo all’apparenza leggero come questo abbia in realtà fatto breccia in un buon numero di videogiocatori.