Grazie a un sistema con tracciamento GPS, è possibile rintracciare le arnie. L’intervista al Ceo
Il furto delle arnie è un problema che interessa tantissimi apicoltori e di cui si parla pochissimo. Secondo i dati comunicati dalla FAI (Federazione Apicoltori Italiani), sono oltre 22mila i furti di arnie che si verificano ogni stagione, in un settore che conta quasi 64mila attività di apicoltura e oltre un milione e mezzo di arnie. In soccorso a questa emergenza, che per gli apicoltori rappresenta un grave problema, ha preso vita AntifurtoArnia; una startup di Cesena che ha progettato un sistema di antifurto con tracciamento GPS, inserito nell’arnia e invisibile dall’esterno, il quale permette di monitorarne e tracciarne gli spostamenti.
Come funziona AntifurtoArnia
La tecnologia implementata da AntifurtoArnia prevede un sistema di monitoraggio dello stato di salute delle api, tramite l’analisi di alcuni parametri fondamentali come l’umidità e la temperatura e, grazie al sistema di antifurto con GPS (con SIM integrata), il proprietario dell’arnia può rintracciarne gli spostamenti collegandosi, dallo smartphone, all’app “B-secure”. Una volta che è stato inserito antifurto all’interno dell’arnia, invisibile esternamente, l’apicoltore riceverà in tempo reale le informazioni relative al proprio apiario e sarà tempestivamente avvisato in caso di furto. L’antifurto, inoltre, è collegato alle forze dell’ordine, che, in caso di azione dei ladri verranno immediatamente allertate.
L’idea è nata dal CEO, Roberto Pasi, e dal CTO, Gabriele Garavini. Con il sistema da loro implementato, hanno reso possibile il recupero di 45 arnie sottratte ad un apicoltore nel ferrarese, per un valore di 20.000 euro. Più in generale, hanno contribuito al ritrovamento di circa 600 arnie in tutto il Paese. Grazie al sistema di tracciamento, le forze dell’ordine, in allerta, sono riuscite a intercettare i ladri nel parmense; i quali adesso rischiano una condanna, per abigeato, che prevede sino a 6 anni di carcere.
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“Il fenomeno del furto delle arnie è un problema annoso del nostro Paese, nonché un danno enorme in termini economici per gli apicoltori e le apicoltrici che lo subiscono – commenta Roberto Pasi – Spesso, tuttavia, queste persone hanno timore a denunciare, per le ripercussioni che potrebbero ricevere. Grazie al sistema GPS che abbiamo implementato è possibile mettere un punto a tutto questo, restituendo le arnie e la dignità a coloro che ogni giorno mettono anima e corpo in questo delicato e importantissimo mestiere”.
La tutela delle api passa anche dalla tecnologia
“Riuscire a prevenire, o almeno a fermare, i furti e i danni agli apiari deve diventare una priorità per tutti coloro che operano nel settore, e il nostro impegno in questo senso sarà sempre più intenso”, spiega Gabriele Garavini. Oltre al danno economico per gli apicoltori, questi tipi di furti rappresentano un gravissimo danno per l’ambiente, per cui le api sono indispensabili per la nostra stessa sopravvivenza. Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), le api domestiche e selvatiche contribuiscono al 70% dell’impollinazione delle specie vegetali sul pianeta e garantiscono il 35% della produzione totale di cibo. Contribuendo alla conservazione della flora e al mantenimento delle biodiversità, gli insetti impollinatori rivestono un ruolo unico nella misurazione dello stato di salute dell’ambiente tanto importante da essere, appunto, prevista una pena che prevede non solo una sanzione da 927 a 1.500 euro ma anche la reclusione da due a sei anni.