Progetto MUSA, a Milano, si occuperà di energia rinnovabile, gestione dei rifiuti, mobilità, startup, big data, benessere e finanza sostenibile
Milano, culla dell’innovazione, punta sulla rigenerazione urbana per proporre un modello replicabile a livello nazionale ed europeo. E’ una sfida molto ambiziosa quella portata avanti, in primis, dai quattro atenei dell’area metropolitana (l’Università Bicocca, Bocconi, la Statale e il Politecnico) che nei prossimi tre anni saranno impegnati nello sviluppo di soluzioni smart per l’energia rinnovabile, la gestione dei rifiuti, la mobilità green, i big data, la salute, la finanza sostenibile e la creazione di un polo di incubazione e di accelerazione per startup. Il fine è quello di creare le condizioni per una società sempre più inclusiva, libera da disuguaglianze. E sarà possibile farlo grazie alla collaborazione tra soggetti pubblici e privati e a un investimento complessivo di 116 milioni di euro, finanziato per 110 milioni dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “MUSA può essere un progetto straordinario sia per gli scopi che persegue che per la sua peculiarità – ha affermato durante la presentazione nell’aula Magna dell’Università Bicocca, il sindaco di Milano, Beppe Sala – Finalmente parliamo di un’iniziativa che si concretizzerà in 3 anni e non in 10. Faremo sì che lasci un segno indelebile nella nostra comunità”.
“Faremo sì che lasci un segno indelebile nella nostra comunità”
In una regione che ospita già, secondo i dati del MISE, oltre un quarto di tutte le startup italiane (26,7%) – con la sola provincia di Milano che ne conta 2.545 (il 18,7% del totale) – si va a incentivare e accrescere sempre di più il tessuto imprenditoriale ed economico-produttivo.
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Progetto MUSA: dati, obiettivi, mission
“MUSA” sta per “Multilayered Urban Sustainability Action” e vuole inaugurare un nuovo modello di collaborazione pubblico-privato che andrà ad agire in sei settori fondamentali per la buona riuscita del progetto:
- La rigenerazione urbana e le città del domani, con la definizione di modelli e strategie di rigenerazione della città e l’innovazione di processi e prodotti provenienti da joint e living lab in cui imprese e ricercatori affrontano temi chiave dello sviluppo urbano sostenibile;
- I big e gli open data per le Scienze della Vita, con la messa a punto di una piattaforma digitale innovativa per la trasmissione e lo storage sicuro di big data in applicazioni che puntano a migliorare lo stato nutrizionale e l’ambiente in cui vivono i cittadini con sistemi di intelligenza artificiale;
- L’imprenditorialità e il trasferimento tecnologico, con lo sviluppo di soluzioni che consentono di rafforzare il processo di crescita dell’innovazione, facilitando l’imprenditorialità e il trasferimento tecnologico. Il focus è, in particolare, su come le tecnologie possono contribuire a uno sviluppo sostenibile di tutti i settori industriali (dall’industria della salute all’eco-industria, manifatturiero, lusso, moda, design), sostenere i processi di inclusione e partecipare a progetti di rigenerazione urbana e di finanza sostenibile. Inoltre, si punta a incrementare il numero di nuove imprese e a sviluppare nuovi servizi per le imprese del territorio, specialmente PMI, che permetta di valorizzare le loro attività di ricerca e sviluppo e di potenziare il trasferimento tecnologico dalle Università alle imprese. Attività che puntano anche alla realizzazione di laboratori e piattaforme di sviluppo dislocate sul territorio; a investimenti in attrezzature per la realizzazione di centri e laboratori necessari alla prototipizzazione di prodotti e servizi; all’organizzazione della filiera che parte dall’idea innovativa e arriva alla creazione di imprese di successo e dei servizi a supporto delle PMI e delle grandi imprese nazionali;
- L’impatto economico e la finanza sostenibile, con un approccio partecipato che coinvolge tutti gli stakeholder e con la ricerca, in grado di creare prodotti e servizi innovativi e sostenibili;
- La moda, il lusso e il design sostenibili per facilitare la transizione verso nuovi modelli di business, basati su filiere guidate da principi di sostenibilità e circolarità con l’adozione di materie prime più sostenibili; l’impiego di processi produttivi più puliti; la ridefinizione delle strategie e la valorizzazione di prodotti e marchi;
- L’innovazione per società sostenibili e inclusive, rafforzando gli strumenti tecnologici e le strategie innovative d’intervento per contribuire al benessere individuale, delle organizzazioni e delle comunità, verso una società sempre più inclusiva.
“Un progetto che va a toccare temi concreti in modo innovativo – ha affermato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana – E che è possibile fare grazie al lavoro di ricerca di cui dobbiamo essere orgogliosi”.
“Abbiamo voluto coinvolgere i giovani iniziando proprio dai nostri studenti – ha dichiarato la rettrice di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni – Con l’idea di dare una risposta innovativa, scalabile e replicabile“.
Con progetto MUSA, imprese e ricerca lavorano di pari passo, collaborando alla promozione di una transizione urbana sostenibile e trasferibile anche in altri contesti. Il vero punto di forza sarà la collaborazione con i centri di ricerca e gli enti del Sud Italia per condividere tecnologie, processi di innovazione, piani di fattibilità e azioni di trasferimento al territorio. Grazie al lavoro, in sinergia tra le quattro Università milanesi, e al sostegno di istituzioni come Regione Lombardia, Comune di Milano e Fondazione Cariplo, oltre alla partnership con società e imprese del territorio, il progetto MUSA ha l’ambizione di trasformare l’area metropolitana in un ecosistema di innovazione per la rigenerazione urbana, sfruttando anche i fondi garantiti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. I settori in cui inciderà maggiormente il progetto saranno quelli della formazione superiore, della specializzazione e della ricerca, delle filiere industriali produttive, agendo in diversi ambiti: da quello sociale a quello tecnologico e digitale; dall’ambiente all’economia.
“Un’iniziativa ambiziosa che si concentrerà sulla ricerca e l’innovazione – ha affermato l’assessore all’Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione di Regione Lombardia, Fabrizio Sala – I risultati che otterremo entreranno a far parte delle nostre stesse politiche regionali”.
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Milano sempre più verso il futuro
Che la città di Milano guardasse al futuro non è una novità, ma vedere nascere e prendere forma progetti sempre più di ampio raggio, verso nuovi confini, è sempre una buona notizia. “Abbiamo realizzato tante cose nuove, soprattutto con l’accelerazione digitale imposta dalla pandemia – ha sostenuto il rettore dell’Università Statale di Milano, Elio Franzini – Dalla stampa di organi in 3D ai nuovi traguardi raggiunti nel campo della telemedicina. Il progetto MUSA, ora, è per noi un’operazione di reclutamento di cervelli che lavoreranno in sinergia nei nostri centri di ricerca”.
“Il progetto MUSA è, per noi, un’operazione di reclutamento di cervelli che lavoreranno in sinergia nei nostri centri di ricerca”
Già, perché, senza dubbio, senza cervelli non può esserci innovazione, così come non la si può pretendere senza collaborazione e, anche in questo caso, Milano racconta di partnership pubblico-privato che funzionano. “Con i fondi messi a disposizione dal PNRR possiamo reclutare 160 talenti – ha affermato Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano – Nelle nostre Università ci sono tra i 6.000 e gli 8.000 ricercatori che, con le loro competenze e capacità, hanno permesso di vincere i bandi di questo progetto”.
Anche Fondazione Cariplo ha investito nel progetto MUSA. “Sono più di 500mila euro i fondi che Fondazione Cariplo ha destinato a questo progetto: investimenti in tecnologia e nel supporto di giovani ricercatori, convinti che, nei prossimi anni, la messa a terra di queste nuove soluzioni farà, davvero, la differenza, all’interno di un sistema che genererà sempre più valore perché attrarrà nuovi investimenti, e via dicendo..”, ha affermato Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo
“Affrontare le sfide dell’open innovation in modo complementare è quello che oggi si deve fare con l’aiuto del digitale e dei big data a livello macro e micro, incrociando i dati”, conclude il rettore dell’Università Bocconi, Gianmario Verona.