Nessuna ipotesi di proroga. La questione del social cinese è alle battute finali?
Manca pochissimo al 20 settembre, l’ultimo giorno utile alla società cinese ByteDance per vendere TikTok se non vuole lasciare gli utenti statunitensi orfani del social network più chiacchierato del momento. Il presidente USA, Donald Trump, ha dichiarato senza mezzi termini che non lascerà spazio ad alcuna proroga. Se entro nove giorni non si trova alcun accordo, la Generazione Z a stelle e strisce dovrà trovare altre piattaforme su cui creare contenuti e divertirsi. «Vedremo cosa succederà, o la chiuderanno o la venderanno», ha dichiarato il capo della Casa Bianca nelle scorse ore.
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Siamo al round finale?
A pochi mesi dalle elezioni presidenziali statunitensi – fissate, come sempre, il 3 novembre – Donald Trump ha scelto di cavalcare la polemica con il social network cinese TikTok. Durante l’estate il presidente ha preso di mira la piattaforma di ByteDance, accusandola di violare la privacy dei cittadini americani e paventando il rischio concreto che queste preziose informazioni finiscano nelle mani del governo comunista di Pechino. Ma quali sono i possibili acquirenti con cui ByteDance starebbe trattando?
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Nelle scorse settimane si è dato molto credito alla cordata guidata da Microsoft – nella quale rientrano anche Walmart, la multinazionale della grande distribuzione, e Oracle – e questa resta finora lo scenario più probabile. Sempre ammesso che si arrivi davvero a una conclusione entro pochi giorni. La questione non è affatto una semplice compravendita di un’azienda: di mezzo ci sono politica, sicurezza nazionale e la guerra commerciale che da anni è in corso tra Washington e Pechino.
TikTok: avviso all’acquirente
Come si legge su TechCrunch, la Cina non è rimasta a guardare di fronte alla minaccia di Trump di mettere al bando TikTok dagli USA se ByteDance non si dovesse decidere a vendere la piattaforma. Il governo di Xi Jinping ha infatti approvato una norma tale per cui qualsiasi cessione a società straniere di determinate tecnologie sensibili – come quelle legate all’intelligenza artificiale – debbano passare prima sotto la lente di Pechino. Che può approvare o bloccare l’operazione.
A questo punto le cose si complicano. Una TikTok priva di queste tecnologie – che rimarrebbero strette nelle mani cinesi – sarebbe molto meno appetibile come piattaforma da acquistare. Ma il social, a quanto pare, non preoccupa soltanto Trump. Il suo sfidante alle elezioni del 3 novembre, il democratico Joe Biden, ha obbligato tutti i membri del proprio staff a disinstallare l’app dagli smartphone. Segno che, perfino con una nuova presidenza, i rapporti tra USA e ByteDance non navigherebbero automaticamente in acque più calme.