In Alto Adige l’hub verticale su un settore promettente dell’intelligenza artificiale
Inquadrare l’intelligenza artificiale non è semplice. Analizzando però una delle sue branche più promettenti e vedere con i propri occhi quali sono le innovazioni, le tecnologie e l’impatto sociale che investimenti di questo tipo restituiscono al territorio, ebbene, aiuta a comprendere l’importanza di questo settore per il futuro di un’infinita serie di campi. Dall’ecommerce fino alla viticoltura. Stiamo parlando della computer vision e del viaggio che StartupItalia ha fatto al Covision Lab di Bressanone, in provincia di Bolzano. Qui ci ha fatto strada Franz Tschimben, CEO di una realtà fondata da un consorzio composto da 7 tech company del territorio. Esperienza nella Silicon Valley, questo giovane imprenditore è tornato in Italia accogliendo la sfida di attrarre talenti in un piccolo centro dell’Alto Adige.
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Covision Lab: soluzioni ai problemi delle aziende
Con un investimento complessivo di 3 milioni di euro, il Covision Lab di Bressanone è un progetto che va compreso a cominciare dai suoi obiettivi. Far crescere un’ecosistema dell’innovazione, dove aziende, università e venture capital possono incontrarsi, ma non in una cosiddetta Alpha City, ovvero in un grande certo urbano, bensì in quella che nel libro “Vertical Innovation” a cura del giornalista Luca Barbieri viene definita una «periferia competitiva». E quelle di Trento e Bolzano rientrano senz’altro in questa definizione.
«Durante il lockdown abbiamo aperto le application per tre posizioni. Ci sono arrivate 300 domande», ci ha raccontato Franz camminando negli spazi del Covision Lab. «Sono tutte figure legate alla Computer vision engineering». Tra le iniziative attive c’è il Media Lab dotato di un sistema multi-camera in grado di catturare le immagini di oggetti e prodotti per trasformarli in modelli a 360 gradi e 3D. Tutto questo è rivolto agli ambiti più disparati. «Con un click riusciamo a ricostruire un modello 3D di un prodotto: oggi sarebbe senz’altro faticoso presentare questi servizi su marketplace come Amazon, per il semplice motivo che impiegherebbero troppo tempo a caricarsi sugli smartphone. Ma i dati ci dicono che il tasso di conversione potrebbe aumentare del 15%». Un domani, tuttavia, realtà aumentata e 5G potrebbero dare assist anche a queste innovazioni.
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In quanto hub, il Covision Lab non si occupa di prodotti, ma di trasferimento tecnologico e innovazione per le aziende del consorzio, che qui portano i propri problemi per trovare le migliori soluzioni grazie alla computer vision. Una di queste ci è stata presentata dal CTO Marco Boschetti. «L’use case su cui stiamo lavorando riguarda l’automazione dei trattori che devono operare in mezzo a filari di viti e frutteti». Sugli schermi ci ha mostrato i test di Multisensor, un progetto basato su un robot che, grazie ad algoritmi addestrati, è in grado di ricostruire l’ambiente circostante per evitare ostacoli.
Federico Giudiceandrea, Presidente del Board, e FranzTschimben, CEO
La guida autonoma in ambito agricolo – parliamo di un asset fondamentale in Trentino Alto Adige – potrebbe aiutare i lavoratori, sollevandoli da diversi compiti. Una volta studiata la tecnologia questa sarà trasferita all’azienda che più ne necessita per innovare il business. «Il nostro ruolo al Covision Lab è quello di fare da ponte tra tutte le aziende del consorzio». Ma qual è lo stato dell’arte della computer vision in Italia? «Parliamo di una tecnologia presente da decenni – ha precisato Boschetti – ma la svolta è arrivata con l’arrivo del deep learning. In Italia si fanno ricerche di qualità e una delle caratteristiche delle aziende del consorzio è che sono tutte medie realtà multinazionali che competono con i giganti a livello globale».