L’imprenditore sudafricano è stato il protagonista di Sway, podcast del New York Times
Elon Musk ha parlato per quasi un’ora con la giornalista Kara Swisher nell’ultima puntata di Sway, nuovo podcast del New York Times. Il futuro sarà elettrico, è una certezza. L’energia di cui il mondo ha bisogno per far camminare trasporti e industria va cercata nel sole e nel vento. SpaceX ha garantito costi inferiori rispetto alla concorrenza nel settore aerospaziale. Neuralink è stata fondata dall’imprenditore sudafricano per far sì che il futuro sia buono con il genere umano. E poi Tesla: quanto è complicato rivoluzionare l’automotive. Tutto questo è solo un piccolo antipasto della lunga chiacchierata che ha spinto Musk ad approfondire non tanto i suoi business, quando la sua missione di vita. Visionario come pochi altri, è anche sinceramente preoccupato per il destino dell’umanità.
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Musk: la fine dell’auto
«Tesla dovrebbe essere giudicata in base a quanto accelereremo l’avvento dell’energia sostenibile. Tutto questo succederà con o senza Tesla. Ma il bene fondamentale sta in quanti anni accelereremo il processo». Nella chiacchierata con Kara Swisher, Elon Musk è partito dalla sua casa automobilistica. «Non credo che questo sia il momento più opportuno per investire in auto a benzina – ha commentato – probabilmente non è una saggia decisione finanziaria a lungo termine. Le auto elettriche sono il futuro: non c’è più alcun dubbio su questo. La fine del veicolo a combustibile fossile è vicina».
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Fonte: profilo Twitter Tesla
A differenza di altri, Elon Musk guarda all’emergenza climatica e al reperimento di nuove risorse green non in un’ottica ambientalista. E allora perché si è messo a costruire auto elettriche? «La cosa che mi fa impazzire è che sappiamo di dover passare a un trasporto sostenibile a lungo termine, a prescindere da tutto – ha spiegato Musk nell’intervista – Questo perché finiremo il petrolio. Quindi che cavolo di senso ha scavare tutto il petrolio dalla terra, bruciarlo e poi dover passare comunque alla transizione?».
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SpaceX: le cene con Bezos
Tra gli aneddoti emersi dalla chiacchierata con la giornalista del New York Times, c’è quello delle cene tête-à-tête con Jeff Bezos, l’uomo più ricco del mondo che, oltre ad Amazon, gestisce anche Blue Origin, azienda aerospaziale concorrente di SpaceX. «Con razzi avanzati a disposizione è possibile decidere se vivere su una stazione spaziale o vivere su Marte. [Io e Jeff Bezos] vogliamo assolutamente assicurarci che la civiltà migliori nel tempo. Ed è importante sottolineare che ogni civiltà segue un arco. Non si limitano a salire sempre. Pensiamo agli antichi Egizi, ai Sumeri, ai Babilonesi». Alla giornalista che gli ha fatto poi notare quanto fossero belle le divise degli astronauti NASA partiti con la Crew Dragon quest’estate, Musk ha risposto orgoglioso. «Ci siamo impegnati molto per l’outfit. Dobbiamo ispirare i bambini».
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Fonte: sito NASA
AI: l’intelligenza non appartiene solo agli umani
Un altro tema toccato nel corso del podcast è stato quello di Neuralink. L’azienda forse fino a poche settimane fa meno nota di Elon Musk ha testato quello che è già stato soprannominato il Fitbit del cervello su un maialino di nome Gerturde. Questa tecnologia, oltre a potenziali applicazioni in campo medico, servirebbero all’uomo per difendersi dall’intelligenza artificiale. Per comprendere tutto questo è bene sottolineare la visione non proprio ottimista di Elon Musk in merito a una AI sempre più smart. «L’intelligenza artificiale non ha bisogno di odiarci per distruggerci».
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Nel 2019, a Shangai, Elon Musk ha chiacchierato di queste tematiche con Jack Ma, fondatore di Alibaba, e proprio in quella occasione aveva spiegato perché l’umanità dovrebbe preoccuparsi. Perfino nello scenario più positivo, senza strumenti adeguati le persone sarebbero ridotte ad animali domestici nelle mani dell’AI. Per spiegare questo punto di vista estremo, l’imprenditore si è lanciato in un parallelismo inquietante condiviso con Kara Swisher: «Se un formicaio è d’intralcio alla realizzazione di una strada, allora lo distruggeremmo. E non perché odiamo le formiche. Ma soltanto perché stiamo costruendo una strada. Penso che dobbiamo davvero pensare che l’intelligenza non sia limitata agli esseri umani. E che il potenziale di intelligenza nei computer è molto più grande che in biologia».
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E l’uomo cosa può fare? «Siamo già cyborg – ha spiegato Musk – Abbiamo computer, telefoni, app, social media. È come se fossimo già in parte elettronici, se ci pensiamo bene».