Dal Giappone arriva un gioco di ruolo che sembra uscito dal Nintendo a 8-bit o dallo SNES e farà lacrimare tutti gli amanti dei vecchi Final Fantasy
I GdR sono forse il genere che, più di molti altri, ha faticato per evolvere il proprio gameplay. A livello tecnico/tecnologico sono cambiati ovviamente moltissimo, fino a sembrare film realizzati in computer grafica (pensiamo alle ultime produzioni Square-Enix), mentre sotto il profilo ludico… be’, le novità non sono sempre state altrettanto significative. Chi tra voi dovesse rimpiangere i prodotti del passato, come per esempio i primi Final Fantasy e Dragon Quest, caratterizzati da sprite minimali e ambientazioni spesso dozzinali, può rivolgersi alla sempre più estesa softeca di KEMCO che, dopo aver inondato di JRPG a buon mercato le line up degli smartphone, ha preso di mira pure il Nintendo Switch. L’ultima uscita è Liege Dragon.
Tra antichi demoni che all’improvviso si risvegliano distruggendo tutto, come Abigore, il Dragone del Male resuscitato proprio nei primi istanti di gioco, regni un tempo prosperi, oggi sull’orlo del disastro (è il caso del reame di Blaze, le cui lande virtuali faranno da sfondo alle nostre avventure) ed eroi del calibro di Yuran che immancabilmente perdono la memoria ma in fondo sanno che sulle loro spalle grava la sopravvivenza del mondo intero, Liege Dragon non fa certo mistero di essere un prodotto molto classico. Il JRPG sviluppato da Exe Create Inc. si rifà esattamente ai capisaldi del genere, quelli che andavano per la maggiore su NES e SNES ormai circa 30 anni fa, condividendone meccaniche di gioco, trame e situazioni ludiche.
Tutto, in Liege Dragon, è vecchio stampo: dalla trama, che come abbiamo visto abbonda di tópoi afferenti al genere, alla realizzazione grafica. Il sonoro, in particolar modo, è davvero limitato e fastidioso, tanto che dopo alcuni minuti viene voglia di giocare l’intera avventura senza audio. Anche la giocabilità è vecchio stile, non solo perché corre sui binari dei giochi di ruolo nipponici più tradizionali, ma anche in quanto presenta una curva della difficoltà piuttosto impervia, che fa sì che Liege Dragon possa essere apprezzato soprattutto da chi ha una passione smodata per gli RPG.
Il solo ambito in cui Liege Dragon appare meno vecchio è la cura con cui sono realizzate le immagini degli eroi che si uniranno al vostro party e appariranno a schermo nei dialoghi. Yuran, Rugal, Hilda, Silky giusto per limitarci ai primi sono infatti realizzati con dovizia di particolari e, pur rifacendosi alle opere nipponiche, non presentano un character design afferente agli anni ’80 e ’90 ma decisamente più moderno.
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Insomma, se volete abbandonarvi nei ricordi o semplicemente amate tutto ciò che andava di moda venti o trent’anni fa, Liege Dragon è ciò che stavate cercando: potrebbe persino essere confezionato all’interno di una cartuccia per SNES, tanto è tradizionale e classicheggiante. È piuttosto limitato e, in alcuni frangenti (soprattutto nella crescita dei personaggi), confusionario, ma il rapporto qualità – prezzo comunque tiene, soprattutto considerati i pochi spiccioli necessari all’acquisto. Se invece siete alla ricerca di prodotti più moderni, in grado di presentare un maggior numero di sorprese, allora fareste meglio a cercare altrove.