Dal cuore della Norvegia arriva una storia di pirati e tesori che potrebbe conquistare l’intera famiglia, dal bimbo al babbo
Forse il titolo Capitan Sciabola e il Diamante bianco potrebbe non dirvi nulla. E nemmeno quello originale: Kaptein Sabeltann og den magiske diamant, film d’animazione del 2019 della regista norvegese Marit Moum Aune. Eppure, Captain Sabertooth and the Magic Diamond sta godendo di un discreto successo in tutto il Nord Europa. Sarà perché punta su grandi classici della narrativa per ragazzi: isole tropicali, pirati, avventure e tesori. Sta di fatto che il piccolo studio indipendente Ravn Studio AS di Drammen, in Norvegia, fondato nel 2002 da Stine Wærn e Tinka Town, ha deciso di imbastirci sopra un Metroidvania…
Cosa aspettarsi da Capitan Sciabola e il Diamante bianco
Scelta singolare, ne converrete, per un titolo che guarda soprattutto ai più piccoli. Perché i Metroidvania non sono certo giochi lineari, ma richiedono un certo impegno, non solo nel seguire quanto ci viene detto dai vari NPC (i personaggi non giocanti), ma anche nel ricordare la conformazione dei livelli, o si rischia di vagare inutilmente per ore. E in Capitan Sciabola e il Diamante bianco può proprio accadere questo e il videogame norvegese non concede sconti: ogni volta ritornerete sui vostri passi troverete nelle stanze già superate tutti i nemici che avete già sconfitto, fatto, questo, che rende il dilungarsi di ogni esplorazione potenzialmente mortale, dato che soprattutto all’inizio dovrete vedervela con un numero limitato di cuoricini.
La sola concessione graziosa che il gioco dà è che tutti i nemici, inclusi quelli già battuti più e più volte, una volta morti sganciano sempre almeno un cuoricino. Chi gioca ai titoli di questo genere sa che non è sempre così, anzi. Ma, appunto, teoricamente Capitan Sciabola e il Diamante bianco guarda soprattutto ai più piccoli. Teoricamente, appunto, perché vista la bontà del gameplay non escludiamo che non riesca a stuzzicare anche i giocatori più smaliziati e magari rivelarsi troppo complesso per quelli più piccini.
Non scambiatelo per un semplice platform, perché appunto Capitan Sciabola e il Diamante bianco segue i dettami dei Metroidvania: livelli discretamente (mai troppo, s’intenda) intricati che richiederanno di ritornare più volte in aree già visitate perché, sfruttando l’ultimo oggetto del quale siete entrati in possesso, potrete ora aprirvi vie precedentemente inaccessibili. E infatti nella produzione norvegese capita spesso che la fine del livello coincida con l’inizio. Purtroppo, però, i quadri non raggiungono la complessità di un Metroid o di un Castlevania e non dispongono nemmeno delle loro incredibili scorciatoie, perciò spesso bisogna percorrere chilometri prima in un verso e poi in un altro, rifacendo fuori a ogni passaggio tutti i nemici e sentendosi biglie impazzite di un flipper che schizzano da una parte all’altra del limitare del tavolo di gioco. In quanto ai nemici, posseggono una barra della vita che andrà svuotata in un sistema di combattimento non dissimile da quello di Wonder Boy.
Insomma, un po’ Metroid, un po’ Wonder Boy e un po’ Shantae, a sorpresa Capitan Sciabola e il Diamante bianco diverte e riesce a intrattenere per un discreto lasso di tempo, presentando qua e là anche diversi minigiochi, come un tira a segno con i cannoni della nave pirata o una discesa lungo le rapide di un fiume a cavalcioni su di un tronco che riescono a vivacizzare il gameplay evitando che subentri una certa ripetitività di fondo, pure immancabile. Segnaliamo che la legnosità dei due personaggi (all’inizio dell’avventura potrete scegliere tra un ragazzino, Pinky, o una ragazza, Sunniva, ma le regole di gioco non cambiano: si tratta di una opzione puramente estetica che non vi farà venir voglia di riniziare l’avventura con l’eroe scartato) invece non rende troppo facile la risoluzione dei seppur semplici enigmi e i combattimenti coi nemici più ostici e coriacei, ma richiede di fare un po’ il callo con un sistema di controllo che andrebbe oliato per bene.
L’aspetto che più ci ha convinti del titolo prodotto da Zordix Publishing è il fronte grafico. Capitan Sciabola e il Diamante bianco è una vera delizia per gli occhi, forte di una riuscita caratterizzazione di tutti i personaggi, nemici inclusi (dall’aria vagamente disneyana) e di un livello di dettaglio inusuale tra le produzioni indipendenti che riesce a mettere in scena scenografie che non mancheranno di ricordarvi Donkey Kong Country Returns dei Retro Studios (senza raggiungerne la qualità, sia chiaro, ma già il fatto di riuscire a richiamarle è notevole).
Insomma, Capitan Sciabola e il Diamante bianco si è rivelato una piacevolissima sorpresa. Un’ottima idea regalo per il proprio pargoletto che inizia a chiedere qualcosa di più impegnativo o per il fratellino che ama guardarvi giocare a Metroid e che potrebbe finire col divertire anche il fratello maggiore e il babbo, abituati a titoli più impegnativi.