Giant Squid, al suo secondo videogame, confeziona un capolavoro per la nuova ammiraglia Sony, PlayStation 5
A vederlo con occhio disattento, The Pathless potrebbe sembrare un clone di Zelda Breath of the Wild. Non che sarebbe stato un male, anzi. L’ultima fatica Nintendo in quel di Hyrule ha rivoluzionato gli open world e persino i titoli che si sono ispirati palesemente a quella perla, come Immortals: Fenyx Rising (qui la nostra recensione) di Ubisoft si sono rivelati ottimi videogame con cui trascorrere le ormai prossime festività natalizie. Ma in realtà il secondo videogame di Giant Squid, startup innovativa statunitense guidata da Matt Nava, somiglia solo visivamente all’ultima avventura di Link, perché dal punto di vista del gameplay ha preferito osare rivolgendo ai videogiocatori regole di ingaggio proprie.
In The Pathless, sostanzialmente, se si vuole procedere spediti occorre continuamente centrare bersagli volanti con il proprio arco. Per ogni tiro andato a segno si ricarica un po’ la nostra barra della stamina. In men che non si dica il titolo della californiana Giant Squid finisce col somigliare quasi più a un FPS che non a Zelda Breath of the Wild. La mira automatica rende tutto molto meno frustrante e ritmato di quanto non ci si aspetterebbe da un gioco che, di fatto, non contempla la presenza di nemici all’infuori dei boss di fine zona, che più o meno vanno sconfitti con le medesime modalità con cui si bersaglia lo scenario con le nostre frecce per poter continuare a correre: li si affianca e li si trafigge nel punto in cui fa più male.
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Quasi più simile a un Sonic in tre dimensioni che a uno Zelda, The Pathless è comunque un open world che vi lascerà libertà d’azione totale. L’unico limite è rappresentato dal fatto che, per lasciare l’altopiano in cui vi trovate e avere accesso all’area successiva dovrete prima sconfiggere il demone del luogo. La peculiare decisione di improntare tutto il gioco sulla velocità d’esecuzione, con praterie e boschi immensi da percorrere però a perdifiato solo apparentemente sacrifica l’elemento esplorativo.
Forse, rispetto a Breath of the World e a Immortals: Fenyx Rising, si è più spinti ad andare veloci che a soffermarsi sugli elementi che compongono lo scenario, evitando di esplorarne con attenzione le rovine (come i due titoli citati a più riprese, anche il mondo di The Pathless è pressoché disabitato e punteggiato da antiche vestigia). In questo caso forse l’esplorazione dell’open world richiama allora alla mente i vari Assassin’s Creed e la loro progressione sincopata lungo il mondo di gioco. Ma questo non significa che il piccolo regno ideato dai ragazzi di Giant Squid sia povero di segreti: anzi. Risolvendo piccoli enigmi ambientali, che ora richiederanno di scoccare una freccia a un particolare sospetto del paesaggio, ora richiameranno in gioco la vostra aquila, si potranno sbloccare utili upgrade. Dunque si corre molto in The Pathless, ma anche fermarsi a riflettere può essere utile.
E poi c’è l’aquila, appunto, che ricorda molto la paravela di Breath of the Wild o le ali di Dedalo del titolo Ubisoft. Sarà la protagonista, come si anticipava, di un buon numero di enigmi – e occorrerà prendersi cura di lei, accudendola, coccolandola e ripulendola – ma soprattutto delle fasi più adrenaliniche e vertiginose dell’ottimo titolo sviluppato in quel di Los Angeles, a riprova della superbia tecnica raggiunta ormai dalla startup statunitense. Sì, perché The Pathless, oltre a essere particolarmente frizzante da giocare, è pure molto bello da vedere e altrettanto solido per ciò che concerne il motore tecnico. Un vero e proprio piacere per gli occhi e per lo spirito che lo rende uno dei migliori giochi di lancio di PlayStation 5. Ed è sviluppato da una startup.