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Fuga da WhatsApp: tutti i pro e i contro di Telegram

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Fuga da WhatsApp: tutti i pro e i contro di Telegram

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Fondata dal russo Pavel Durov, l’app di messaggistica è ottima per le community

Fondata dal russo Pavel Durov, l’app di messaggistica è ottima per le community

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Alessandro Di Stefano
14 gen 2021

La sfida tra WhatsApp e Telegram potrebbe essere inserita nella lunga lista di scontri tra gli Stati Uniti e la Russia. Dopo la decisione dell’app di messaggistica più famosa nel mondo occidentale di cambiare i propri termini e condizioni – c’è tempo fino all’8 febbraio per accettare: trovate informazioni nel nostro approfondimento – ebbene, sarebbe partita una sorta di diaspora da WhatsApp verso Telegram. Si parla di 25 milioni di utenti guadagnati dall’app del russo Pavel Durov, classe 1984, in appena 72 ore. Sbarazzarsi di un mezzo di messaggistica che fa parte della nostra quotidianità non è facile, anche se in molti sui social si stanno lamentando per le ultime mosse di WhatsApp. Andiamo dunque a scoprire quali sono le potenzialità (e i rischi) di Telegram che, ad oggi, viene utilizzata da 500 milioni di utenti attivi.

Leggi anche: Perché WhatsApp cambia le regole sulla privacy

Telegram, privacy prima di tutto

Come si legge sul New York Times, Telegram ha mosso i suoi primi passi nel 2013, nello stesso periodo in cui Edward Snowden ha iniziato a denunciare la campagna di sorveglianza di massa operata dagli Stati Uniti sui propri cittadini. Il tema centrale attorno a cui ruotava il successo di Telegram era proprio quello della tutela della privacy. Su questo aspetto, in realtà, il dibattito è ancora aperto. WhatsApp, Signal – l’altra app oggi sbandierata da Elon Musk – e Telegram utilizzano la crittografia end-to-end, che protegge le comunicazioni degli utenti. La tecnologia dell’app russa utilizza però un proprio protocollo, chiamato MTPRoto.

Leggi anche: Cos’è Signal e perché Elon Musk lo consiglia a tutti

I pro

Tra gli aspetti più interessanti di Telegram, i canali rappresentano quanto di più positivo per coltivare community e seguire gli influencer. Si tratta di chat dove gli utenti iscritti possono interagire con l’amministratore e ricevere una lunga lista di contenuti ogni giorno, dai podcast fino alle offerte sui canali ecommerce. Content creator, personaggi pubblici e anche aziende fanno leva sui canali per tenere viva e aggiornata la propria base. In certi casi sui canali può essere anche impedita la pubblicazione da parte degli iscritti: in questa maniera l’amministratore comprende quanto interessino i contenuti al proprio pubblico (passivo). I canali hanno un numero illimitato di membri, a differenza dei gruppi (molto simili a quelli presenti su WhatsApp).

Leggi anche: Big tech: cosa cambia ora per Google, Amazon&Co in Europa

I contro

Come tutte le piattaforme e app anche Telegram ha i suoi scheletri nell’armadio. Tante chat attive sulla piattaforma pubblicano e diffondono materiale piratato (non si contano le chat dove vengono diffusi i pdf dei quotidiani disponibili gratuitamente). Chi frequenta i social sa che, ad esempio, diverse pagine attive su Instagram invitano i propri follower e continuare a seguire filmati sui propri canali Telegram, dal momento che il video completo – pornografico, violento o offensivo – avrebbe meno rischi di essere eliminato.

Tags: #APP #TELEGRAM #WHATSAPP
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