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Smart Home: Quanti italiani vogliono davvero una casa connessa?

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La casa diventa sempre più intelligente ma gli italiani hanno ancora delle diffidenze, in particolare per quanto riguarda la privacy e la sicurezza dei dati personali

La casa diventa sempre più intelligente ma gli italiani hanno ancora delle diffidenze, in particolare per quanto riguarda la privacy e la sicurezza dei dati personali

Cybersecurity
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Sara Riboldi
2 mag 2018

Cresce anche in Italia il mercato dell’Internet of Things per la Smart Home, ma ancora restano da superare alcune diffidenze. In particolare le persone sembrano essere ancora preoccupate per le questioni legate alla privacy e alla sicurezza dei dati. L’Intelligenza Artificiale sembra essere la nuova strada per la casa ‘intelligente’.

La casa come rifugio

A dirlo è la ricerca sulla Smart Home dell’Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano, realizzata su dati Doxa dal titolo ‘Non manca (quasi) più nessuno: la Smart Home apre i battenti’. Secondo i dati, il mercato Smart Home in Italia nel 2017 vale 250 milioni di euro, con una crescita pari al 35% rispetto al 2016 (anno in cui aveva raggiunto 185 milioni di euro) e Il 38% degli italiani possiede già almeno un oggetto smart in casa. Il 32% ha acquistato un oggetto smart proprio nel corso del 2017. La crescita del mercato in merito alla casa ‘intelligente’ è in linea con tutti i Paesi occidentali. La casa, del resto, è il cuore pulsante di ogni persona, un rifugio dove poter stare bene e in tranquillità. Secondo l’Osservatorio [email protected], per il 74% degli italiani la casa riveste un ruolo molto importante. Per quasi un italiano su 4 c’è un progressivo attaccamento alla propria abitazione.

 

Inoltre, oggi in casa non solo ci si riposa. Sono in molti, infatti, a lavorare nella propria abitazione (secondo Doxa, il 68% della popolazione lavora da casa anche più volte alla settimana). È quindi ovvio che si cerchino tutte le soluzioni che possano migliorare sempre di più il tenore di vita, soprattutto in virtù di una popolazione che tende a invecchiare e in virtù del fatto che il lavoro da casa anche in Italia sta diventando sempre più realtà. Secondo i dati Istat, infatti, nel 2017 sono state registrate 464 mila nascite, nuovo minimo storico e il 2% in meno rispetto al 2016, quando se ne ebbero 473 mila.  Per quanto riguarda la speranza di vita alla nascita l’età è pari all’80,6 anni per gli uomini e all’ 84,9 anni per le donne.

L’esigenza di sicurezza trascina il mercato IoT

La sicurezza è al primo posto anche per le applicazioni IoT. In Italia sono in molti ad avvertire il rischio di criminalità nella zona in cui abitano. Solo nel 2015, secondo l’Istat, la percentuale era superiore al 41%. Di conseguenza, il fatto di sentirsi sicuri in casa propria diventa prioritario per tutti gli italiani. Fra i consumatori che rappresentano il campione italiano nella ricerca (un campione di 1.000 individui con età compresa tra 18 e 74 anni), il 54% predilige sensori per porte e finestre, il 41% adotta videocamere di sorveglianza e il 29% predilige videocitofoni e serrature. C’è più sensibilità però anche per quanto riguarda la gestione del riscaldamento e degli elettrodomestici, cioè caldaie e termostati connessi o lavatrici controllabili tramite App. Maggiore efficienza e risparmio energetico sono le nuove parole d’ordine.

Privacy e sicurezza dei dati come priorità

Se l’abitazione è considerato un rifugio, è altrettanto ovvio che proprio per il senso di sicurezza che si respira in casa propria, ci possano essere alcune diffidenze. Privacy e sicurezza dei dati sono priorità per gli italiani. Secondo l’indagine, il 51% dei consumatori preferisce non condividere informazioni personali (era il 27% nel 2014 e il 44% nel 2016). Ed è scarsa la fiducia in termini di Cyber Security: il 72% dei consumatori intervistati è preoccupato per i rischi di accesso o potenziale controllo degli oggetti connessi da parte di malintenzionati. A questa esigenza le aziende sono chiamate a dare una risposta concreta.

 

“I consumatori non riescono ancora a cogliere il vantaggio derivante dalla condivisione dei dati – commenta Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. Una leva importante è proporre servizi il cui valore sia chiaramente percepito dai clienti, come il pronto intervento di un’azienda di vigilanza in caso di furto oppure consigli per ridurre i consumi energetici. È importante che le aziende anticipino già in fase di progettazione le problematiche di sicurezza, per poi lanciare sul mercato prodotti smart con un minor rischio di vulnerabilità rispetto a eventuali attacchi esterni”.

Le barriere da superare

Ci sono anche altre barriere che bisogna superare per raggiungere il pieno sviluppo per quanto riguarda la Smart Home. “Nonostante la forte crescita, sono ancora numerose le barriere su cui le aziende devono concentrare gli sforzi – continua Angela Tumino – In particolare le difficoltà nell’installazione dei prodotti, la carenza di servizi che effettivamente consentano di creare valore e la scarsa riconoscibilità di molti dei brand che oggi presidiano il mercato. Privacy, Cyber Security e i nuovi algoritmi di Intelligenza Artificiale sono aspetti cruciali per lo sviluppo di soluzioni affidabili e attrattive sul mercato, puntando alla corretta gestione e valorizzazione dei dati che nel futuro saranno sempre più frequentemente messi a disposizione dagli oggetti connessi nelle nostre case”.

 

Il 74% dei consumatori intervistati ha richiesto fin dall’inizio un professionista per l’installazione dell’oggetto smart. Eppure i vari oggetti smart dovrebbero essere poter essere installati in autonomia dall’utente. Forse un po’ per l’inesperienza del consumatore o forse per reali difficoltà nell’installazione, il dato di fatto è che se le persone si rivolgono a esterni specializzati per installare ciò che acquistano, ci sono anche costi aggiuntivi. Un limite per il pieno sviluppo della casa ‘intelligente’. Non sempre, inoltre, le persone conoscono la startup che offre il prodotto, cosa invece fondamentale per creare quel rapporto di fiducia alla base tra produttore e consumatore. Regola d’oro che valeva nel passato e che vale forse ancora di più oggi, con la molteplicità di offerte rivolte agli utenti. La comunicazione diventa allora fondamentale: il 58% dei consumatori ha sentito parlare di Smart Home nella pubblicità su radio, TV e giornali, mentre il 32% tramite Internet.

L’Intelligenza Artificiale  come ‘governante’ di casa

L’Intelligenza Artificiale può venie incontro alle esigenze delle persone e sicuramente potenziare lo sviluppo IoT nelle case degli italiani. A fianco dell’ormai consolidato riconoscimento vocale, la nuova tendenza sarà un’interfaccia che consenta di personalizzare e configurare gli oggetti smart in base alle proprie preferenze. Grazie all’Intelligenza Artificiale la gestione dei dispositivi connessi sarà più efficiente e più semplice. “Troppo spesso oggi si tende a limitare l’ambito di azione della casa intelligente all’automazione di semplici funzionalità già esistenti o alla gestione remota di dispositivi domestici, senza esplorare scenari più avanzati – osserva Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. L’Intelligenza Artificiale si candida a diventare la nuova ‘governante’ della nostra casa: un aiuto concreto e personalizzato per aiutarci a vivere meglio, abilitando servizi di valore che vanno dalla gestione dell’energia al supporto agli acquisti, dalla vigilanza all’individuazione della necessità di pulizie in occasioni speciali”.

 

 

 

 

 

 

Tags: #IOT #POLITECNICO #SMART-HOME
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