People Can Fly ha sviluppato uno sparatutto distopico e divertente
Passato il brutto spavento del day one, quando Outriders non era ancora disponibile per un bug che impediva il collegamento ai server, siamo riusciti ad atterrare sul pianeta Enoch. Il titolo sviluppato dalla software house polacca People Can Fly – in Polonia tra Cyberpunk 2077 e questo titolo abbiamo la certezza che abitino i più grandi creativi della distopia – è disponibile anche sulla next gen e infatti lo abbiamo provato su Xbox Series S (il titolo è gratuito per gli abbonati al Game Pass), per vedere come se la cava questo shooter in terza persona, tra mostri, ribelli e tempeste magnetiche. Come rpg Outriders è un videogioco pieno di specifiche, potenziamenti e armi che fin dall’inizio il gamer potrà apprezzare lungo la sua avventura su Enoch, un pianeta dove l’umanità avrebbe voluto ricominciare una nuova vita, dopo la distruzione della Terra.
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Outriders: scegliete la vostra mutazione
Outriders inizia con l’editing del personaggio. Oltre alla possibilità uomo o donna, il gamer ha a disposizione non troppi elementi per caratterizzare il volto e gli aspetti estetici del proprio eroe (da questo punto di vista siamo anni luce distanti da Cyberpunk 2077). L’ultima scelta sta nel nome di battesimo. Una volta iniziata la storia, senza anticiparvi nulla di decisivo, scoprirete che l’umanità ha dovuto lasciare la Terra. La distruzione del pianeta sarebbe stata il frutto di tutte le nefandezze ambientali e belliche perpetrate da politica ed eserciti. Enoch, un pianeta mai esplorato prima, sembra a tutti gli effetti una buona casa da cui ricominciare. Il nostro eroe fa parte degli Outriders, coloni armati fino ai denti che vanno in avanscoperta per stabilire un contatto col pianeta e avviare il processo di inurbamento. Oltre a loro ci sono migliaia di altre persone che attendono nel crio-sonno di essere risvegliate per riprendere a vivere.
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Il gamer, ne siamo certi, non avrà nulla di cui stupirsi nello scoprire presto che il nuovo pianeta sarà un vero e proprio inferno. Dopo un terribile incidente che ci vede coinvolti veniamo salvati e messi in crio-sonno per poi risvegliarci 31 anni dopo, quando ormai morte, egoismo e guerra hanno preso il sopravvento, rendendo Enoch un’altra terra maledetta. Al nostro risveglio scopriamo che quella misteriosa tempesta magnetica che ci aveva travolti tanto tempo prima in realtà ci ha donato poteri straordinari, mettendo in atto una mutazione. Quale? Questo spetto a voi deciderlo: tecnomante, piromante, mistificatore e distruttore. Per quanto ci riguarda abbiamo scelto il terzo, provando non avete idea di quante belle sensazioni nell’alterare lo spazio e il tempo per eliminare gli avversari.
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Il combattimento: il succo di Outriders
Fatte le presentazioni, Outriders si svela in un amen per quello che è: uno sparatutto frenetico, chiassoso e pieno di azione. A dire il vero oltre alle fasi di combattimento, che si susseguono in vari scenari di gioco più o meno ampi, c’è molto poco. Non pensiate dunque di atterrare su Enoch per fare un’esplorazione del paesaggio o andare alla ricerca di collezionabili. Il videogioco di People Can Fly ha lavorato soprattutto nell’offrire un’esperienza di gameplay adatta a tutti i gamer, in quell’ottica inclusiva che sempre di più contraddistingue il gaming moderno. I livelli di difficoltà variano e si chiamano livelli del mondo (ce ne sono oltre 15) ed è sempre il giocatore a scegliere. All’inizio siamo riusciti ad affrontare un paio di missioni con il livello del mondo 3, fino a quando non ci siamo resi conto che con armature e armi troppo deboli non avremmo potuto avanzare. Più sale il livello, maggiori saranno le ricompense e la gratificazione per un lavoro ben svolto. Il bello di tutto questo è che la difficoltà si può modificare in ogni momento.
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Outriders premia l’azione ad ogni costo, dunque non è consigliabile adottare una strategia passiva e di attesa. Non soltanto perché gli avversari saranno moltissimi e le barriere troppo deboli per farvi scudo a lungo, ma anche perché i nemici o le bestie non avranno paura alcuna nel venirvi a cercare per stanarvi. Sotto questo punto di vista ribadiamo che il videogioco convince perché non annoia mai, con tutta questa necessità di armarsi, ricaricare, cambiare bocca di fuoco e utilizzare le nostre potenti mutazioni. Divertimento allo stato puro, con una mira tradizionale e qualche sbavatura soprattutto nelle fasi più frenetiche quando ci siamo addirittura ritrovati in una situazione da first person shooter (sistemata raddrizzando l’inquadratura).
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Lunga vita agli Outriders
Grazie alla grande profondità e caratterizzazione del personaggio la longevità di Outriders è assicurata dal fatto che, una volta terminata la storia (30 ore all’incirca), sarà comunque possibile riviverla optando per un’altra mutazione. In più la possibilità di giocare in cooperativa – fino a tre gamer – dà la giusta carica per condividere il divertimento. L’albero dello sviluppo del personaggio offre una più che discreta linea di crescita dell’eroe, che potrà diventare sempre più letale mano a mano che affronterà nuove missioni. E a questo proposito il nostro invito è quello di prendervi tutto il tempo per seguire la storia principale per poi concedervi anche qualche deviazione con le secondarie.
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Quello che non ci è piaciuto
Outriders non è un game as a service e dunque l’esperienza che gli sviluppatori hanno confezionato è a scatola chiusa. Nulla da dire sulla strabiliante creazione dei nemici e delle mostruose creature che abitano Enoch – nel nostro menu potremo scoprire molto di più sulla lore e sui personaggi che ci seguiranno nell’avventura – eppure ci sentiamo comunque di avanzare alcuni dubbi sulle forse eccessive animazioni che non aggiungono molto alla nostra esperienza. Outriders ha una storia, ma troppo spesso nel corso delle missioni ci siamo imbattuti in fasi scriptate con poco senso (per di più con il nostro personaggio che girovagava per Enoch senza armatura e armi: pazzo!). Le animazioni talvolta si interrompono di colpo e subito ci ributtano nell’azione. E forse non sarebbe stato male equilibrare le tante sessioni di combattimento con qualche fase di esplorazione in più. Detto questo non concedersi questo titolo per chi ha già il Game Pass è un vero e proprio spreco.