Accordo con l’emirato, che entro il 2030 vuole che 4 trasferimenti su 10 siano su mezzi autonomi: la flotta di robotaxi salirà fino a 4mila veicoli prodotti da GM
Il primo servizio di robotaxi di Cruise, la società partecipata anche dai giganti General Motors e Honda, partirà fra due anni a Dubai. I robotaxi del gruppo sono ufficiali: lo ha annunciato Hamdan bin Mohammed, meglio noto anche sui social (@faz3 ha 11,3 milioni di follower su Instagram) come Fazza, futuro emiro. Cruise utilizzerà i suoi veicoli completamente autonomi, battezzati Origin e svelati per la prima volta nel 2019. Non verranno invece schierate le Chevrolet Bolt elettriche già viste nei test a San Francisco. Ci si limiterà, insomma, a quella sorta di avveniristiche monovolume che possono ospitare fino a sei persone, prive ovviamente dell’abitacolo e di ogni strumento di conduzione.
Si tratterà dunque di un veicolo condiviso, dunque di una flotta di mezzi da utilizzare sia a chiamata che per tratte di linea con più persone all’interno. Ma in grado di sfrecciare a buone velocità sulle enormi arterie che collegano il piccolo ma ipertecnologico territorio emiratino. Entro il 203 si dovrebbe arrivare a circa 4mila mezzi solo a Dubai. Anche se l’obiettivo principale del gruppo è quello casalingo: punta comunque, dopo il flop del 2019, a essere la prima società a poter offrire un sistema di robotaxi autonomi proprio a San Francisco. I mezzi destinati a Dubai saranno prodotti nell’impianto di Detroit-Hamtramck della GM a partire dal prossimo anno: la pandemia sarà passata ma in ogni caso i veicoli saranno sanificati a ogni corsa e verranno introdotte delle misure per tenere le persone distanti durante il tragitto.
Forse meno nota rispetto ad altri brand come Tesla o la Waymo di Alphabet che pure non passa periodi splendenti (l’ad John Krafcik si è appena dimesso), Cruise ha raccolto negli ultimi tre anni oltre 7,4 miliardi di euro da un gran numero di investitori fra cui SoftBank, Honda, GM, T. Rowe Price Group e Microsoft. La valutazione attuale si muove intorno ai 19/20 miliardi di dollari. Come spiega The Verge, Dubai sembrerebbe – come per molti altri esperimenti simili, chi si ricorda Volocopter che già nel 2017 effettuò il primo volo e dovrebbe entrare in servizio nel 2022 – la piazza perfetta per l’esordio. L’emirato ha infatti posto come obiettivo che entro nove anni il 25% della sua flotta di trasporti sia composta da mezzi autonomi.
I robotaxi saranno dunque introdotti gradualmente e in zone specifiche prima di espandersi in altre parti della città. Hamdan bin Mohammed ha spiegato che l’accordo con Cruise è “un passo essenziale verso la realizzazione della Self-Driving Transport Strategy di Dubai, che intende convertire il 25% dei viaggi totali di Dubai in modalità autonoma attraverso diverse tipologie di trasporto entro il 2030”. Cruise rimarrà fornitore esclusivo dell’emirato, per quanto riguarda i taxi, fino al 2029.