Innanzitutto, spiegano i consulenti della società americana, è essenziale avere una vision. Avere un’idea del punto di arrivo, immaginare cosa succederà una volta raggiunto. È la vision che aiuta a definire il percorso e a mantenere alta la motivazione del personale.
Il secondo passo è raccogliere i dati e identificare sfide e opportunità. Un’analisi strutturata di quanto è già stato fatto è essenziale. Perché sia utile, è, però, importante condurla cercando di non lasciarsi influenzare dalle idee accumulate negli anni, e cercare, invece, di restare più obiettivi possibile. In questo potrebbe aiutare lo sguardo esterno di un consulente.
A questo punto comincia la fase di brainstorming, in cui è necessario coinvolgere i collaboratori con un approccio quantitativo e non qualitativo. Dale Carnegie chiama questa fase del “pensiero verde”, quella in cui, cioè, si cerca di portare fuori le idee di ognuno senza filtri. A questa segue quella del “pensiero rosso”, la selezione delle proposte migliori, che devono essere, però, realizzabili. Si tratta di un momento che può essere molto stressante per i manager: decidere non è mai facile, e lo è ancora meno quando si tratta di cambiare direzione.
Finito? Certo che no. È il momento di passare alla pratica. In questo stadio bisogna identificare con precisione tutte le persone coinvolte nel progetto, informandole puntualmente sui compiti che saranno chiamate a svolgere. Il progetto si chiuderà, quindi, con la fase di monitoraggio e di valutazione dei risultati: un passaggio che non deve essere trascurato e consente di correggere eventuali errori.
Questi e altri consigli potrete trovarli nell’utile volumetto di Dale Carnegie scaricabile a questo link. Una guida per capire come unire l’innovazione alla leadership e tenere la tua impresa sulla frontiera della conoscenza. E per creare, con il lavoro di oggi, il successo di domani.