Ci risvegliamo da un sonno profondo: è l’incipit di non pochi survival horror che abbiamo avuto il piacere di recensire. Se riaprire gli occhi è però spesso associato a un momento di tranquillità, magari dopo un brutto incubo, in Syndrome desidererete più e più volte che Morfeo vi faccia visita per allontanarvi dall’ansia perenne che respirerete tra gli stretti corridoi della Valkenburg, nave spaziale apparentemente deserta. Sviluppato dalla software house Camel 101, realtà indie composta da esperti con anni di gavetta nel settore, il titolo è disponibile anche su Nintendo Switch. Risale al 2016, ma la scelta di metterlo alla prova sulla console ibrida potrebbe riservare non poche soddisfazioni.
Dicevamo: siamo a bordo della Valkenburg. Come in altri survival horror, gli sviluppatori hanno fatto del proprio meglio per generare una sensazione di spaesamento. Non abbiamo una mappa, i corridoi sembrano segmenti di un labirinto e gli angoli ciechi abbinati ai rumori improvvisi generano la giusta strizza. Giocato in prima persona, vestiamo i panni di Trent Galen, uomo di cui nulla sappiamo. Uno dei monitor di bordo, primo oggetto con cui dobbiamo interagire, ci informa che il nostro equipaggio è, o meglio, era composto da sette membri. Trent è l’unico classificato come attivo, mentre gli altri figurano come “decessed”.
In Syndrome c’è spazio per l’esplorazione cauta seguita da fasi di combattimento con armi da fuoco. All’inizio c’è però la necessità di orientarsi, rimanendo disarmati e impauriti. Occorre sbloccare meccanismi, ritornare sui propri passi e capire di più su quanto è accaduto. La trama non è di quelle imperdibili, ma saprà senz’altro generare interesse nella nicchia di appassionati del genere. Il nostro consiglio è quello di dotarsi di un paio di cuffie per un’esperienza ancora più immersiva, che valorizzi l’audio design.