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Voyage: perché non conta la destinazione, ma il viaggio

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Voyage: perché non conta la destinazione, ma il viaggio

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Due fratelli, André e Johan Steen, entrambi amanti dei videogiochi debuttano con la loro startup proponendo ai gamer un’avventura dolce e poetica, dal forte impatto visivo

Due fratelli, André e Johan Steen, entrambi amanti dei videogiochi debuttano con la loro startup proponendo ai gamer un’avventura dolce e poetica, dal forte impatto visivo

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Carlo Terzano
6 ago 2022

Ci sono due fratelli dietro la startup innovativa svedese Venturos che, come primo titolo, ha scelto proprio un videogioco sorretto da due protagonisti e destinato a due videogiocatori. Perché se è vero che più della destinazione conta il viaggio, è altrettanto vero che un viaggio in due è sempre meglio che da soli…

Bon Voyage

Chiariamo subito che è possibile godere di Voyage anche da soli: non è necessario affrontarlo in compagnia di un familiare, di un amico o della propria ragazza (ma, andiamo: scaricandolo su Nintendo Switch si hanno già due Joy Con a disposizione, perché giocarci da soli?), tuttavia è innegabile che questa opera prima dei fratelli André e Johan Steen sia stata pensata per essere goduta principalmente in due.

Voyage

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Se si gioca da soli, si controllano entrambi i protagonisti: ogni personaggio si aiuta a vicenda salendo su sporgenze, spingendo o tirando oggetti e rovesciandoli per creare ponti e passaggi di fortuna. Ma è indubbiamente più divertente essere in due e spremere le meningi assieme, cooperando in vari modi, per affrontare le sorprese e superare le sfide che ci attendono in questo breve viaggio.

Voyage

Non aspettatevi comunque chissà quali enigmi ambientali: siamo infatti dalle parti del walking simulator e i rari enigmi vengono disvelati dal gioco stesso mediante una serie di suggerimenti visivi (comunque di classe, perfettamente integrati nell’avventura), che appariranno nel caso in cui vi fermiate troppo a lungo in una determinata schermata.

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Voyage è una avventura placida e rilassante, che si caratterizza per la bellezza dei suoi scenari, disegnati a mano e in grado, nelle due-tre ore che dura l’avventura, di alternare una enorme quantità di fondali e parallassi (alpeggi immacolati, torridi deserti, boschi fatati, grotte cariche di misteri…), tutti ugualmente animati, vividi, grondanti di dettagli, ispirati e altamente evocativi. L’atmosfera è resa ancora più suggestiva dalle musiche di Calum Bowen, già noto per essere il compositore della soundtrack di altri giochi indipendenti, come Snipperclips, Pikuniku e Lovely Planet.

La storia è volutamente ambigua, dal momento che non c’è alcuna comunicazione verbale: nessun discorso, nessun testo, solo immagini, talvolta nemmeno chiarissime: spetta al giocatore – o ai giocatori – comprenderle e interpretarle.

Non sappiamo insomma molto sui due personaggi che si mettono in viaggio, nemmeno su chi siano i tanti, bizzarri, talvolta inquietanti esseri che si prodigano per aiutarli o restano semplicemente dietro le quinte a spiarli, ma si riesce comunque a decifrare che la loro missione sia importante, dato l’impegno profuso nell’affrontarla.

Voyage

Certo, è un walking simulator, quindi non è un titolo per tutti: non va bene a chi cerca un’avventura al cardiopalma, ricca di avvenimenti. In Voyage le emozioni vengono centellinate e spalmate lungo tutto il viaggio, che alla fine è il reale protagonista di questa ispirata opera prima della startup svedese Venturos. Un videogioco semplicemente delizioso, pur nella sua brevità, da condividere possibilmente con una persona che nella vita reale è il proprio compagno di viaggio.

Tags: #ADVENTURE #ANDRE-STEEN #CALUM-BOWEN #JOHAN-STEEN #NINTENDO-SWITCH #PC #PLAYSTATION-4 #PLAYSTATION-5 #STEAM #VENTUROS
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