Il gigante di Redmond si è intanto rifiutato di pagare 42mila dollari al mese per usare le API del social network
Pochi giorni dopo aver annunciato l’avvio di un suo nuovo progetto di intelligenza artificiale – si chiamerebbe TruthGPT – Elon Musk è tornato sull’argomento, ma questa volta minacciando di avviare una causa contro Microsoft. In un tweet ha infatti sostenuto che il gigante di Redmond avrebbe utilizzato dati di Twitter senza autorizzazione per allenare software di intelligenza artificiale. Se così fosse, difficile pensare che nella vicenda non sia coinvolto ChatGPT, sviluppato da OpenAI (che lo stesso Musk ha cofondato) e in cui Microsoft ha investito 10 miliardi di dollari. Tra le due Big Tech la tensione è salita negli ultimi tempi: Microsoft ha infatti appena eliminato Twitter dai propri canali di advertising dopo la decisione della società di Elon Musk di far pagare per utilizzare le proprie API (Application programming interface) 42mila dollari al mese. Somma che la società di Satya Nadella non è disposta a spendere.
They trained illegally using Twitter data. Lawsuit time.
— Elon Musk (@elonmusk) April 19, 2023
Al momento la minaccia della causa a Microsoft sembra limitata soltanto al chiacchiericcio su Twitter, dove spesso Elon Musk si diverte a postare per infiammare il dibattito. In una recente intervista a Fox News, l’imprenditore ha però preso di mira OpenAI e anche Microsoft per quanto riguarda il lavoro in corso su ChatGPT e l’intelligenza artificiale. Musk si è nuovamente detto preoccupato rispetto allo strapotere dell’AI e ai rischi che comporterebbe per l’umanità.
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OpenAI was created as an open source (which is why I named it “Open” AI), non-profit company to serve as a counterweight to Google, but now it has become a closed source, maximum-profit company effectively controlled by Microsoft.
Not what I intended at all.
— Elon Musk (@elonmusk) February 17, 2023
Come si legge su The Verge Microsoft non ha voluto commentare la minaccia di causa da parte di Elon Musk. Nel frattempo è lo stesso Ceo di Tesla a doversi barcamenare tra la gestione delle sue numerose aziende (da SpaceX a Neuralink) e le grane che coinvolgono diverse attività: alcuni giorni fa è scoppiato lo scandalo di video ripresi dalle telecamere delle auto Tesla circolati all’interno delle chat aziendali; e poi c’è il nodo degli ex dipendenti di Twitter, come l’ex Ceo Parag Agrawal che chiedono il rimborso per spese legali sostenute.