Al via due fondi di venture capital: il 40% delle risorse sarà riservato agli investimenti (diretti e indiretti) da realizzare nel Mezzogiorno
Startup e piccole e medie imprese italiane dal dna green e digitale possono ora accedere a due fondi di venture capital da 550 milioni di euro complessivi. Si chiamano Green transition fund (dotato di 250 milioni di euro) e Digital transition fund (a cui sono stati assegnati 300 milioni di euro), gestiti da CDP Venture Capital SGR per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ricompresi nell’ambito degli interventi PNRR “Supporto di startup e venture capital attivi nella transizione ecologica” e “Finanziamento di startup”.
I progetti riguardanti la transizione verde potranno prevedere l’utilizzo di energia rinnovabile, mobilità sostenibile, efficienza energetica, economia circolare, mentre quelli legati alla transizione digitale dovranno interessare gli ambiti come l’Intelligenza Artificiale, l’Industria 4.0, la cybersicurezza, fintech e blockchain. L’ente gestore selezionerà le proposte di investimento conformemente a quanto previsto dalla politica di investimento dei Fondi e in linea con le best practice di mercato. Il 40% delle risorse saranno riservate agli investimenti (diretti e indiretti) da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno.
Che cosa è il Digital transition fund
Il Digital transition fund si pone l’obiettivo di sostenere almeno 250 imprese entro il 30 giugno 2025, con un focus sulle pmi delle filiere della transizione digitale e che realizzano progetti innovativi con un significativo grado di scalabilità. Anche in questo caso, almeno il 40% delle risorse disponibili (300 milioni di euro) è riservato al finanziamento di operazioni da realizzare nel Mezzogiorno o che abbiano sede operativa al Sud. I progetti dovranno interessare gli ambiti dell’intelligenza artificiale, cloud, assistenza sanitaria, industria 4.0, cybersicurezza, fintech, blockchain o comunque altri ambiti della transizione digitale. Il progetto punta a stimolare la crescita dell’ecosistema innovativo italiano tramite investimenti di capitale di rischio (venture capital) diretti e indiretti.
Che cosa è il Green transition fund
Il Green transition fund punta ad attivare almeno 250 milioni di euro di investimenti privati nel settore delle tecnologie verdi entro il 30 giugno 2026, con un focus su rinnovabili, economia circolare, mobilità, efficienza energetica, smaltimento dei rifiuti, stoccaggio di energia e affini. Almeno il 40% delle risorse disponibili sono riservate al finanziamento di operazioni da realizzare nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) o che abbiano una sede operativa in una di esse. Il fondo opera attraverso investimenti diretti e indiretti, tramite la sottoscrizione di fondi di venture capital, in startup con un elevato potenziale di sviluppo, con particolare riguardo verso le pmi delle filiere della transizione ecologica e le pmi che realizzano progetti innovativi, anche già avviati e caratterizzati da un certo grado di scalabilità, si legge nell’accordo finanziario stipulato tra Mise e CDP Venture Capital Sgr.
Gli interventi ammissibili devono rispettare le seguenti caratteristiche:
- periodo di investimento non superiore a cinque anni, seguiti da altri cinque anni di gestione del portafoglio
- ticket di investimento compreso tra un milione di euro e 15 milioni di euro per gli investimenti diretti e tra 5 milioni e 20 milioni per quelli indiretti
- rispettare il “Principio di non arrecare un danno significativo” (Dnsh o Do no significant harm), ovvero escludere imprese target che svolgano una delle seguenti attività: estrazione di carbone, di petrolio greggio, gas naturale, minerali metalliferi e minerali e prodotti di cava, trattamento dei combustibili nucleari, attività di supporto all’estrazione di petrolio e di gas naturale, fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, produzione di gas, distribuzione di combustibili gassosi mediante condotte, trattamento e smaltimento di rifiuti pericolosi e non pericolosi