Dobbiamo salvare la nostra sorellina Tena. Un titolo per chi ama il retro gaming e le atmosfere orientali
Fa tutto da solo. Stranga Games è il nome della software house dietro cui in realtà si nasconde soltanto una persona. Di stanza in Australia, non siamo riusciti a risalire alla sua identità, ma in questa recensione vogliamo riferirne le abilità tanto come sviluppatore, quanto come narratore di storie. Ashina: The Red Witch è la sua ultima fatica, un’avventura in pixel art ispirata a capolavori come Zelda, Pokémon e Final Fantasy. Citando mostri sacri di questo tipo, l’asticella si alza di parecchio. Ma in tutta franchezza l’esperienza indie in oggetto ci ha lasciati più che soddisfatti.
Ashina: The Red Witch – disponibile su tutte le console – è un puzzle game nel quale dovremo risolvere alcuni misteri esplorando un mondo dalle architetture e dalle musiche orientali. Le città di Shiruta e Chikara sono un piacere per gli occhi e, per tutto sia parecchio pixeloso, il lavoro sui colori, sugli elementi di arredo e sull’ambientazione è stato davvero ottimo. Ma parliamo della storia.
Nei primi istanti di Ashina: The Red Witch il gamer apre gli occhi su una immagine che richiamerà alla memoria una delle scene più belle disegnate da Miyazaki nel suo celebre film d’animazione Il mio vicino Totoro. Subito dopo incontriamo la protagonista, Ashina, che con la sorellina Tena sbarca il lunario con un lavoro che non le piace. Entrambe vivono sotto lo stesso tetto, un appartamento in un anonimo condominio.
Il rapporto tra le due è franco, come avviene spesso tra sorelle. Ci si punzecchia, ma in fondo ci si vuole molto bene. A un certo punto però, dopo una veloce fase tutorial in cui Ashina deve preparare la cena, succede qualcosa nel cuore della notte. Uno spirito è seduto sul nostro divano a guardare la televisione. Niente di horror, tutto è molto pupazzoso. Ha inizio così un’avventura tenera e coinvolgente che ci porterà alla scoperta di un mondo abitato da spiriti, dove gli umani non sono affatto la norma. Ma perché siamo finiti lì? Dobbiamo salvare Tena.
Con un audio design più che azzeccato, che fa da tappeto musicale costante, ci avventureremo alla scoperta di un luogo pieno di angoli e stanze da esplorare. In Ashina: The Red Witch il gameplay ha un sapore antico e un gusto davvero senza tempo. Gli NPC sono la porta verso le missioni, che ci costringeranno a deviare in continuazione dal percorso principale. Una chicca indie da tenere in seria considerazione.