Lo ammettiamo: abbiamo un debole per i videogiochi indie che svelano il volto tenero della tecnologia
Di questi tempi ci vuole coraggio a dire che la tecnologia salverà il mondo. Tra ChatGPT che ci ruberebbe il lavoro e Elon Musk che vuole impiantare chip nel cervello umano per proteggerci dallo strapotere dell’intelligenza artificiale, alcuni potrebbero temere di essere a un passo dall’Armageddon tecnologico. Ma non temete: veniamo in pace, soltanto con storie di concordia tra l’uomo e le macchine. OmegaBot, disponibile su Xbox Series X/S, è un platform davvero interessante a cominciare da una pixel art decisamente ispirata e da una sorprendente vitalità dei biomi grazie alle interazioni tra gli oggetti e i nostri proiettili.
Localizzato in italiano e sviluppato da Simon Carny, OmegaBot inizia con un’introduzione nella quale si scoprono antefatti che ci si potrebbe aspettare da un videogioco simile: la concordia iniziale, gli uomini e le donne felici in un lontano passato di prosperità, e poi la disgrazia. A questo punto, senza aggiungere spoiler, compare questo simpatico robot, l’ultima speranza per l’umanità. Inizia così un platform a scorrimento orizzontale nel quale l’avatar attraversa schermate con poche deviazioni per raggiungere quella successiva.
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La bellezza grafica di OmegaBot è un pregio che ci sentiamo di sottolineare. I fondali hanno una caratterizzazione specifica, sulla quale gli sviluppatori hanno lavorato per creare la giusta atmosfera, con una profondità notevole. Pur essendo in 2D, il mondo è pulsante, pieno di elementi che possono anche esplodere e disintegrarsi al nostro passaggio. Non ha alcun senso, neppure al fine della raccolta di risorse (nulle), ma quanto è stato divertente tagliare erbacce con proiettili e (lo ammettiamo) annientare innocenti uccellini.
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L’avventura parte leggiadra, in una foresta con pochi nemici. La classica fase tutorial ci fa prendere dimestichezza con i comandi e la possibilità, ad esempio, di utilizzare i proiettili a mo di jet pack. Ci spieghiamo: sparando verso il basso non soltanto si rallenta la caduta, ma si possono superare burroni e raggiungere piattaforme troppo lontane per un semplice salto. Il combat system permette di sparare in tutte le direzioni e ha le meccaniche tradizionali dei platform.
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Scorrevole e fluido, Omegabot non è frustrante e concede diversi checkpoint da dove ripartire una volta morti. Nel complesso ci sentiamo senz’altro di suggerire questo platform che propone il volto tenero e altruista della tecnologia. Le armi e le skin che potremo imbracciare e indossare sono notevoli e faranno la gioia sia per gli occhi, sia in battaglia dove saremo chiamati ad affrontare nemici non sempre comodi.