In Italia le consegne a casa di pranzi e cene rappresentano il 44% del mercato alimentare online, per un valore di 1,8 miliardi di euro. E i prodotti freschi sono il 50% delle vendite e-commerce di pietanze. Le startup, come TvbEat, Hello Fresh e Morsy, sono le vere pioniere
Quello del food delivery è un settore che è letteralmente scoppiato durante la pandemia. Dopo il boom di consegne di pasti già pronti nel 2020 e 2021, il servizio continua ad avere un ruolo di primo piano nella vita quotidiana degli italiani, che ne apprezzano la varietà, la facilità di utilizzo e la velocità. In questa penultima puntata alla scoperta delle realtà che si occupano, da più angolazioni, di food, siamo andati alla ricerca di quei team che lavorano per consegnare pranzi e cene fresche a casa in pochi minuti e con un semplice click dallo smarphone o dal PC. Ma come di consueto, prima di immergerci in queste realtà approfondiamo un po’ meglio le direzioni nelle quali sta andando il food delivery gustandoci non un buon pranzetto (magari più tardi) ma un po’ di dati.
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Quanto vale il food delivery in Italia
Secondo una ricerca presentata da Just Eat in occasione della sesta edizione della Mappa del cibo a domicilio in Italia, il food delivery rappresenta il 44% del mercato alimentare online, generando un valore di 1,8 miliardi di euro (+20% rispetto al 2021). Una spinta legata anche all’incremento della capillarità del servizio che oggi è accessibile al 71% della popolazione non solo nei grandi centri urbani, ma anche nelle province. E dai dati presentati durante l’ultimo convegno “Netcomm Focus Food & Grocery”, emerge che il Food è tra i settori più in crescita nell’acquisto online di prodotti di largo consumo in Italia, con un peso sul mercato italiano dell’1,7%. In Italia i prodotti freschi rappresentano il 50% del totale degli acquisti online del food, segnando un +17% nel 2022 rispetto al 2021 (fonte: Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano).
Con la crescente attenzione ai temi legati alla sostenibilità e alla riduzione dello spreco alimentare, aumentano anche coloro che seguono uno stile alimentare vegetariano, vegano e flexitariano, e la domanda di piatti che mettono al centro le verdure è in crescita costante: una tendenza che trova conferma soprattutto nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni. L’app Deliveristo, dedicata a chef e ristoratori per ordinare da oltre 350 fornitori, e le note catene di food delivery, come la già citata Just Eat, fondata nel 2000 dal danese Jesper Buch, ma anche Deliveroo, londinese arrivata in Italia a fine 2015, Glovo, nata a Barcellona nel 2015 e in Italia dal 2016, la tedesca Foodora e le italianissime Cortilia, specializzata nella spesa online a filiera corta, e Mymenù sono gli attuali leader di mercato europei nel settore del food delivery. Ma ci sono anche nuove realtà, più o meno grandi, che spiccano in questo mercato che spesso guarda anche alla promozione della cultura culinaria locale italiana.
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BRT Fresh, come funziona il servizio
La nota azienda di logistica BRT punta sul fresco con un nuovo servizio appena lanciato: BRT fresh, per la consegna di prodotti alimentari freschi. Già attivo a Milano, Roma, e Padova, presto lo sarà anche a Torino e Bologna. Secondo l’azienda, le consegne a temperatura controllata cresceranno del 9% all’anno nei prossimi 5 anni.
Il servizio ideato per l’Italia prevede consegne sei giorni a settimana (se effettuate in ambito locale la consegna avverrà nello stesso giorno dell’ordine), la predeterminazione della fascia oraria e la consegna al piano. Il mantenimento della catena del freddo, tra 0 e 4 °C, è garantito dal continuo monitoraggio effettuato da sensori e tecnologie integrate che registrano ogni eventuale variazione. «In un mondo sempre più connesso e con modalità di consumo in costante evoluzione, il nostro impegno è di garantire che i prodotti alimentari sensibili alla temperatura raggiungano la destinazione in condizioni ottimali – ha affermato Simone Vicentini, Chief Business Development Officer di BRT – Con questo nuovo servizio, BRT è pronta offrire un’esperienza di spedizione che mantiene la temperatura ideale in tutta la filiera di distribuzione. Un’innovazione che va oltre l’ambito logistico perché permetterà la creazione di nuove opportunità di business per molte aziende del settore alimentare, indipendentemente dalla loro dimensione, consentendo di reinventare il modo di proporre le proprie eccellenze direttamente ai consumatori e su nuovi mercati».
Morsy, il B2B del food delivery
A partire da questo settembre, la startup Morsy consegna pasti freschi ai dipendenti di oltre 145 aziende tra Torino e Milano. «Produciamo la maggior parte delle nostre pietanze internamente e le consegniamo ai clienti – spiega Carlo Alberto Danna, founder della startup cresciuta all’interno dello Startup Studio Mamazen di Torino – Abbiamo un menù composto tra 9 e 10 piatti che si ispira alla tradizione italiana ma anche estera, come il risotto alla curcuma, il gulash, ecc…». Il servizio appena lanciato a Milano, insieme al recente investimento da 250mila euro, rappresentano per l’azienda la speranza di raggiungere nel 2023 un fatturato totale di 1 milione di euro.
Tramite convenzioni attivate con Morsy, i dipendenti potranno selezionare e ordinare il pasto preferito direttamente in ufficio e pagarlo anche tramite buoni pasto Edenred o Coverflex. «Collaboriamo con diverse associazioni che si occupano di inserimento sul lavoro di individui con difficoltà come alcuni ragazzi che provengono da Paesi che stanno vivendo situazioni difficili, ad esempio dal Kurdistan, dall’Iraq, dal Bangladesh, oppure con persone rimaste disoccupate o che vivono in situazioni di povertà economica», racconta Carlo Alberto che afferma anche di essere molto attento al tema della sostenibilità: «Stiamo cercando di espandere la flotta con mezzi elettrici – spiega – Il nostro team, dislocato tra Torino e Milano e composto da circa 16 persone, è passato da gestire 15mila ordini nel 2018 ai 46mila dello scorso anno fino ai 120mila di quest’anno». Dopo l’apertura a Milano, adesso Morsy punta a consolidarsi nella metropoli per poi guardare all’estero. «Partiremo, molto probabilmente, dalla Germania per poi dirigerci nei Paesi nordici».
TvbEat, pasti a chilometro zero
Attiva nella provincia di Bergamo, TvbEat è una piattaforma di delivery che opera nel territorio locale per garantire la consegna in una serie di comuni al di sotto dei 50mila abitanti. Negli ultimi mesi, l’azienda dichiara di avere effettuato più di 12.000 consegne sul territorio, contando più di 400mila euro di vendite per le attività affiliate e di avere avviato i lavori per il servizio tramite franchising in due nuove province. «Ci occupiamo di food delivery a livello locale – spiega Damiano Vassalli, cofounder assieme ad Andrea Togni della startup – Puntiamo a offrire un buon servizio nei paesi che si trovano fuori dal centro città come la Val Seriana e la Val Brembana».
La startup, che due anni fa aveva lanciato una campagna di crowdfunding su WeAreStarting chiusa in 5 giorni con successo, adesso punta a consolidarsi sulla provincia di Bergamo. «Vogliamo continuare a offrire un buon servizio sul territorio senza lanciarci nei grandi centri città. Riteniamo, infatti, che sia inutile metterci in competizione con i grandi player che già hanno coperto quelle zone – afferma Damiano – Inoltre, con il nostro servizio aiutiamo anche le piccole attività locali che con il Covid hanno affrontato un periodo difficile ma che anche grazie a noi sono riuscite a restare in piedi». TvbEat offre un servizio solo serale che impiega un core team di 5 persone più i rider. «Nei weekend soddisfiamo anche una ventina di ordini a sera – continua il cofounder – Con un picco maggiore nel periodo invernale oppure in occasione di eventi particolari come le partite di calcio, i festival ecc.. Il nostro target è molto ampio, spazia dai 20 ai 60 anni, ma la nostra fascia di riferimento è quella dei 30enni. In futuro vogliamo lanciarci anche su altre provincie limitrofe come Crema e Brescia».
HelloFresh, consegne sostenibili
HelloFresh, realtà fondata a Berlino da Dominik Richter e Thomas Griesel nel 2011 e arrivata in Italia due anni fa, consegna a domicilio delle box contenenti ricette bilanciate pianificate dall’utente in base ai propri gusti durante l’arco della settimana. Oltre all’Italia, HelloFresh opera negli Stati Uniti, nel Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Australia, Austria, Svizzera, Canada, Nuova Zelanda, Svezia, Francia, Danimarca, Norvegia, Irlanda e Spagna. «Selezionate settimanalmente dagli utenti, le ricette sono messe a punto con gli ingredienti necessari per realizzarle, freschi, di stagione e già pre-porzionati per ridurre lo spreco di cibo – spiega Marine Faurie, CEO di HelloFresh Italia – Una soluzione comoda e pratica per la spesa e per la preparazione dei pasti grazie a un servizio flessibile e personalizzato che consente agli utenti di pianificare facilmente le proprie cene settimanali che si adattano alla propria routine».
HelloFresh lavora su una filiera corta che collega direttamente i produttori locali al cliente finale e consente di mantenere la freschezza e la qualità del cibo oltre a ridurre gli sprechi alimentari e le emissioni di CO2. «Il servizio è attivo in tutto il Nord e il Centro Italia, fino alla Campania, e in alcune località della Puglia mentre il nostro centro di distribuzione si trova a Tavazzano con Villavesco (Lodi) – continua la CEO – Consegniamo le nostre box ricette durante tutta la settimana, anche il sabato e la domenica in alcune zone. L’azienda sta ripensando la tradizionale catena di approvvigionamento alimentare con un sistema on-demand contro la riduzione degli sprechi». Recentemente HelloFresh è entrata anche nel mercato della carne e dei frutti di mare, in abbonamento con Good Chop, e nel mercato degli alimenti per animali domestici con “The Pets Table”.
«Il nostro obiettivo è quello di migliorare continuamente la nostra offerta per adattarci ai gusti dei consumatori italiani, soddisfacendo le aspettative dei nostri clienti anche in termini di cene “healthy” – conclude Marine – In questo modo, riusciamo ad offrire loro l’opportunità di consumare pasti equilibrati durante la settimana. Per quanto riguarda la sostenibilità, puntiamo a ridurre le emissioni di anidride carbonica e i rifiuti alimentari, aumentare l’efficienza energetica e sviluppare soluzioni di imballaggio più innovative ed ecologiche. In questa direzione, lanceremo in Italia “La Collection di ricette a Bassa CO2”: una selezione di piatti, che saranno disponibili a partire da metà novembre, dedicata a chi vuole fare la differenza, con l’intento di sensibilizzare gli utenti ma anche fornire una risposta concreta a chi desidera compiere scelte più responsabili».