Un’armatura dei tempi moderni, che deve il suo nome a Filippo Negroli, uno dei fabbri più rinomati del 1500
Sarà sperimento al Sant’Orsola e nella USL di Bologna, il gilet anti – aggressione. Destinato, al momento, agli operatori sanitari. In Italia le aggressioni contro i dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale denunciati all’INAIL nel 2019 sono state 1.388, quasi 4 al giorno. L’analisi dei dati in Emilia-Romagna mostra che su 485 infortuni totali, dal 2010 al 2018, il 60% riguarda il sesso femminile.
Questo dispositivo indossabile, se le cose si mettono male, consente di lanciare un potente allarme sonoro, con tanto di accensione di luci LED lampeggianti per dissuadere i malintenzionati. Contestualmente, invia una telefonata e un SMS con le coordinate GPS della vittima alla vigilanza interna e alle forze dell’ordine. Il sistema rileva, inoltre, se la persona è a terra o immobile per troppo tempo e in tal caso invia automaticamente la chiamata di emergenza.
Un gilet anti aggressione davvero intelligente
Il dispositivo, che pesa solo 190 grammi, consente infatti due tipi di attivazione: volontaria schiacciando un pulsante o automatica in caso di un malore con/o senza perdita di coscienza. La tecnologia impiegata, fanno sapere, è quella del gilet anti-violenza D-One, progettato da D-Air lab per i runner che si allenano di notte e in luoghi isolati. È a partire da questo dispositivo che D-Air lab e i professionisti dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola e dell’Azienda USL di Bologna stanno sviluppando il dispositivo “Negroli”, un presidio innovativo per la sicurezza dei lavoratori che difatti deve il suo nome a Filippo Negroli, uno dei più famosi produttori di armature del 1500.