Alle 15:30 avrà inizio il discorso del Presidente della Repubblica di fronte alla platea dei Grandi elettori
Il Giuramento del tredicesimo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella avverrà davanti al Parlamento riunito in seduta comune. Salvo cambiamenti dell’ultim’ora nel cerimoniale, la consuetudine sembra prevalere sulla normativa anti-Covid. Saranno altresì presenti i delegati regionali che hanno partecipato all’elezione. Per l’occasione, tutti i presenti, sia nell’emiciclo sia nelle tribune, dovranno sottoporsi nella stessa giornata di giovedì 3 febbraio, a tampone rapido di terza generazione da effettuarsi esclusivamente presso le strutture della Camera e del Senato.
L’iter prevede che il Presidente della Repubblica, accompagnato dal Segretario generale della Camera dei deputati, Fabrizio Castaldi, nel primo pomeriggio si rechi a Palazzo Montecitorio, sede della Assemblea, scortato dai Carabinieri in motocicletta.
Tutte le tappe del giuramento di Mattarella
La partenza è segnalata dalla campana di Montecitorio (ne avevamo parlato qui). Il Presidente della Camera, Roberto Fico, e il Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, accolgono il nuovo Presidente all’ingresso principale di Montecitorio. La campana, a questo punto, cessa di suonare. Nell’atrio è schierato un reparto di Carabinieri, in grande uniforme. All’arrivo, il Presidente della Repubblica viene salutato dai componenti del Consiglio di Presidenza del Senato e dell’Ufficio di Presidenza della Camera.
Successivamente il Presidente, accompagnato dal Presidente Fico e dal Presidente Alberti Casellati, con i rispettivi Segretari generali, raggiunge l’Aula e sale sul banco della presidenza. L’emiciclo è ornato con drappi rossi e ventuno bandiere tricolore. Il Capo dello Stato eletto sale sul banco della presidenza di Monteciitorio e prende posto alla destra del presidente della Camera. Aperta la seduta, viene invitato a prestare giuramento e recita la formula: “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione”. Contemporaneamente dal Gianicolo, colle romano prospiciente la riva destra del Tevere, vengono sparate 21 salve di cannone e la campana di Montecitorio torna a suonare.
Il Presidente Fico dichiara aperta la seduta ed invita il Capo dello Stato a prestare giuramento a norma dell’articolo 91 della Costituzione. Dell’avvenuto giuramento viene dato annuncio dalla campana di Montecitorio, mentre 21 salve di artiglieria partono dal Gianicolo.
Il Presidente della Repubblica rivolge il messaggio alla Nazione. Al termine un Segretario di presidenza dà lettura del processo verbale della seduta. Successivamente, il Presidente Fico dichiara chiusa la seduta e, insieme al Presidente del Senato, accompagna il Presidente della Repubblica alla Galleria dove viene accolto dal Presidente del Consiglio. Nell’atrio un reparto di Corazzieri, in uniforme di gran gala, rende gli onori. Il Capo dello Stato, accomiatatosi dai Presidenti delle Camere esce da Palazzo Montecitorio.
In Piazza Montecitorio la banda esegue l’Inno Nazionale, il Capo dello Stato passa in rassegna il reparto d’onore lì schierato, prima di raggiungere in auto l’Altare della Patria. Dopo aver ricevuto il saluto del sindaco di Roma, il Presidente della Repubblica sale a bordo della Lancia Flaminia 335 decapottabile utilizzata per la prima volta da Giovanni Gronchi in occasione della visita in Italia della Regina Elisabetta II d’Inghilterra.
Le auto del Presidente
Fu realizzata da Pininfarina e denominata “335” per indicare la misura del passo in centimetri. Vennero realizzati 4 esemplari che furono battezzati con nomi propri di cavalli purosangue delle scuderie del Quirinale: Belfiore, Belmonte, Belvedere e Belsito. I primi tre dispongono di una capote in tela rigida, ripiegabile. Il quarto, invece, di una capote in tela, non apribile, sovrastante il posto di guida. Sui sedili della Lancia Flaminia 335 di Gronchi sedette John F. Kennedy in visita in Italia.
Ma la Lancia Flaminia 335 presidenziale, che ha appena spento sessanta candeline (traguardo ragguardevole per un’autovettura) non è stata la sola auto ad accompagnare i Capi dello Stato nelle sue visite ufficiali. A disposizione di De Nicola, nel primo periodo post bellico, quattro Fiat 2800 Torpedo decappottabili di rappresentanza, una Balilla a tre marce e un’Isotta Fraschini, a cui si aggiunsero le storiche Lancia Aurelia, l’Alfa Romeo 1900 e alcune Fiat Topolino Giardiniera con Einaudi.
Segni preferì un’Alfa Romeo 1900S, Saragat la Fiat 130 e le nuove Flaminia; Leone due Alfa Romeo 2500 blindate. Sandro Pertini si identificò con la Maserati, al cui interno richiese persino di inserire un ripiano porta pipe personalizzato. Scalfaro, Cossiga e Ciampi viaggiavano sulle Alfa Romeo 164 e sulle Lancia Thema, ma nel frattempo le scuderie del Quirinale avevano restaurato la Lancia Flaminia che ritornava così la vettura per le visite ufficiali. Con Mattarella si è arrivati a contare una flotta di 35 modelli tra cui le due Lancia Thesis blindate utilizzate per gli spostamenti del Presidente e una Thesis limousine a disposizione dei Capi di Stato di altri Paesi in visita in Italia.
Il ritorno al Quirinale
Chiusa la breve parentesi sulle scuderie del Quirinale, riprendiamo con il nostro iter che ci porta al Colle, ormai dietro l’angolo. Scortato dai Corazzieri a Cavallo il neo Presidente della Repubblica raggiunge il palazzo del Quirinale. La sera del 2 e del 3 febbraio, la facciata di Montecitorio viene illuminata dalle 18 all’una di notte.