Il mondo, per la startup Gentlymad Studios, è finito nel 2021. Ma l’umanità non si è arresa
Ben prima che il Covid-19 si palesasse, imponendosi come una delle più serie minacce alla sopravvivenza della nostra razza, i ragazzi di Gentlymad Studios ipotizzarono che, più o meno nel medesimo periodo, ovvero nel 2021, un gruppo terroristico facesse esplodere un buon numero di centrali atomiche, estinguendo la maggior parte della popolazione. I pochi sopravvissuti si rifugiarono in bunker chiamati Endzone e, 150 anni dopo, i loro eredi, sono pronti a ripopolare il pianeta. Ma ora il mondo non è più un posto ospitale. Signori, ecco le sfide mortali di Endzone A World Apart: Survivor Edition.
Recensione di Endzone A World Apart: Survivor Edition
Già giocato su Xbox One e PS4, Endzone – A World Apart è arrivato su PlayStation 5 e Xbox Series X|S con la Survivor Edition, che include, oltre il gioco base, anche il DLC “Prosperity”. In modo assai simile a titoli come Frostpunk (a proposito, letta la nostra recensione di Frostpunk Console Edition?), il gioco distribuito da Koch Media è un city builder post apocalittico che chiede ai giocatori di confrontarsi con sfide ben più preoccupanti rispetto a quelle viste nei vari Sim City che diedero origine al genere.
La nuova terra è un posto dannatamente ostile, sconvolto da calamità climatiche che non lasciano scampo. Se a questo aggiungete che, appena uscita dai rifugi antiatomici, l’umanità è al livello di uomo delle caverne (uomo dei bunker) e che la maggior parte delle risorse almeno inizialmente potrà essere recuperata dalle vestigia di ciò che la nostra civiltà lasciò sulla superficie, avrete ben chiaro quanto sia precaria la sopravvivenza in un futuro distopico simile.
Tutto quindi ruoterà attorno alla nostra capacità di conservare scorte d’acqua e razioni di cibo, tenendo ben presente che è sufficiente una singola pioggia acida per mandare al macero un intero raccolto e dover buttar via il contenuto di una cisterna d’acqua scoperta. Endzone A World Apart: Survivor Edition tende a premiare chi si comporta come una previdente formichina, rispetto a chi intende procedere a grandi falcate. Se non si è sufficientemente accorti, infatti, è sufficiente un evento imprevisto per capovolgere le sorti di una partita che vedeva la civiltà tornare a rifiorire.
Rispetto a tanti altri titoli del genere, Endzone A World Apart: Survivor Edition ha compiuto la scelta di non contemplare minacce biologiche: niente creature mutate e predatori insidiosi. Questo, da un lato, facilita i compiti perché non occorrerà formare e prevedere battaglioni, ma starà comunque a voi decidere quante risorse destinare alla coltivazione dei campi e alla costruzione di nuovi edifici e quante all’istruzione delle nuove generazioni. Che nel nuovo mondo dovrà essere centrale, per non ricommettere gli errori che hanno portato alla dissoluzione del vecchio.