Sviluppato da un’unica persona, Paul Schnepf (co-founder della startup innovativa Grizzly Games, lo stesso team dietro Islanders), questo videogioco insegna a vedere lo sport di Tony Hawk sotto tutta un’altra luce
Soltanto fino a qualche tempo fa, in tutti i libri dedicati ai videogiochi avreste trovato che, caratteristica essenziale per creare un gioco è metterci un obiettivo ludico. Super Mario deve raggiungere la caratteristica bandierina di fine-livello, le rombanti vetture di Gran Turismo devono tagliare il traguardo, il taciturno personaggio di Doom fare frattaglie di qualunque cosa si muova e uscire incolume da quell’inferno in cui continua a precipitare… tutto vero. Poi, però, il mercato si è allargato agli sviluppatori indipendenti e sono iniziati ad apparire videogame in cui non ci sono finalità da perseguire e record da settare. Noi li chiamiamo giochi zen, anche se ammettiamo sia difficile trovare loro una esatta collocazione. Di norma, però, oltre a non presentare alcun obiettivo ludico, portano in dote musiche rilassanti e una veste grafica minimale e ispirata. Insomma, The Ramp vi rientra di certo a pieno titolo. Vediamo di scoprire perché.
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The Ramp, per meditare serve una tavola (con ruote)
Sviluppato da un’unica persona, Paul Schnepf (co-founder, assieme a Jonas Tyroller e a Friedemann Allmenröder della startup innovativa Grizzly Games, ricordate ISLANDERS? Qui la nostra recensione), The Ramp insegna a vedere lo sport di Tony Hawk sotto tutta un’altra luce.
È di fatti probabilmente il primo videogame dedicato agli skateboard a non contemplare record e punteggi. Semplicemente, si sale sulla tavola e ci si lascia andare.
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Con la levetta sinistra ci si direziona, mentre con la destra si eseguono i trick a mezz’aria; con i grilletti ci si aggrappa alla tavola; con il dorsale destro si eseguono i grind; infine, con il tasto principale (A su Nintendo Switch) ci si abbassa, in modo da prendere la dovuta velocità prima di un salto, ma anche per evitare brutti infortuni all’atterraggio.
Abbassarsi è un po’ la chiave di tutto, in effetti, e senza accorgervene vi ritroverete a premere ripetutamente quel tasto in modo ritmico, come in un balletto.
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Cosa bisogna fare in The Ramp?
Tutto qui? Tutto qui. Perché appunto The Ramp è stato sviluppato appositamente per farvi rilassare. Non vi vuole sommergere di obiettivi, serve da camera di decompressione, da giochino mordi-e-fuggi cui ricorrere quando lo stress, o la noia, superano i livelli di guardia.
Può apparire banale, invece è davvero divertente, rilassante, ma forse persino ipnotico osservare il proprio alter ego lanciarsi in trick (e la gif in cima alla nostra recensione di The Ramp dovrebbe confermarvelo: non stareste a guardarla per ore?).
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Complici un sonoro in grado di dare la giusta atmosfera e una grafica tanto essenziale quanto ispirata. Forse avremmo voluto poter manovrare la telecamera, visto che talvolta la visuale isometrica gioca qualche scherzo con la profondità, ma in fondo, quando si cade basta rialzarsi, senza patemi. Non c’è nessuno col cronometro o con qualche lista di record a corrervi dietro. È questo l’insegnamento più grande che porta The Ramp…