Lo sviluppatore Adam Sklar ci porta in un loop inquietante
Di tutti i titoli horror indie in prima persona recensiti sul nostro magazine, senz’altro The Sorrowvirus – A Faceless Short Story è quello che ha lavorato di più sulle ambientazioni, mai statiche. Ci si fa il callo dopo il primo piccolo spavento quando, al nostro risveglio, una semplice camera si rivela essere il teatro di un incubo. Sviluppato da Adam Sklar e pubblicato da Eastasiasoft, abbiamo provato il titolo su Nintendo Switch. La storia non è delle più leggere: il protagonista si chiama Wyatt Heyll, è giovane, ma ha avuto una vita difficile, tormentata da malattie. I genitori, non si sa per quale ragione, gli hanno somministrato una misteriosa sostanza, il Sorrowvirus, che impedisce la morte e condanna a un inquietante loop temporale.
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Nulla di quello che abbiamo visto in The Sorrowvirus – A Faceless Short Story ha senso. A livello di atmosfere, cammineremo all’interno di spazi spesso poco illuminati, costretti a risolvere enigmi mentre la colonna sonora e i rumori tengono la nostra ansia a un livello sufficientemente alto. Come anticipato, l’aspetto che convince è questa costante sensazione di essere costantemente accerchiati: una stanza non è vuota e sicura per sempre, perché basta voltare le spalle alla parete, magari girarsi di nuovo e scoprire di aver dietro di sè qualcuno (o qualcosa), molto vicino al nostro volto.
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Non si tratta di jump scare, ma di un lungo percorso onirico che ci fa incontrare le nostre più terribili paure. Disponibile in lingua inglese, con un doppiaggio tutto sommato gradevole, The Sorrowvirus – A Faceless Short Story arriva ai titoli di coda in poco più di tre ore. Le uniche interazioni che possiamo attivare con l’ambiente sono con i classici oggetti, che ci permettono di risolvere enigmi e proseguire. A livello grafico siamo ben oltre la sufficienza: le texture non sono abbozzate e rispetto ad altri titoli indie abbiamo apprezzato l’attenzione scrupolosa a certi oggetti e a una sceneggiatura mai ripetitiva.
Nel nostro esplorare stanze e corridoi è inevitabile soffermarsi su alcuni orridi dettagli, come scritte col sangue sulle pareti, bisturi e altri oggetti da incubo. Come in tutti gli horror, siamo stati ben alla larga da qualsiasi elemento della trama che potesse farci inciampare in uno spoiler. Forse un po’ alto nel prezzo, The Sorrowvirus resta comunque un titolo indie con un’identità precisa, che vi condurrà in un viaggio paranormale.