YC sta investendo sempre di più nelle startup europee. Erano 27 nell’ultimo programma, 12 nel precedente, e sono in continua crescita.
Per una startup italiana questo è il momento migliore per entrare a Y Combinator. Anche se ha già lanciato, ha dei clienti e fattura bene. Il prossimo batch sarà infatti completamente online, le startup avranno il 15% di office hour in più, e gli investitori americani stanno investendo tutti via Zoom. Ce l’ha detto il CEO di YC Michael Seibel durante una call organizzata da Pi Campus. Lo scopo era ottenere suggerimenti per le startup europee interessate a partecipare al programma di accelerazione che ha lanciato una trentina di unicorni negli ultimi 15 anni, fra cui Airbnb, Stripe e Dropbox.
YC sta investendo sempre di più nelle startup europee. Erano 27 nell’ultimo programma, 12 nel precedente, e sono in continua crescita. Negli ultimi 5 anni la percentuale di startup non americane è raddoppiata, attestandosi sul 40%. Non è necessario avere una Inc.: un team predispone le startup per accogliere investimenti durante il demo day. Benché nasca come acceleratore per early-stage startup, YC ha investito anche in aziende già costituite, con clienti paganti e che fatturavano milioni di euro. Fra queste Airbnb, la cui storia ci introduce alla community di YC.
Correva l’anno 2008. I founder di Airbnb non volevano applicare per YC perché l’azienda era già attiva sul mercato e aveva svariati clienti. Seibel, allora CEO di Justin TV e loro unico advisor, li convinse dicendo: “State morendo, fate YC!” Airbnb presentò l’application in ritardo. Seibel, che aveva partecipato a uno dei primi batch, chiese al founder di YC Paul Graham di esaminare comunque la domanda. I partner di YC oggi leggono dalle 12 alle 15 mila application per ogni batch, comprese quelle arrivate in ritardo, e selezionano 200/250 startup. Chi presenta domanda dopo la deadline riceve meno attenzione, ma ha le stesse possibilità di essere ammesso. La storia di Airbnb è nota a tutti, mentre quella di Seibel dalle nostre parti un po’ meno. Justin TV divenne Twitch e fu venduta nel 2014 ad Amazon per circa un miliardo di dollari. Seibel ha creato anche un’altra startup, Socialcam, con cui ha fatto di nuovo YC e che a 18 mesi dal lancio ha venduto ad Autodesk per 60 milioni di dollari.
Tutti i membri del team di YC oggi sono alumni. La community conta 5.000 founder. Chi ne entra a far parte ha la possibilità di vendere i propri prodotti/servizi ad aziende di YC ed esterne, ha accesso a un database internazionale di investitori, un sito per la ricerca di talenti, un programma post-accelerazione e un growth fund.
Per chi volesse applicare, ci sono 5 aspetti da non perdere mai di vista, perché le startup che hanno queste caratteristiche hanno più del 50% di probabilità di essere ammesse. E la maggior parte li trascura. Eccoli:
- founder tecnici, in tutto o in parte, in grado di costruire il prodotto o servizio che vogliono vendere;
- founder con relazioni pregresse, magari che abbiano già lavorato insieme o comunque che si conoscano bene;
- crescita nel tempo: i partner di YC vogliono essere impressionati dal lavoro svolto dai founder, in proporzione al tempo speso nel progetto;
- conoscenza del mercato di riferimento, e soprattutto cosa i founder sappiano che gli altri ignorino;
- capacità di comunicare, perché se avranno un minimo di successo i founder dovranno presto iniziare a parlare anziché fare, e a motivare i propri dipendenti anziché lavorare sui task.
Aver seguito la Startup School di YC (online e gratuita) aggiunge un ulteriore vantaggio, poiché il 44 per cento delle startup selezionate sono passate dalla Startup School.
Il deal di YC: 125.000 dollari per il 7% tramite SAFE, un contratto standard corrispondente a un debito da convertire in azioni al successivo round, con uno sconto e un massimo di valutazione. Per compilare l’application form ci vogliono circa due ore ed è possibile candidarsi tutte le volte che si vuole.
Disclaimer: Pi Campus ha sia investito in startup uscite da YC che startup che poi hanno fatto YC, come Boom e Grin, oggi nella lista delle 100 startup di YC con la più alta valutazione. Pi Campus non trae alcun vantaggio dal promuovere YC. Questa attività è un give back nei confronti di realtà e persone da cui abbiamo preso più di quanto abbiamo dato, e un modo di aiutare il nostro ecosistema a crescere.