Il nuovo capitolo di una saga trentennale
Quanti giudizi spesso frettolosi leggiamo sulla Cina, paese che conosciamo di sfuggita sulla base di quel che dal gigante asiatico arriva qui in Occidente sotto forma di prodotti, tecnologie e cibo. Pensiamo di saperne qualcosa perché, ormai, Pechino è ovunque con investimenti e influenza culturale. Eppure sono innumerevoli gli aspetti a noi sconosciuti di una cultura affascinante e millenaria, ignota a noi europei sempre pronti a credere che il nostro ombelico sia il centro del mondo. Non lo è più oggi e, forse, non lo è stato mai. Questo preambolo per presentarvi un titolo che fa il suo arrivo sulle console occidentali, ultimo capitolo di una saga trentennale molto amata in Oriente. Xuan-Yuan Sword VII – lo abbiamo testato su PS4 – è un gioco di ruolo immerso in una Cina medievale e fantasy, dove storia, tradizioni e misteri innervano una trama potente.
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Sviluppato dalla software house taiwanese Softstar, Xuan-Yuan Sword VII è un titolo doppiato in lingua originale con sottotitoli in inglese (purtroppo manca l’italiano). Strutturato con una forte impronta cinematografica, il videogioco racconta la storia di uno spadaccino, Taishi Zhao, cresciuto in un’epoca di guerra, carestia e terrore. Con cinematiche e filmati che ci fanno respirare tradizioni e atmosfere della Cina antica, Xuan-Yuan Sword VII tocca tematiche profonde, come la perdita della famiglia. A inizio gioco, il protagonista assiste a un fatto tragico, con un incendio che ne devasta la casa natale nel quale perdono la vita i genitori.
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L’inizio del gioco si alterna tra filmati e sessioni di gameplay, dove dobbiamo combattere (poco) e fare pratica con i comandi di gioco. Fin da subito non abbiamo trovato molto azzeccata la dinamica per la quale non è possibile saltare o arrampicarsi senza dover prima assistere a una breve cinematica. L’esperienza, a nostro avviso, risulta decisamente troppo prolissa. L’azione migliore, va detto, si nota comunque nei combattimenti in real time, che dovremo affrontare in gran quantità. Mostri, soldati e creature magiche fanno parte di un bestiario ben realizzato.
Xuan-Yuan Sword VII richiede impegno nello sviluppo del protagonista proprio perché le potenzialità in battaglia sono vaste. Schivate, parete e attacchi all’arma bianca o con poteri magici sono le basi di un combat system che si ispira ai soulslike, dove la morte fa parte inevitabilmente del gioco. Lottare è senz’altro la componente più appagante, soprattutto perché dà libero sfogo alle nostre strategie, con combo finali che gasano il gamer (come è giusto). Il primo impatto con un prodotto non così noto in Occidente ci lascia inoltre convinti sotto il punto di vista dell’esperienza narrativa. La storia è originale e ricca, impreziosita dal doppiaggio originale.
Xuan-Yuan Sword VII sconta però evidenti pecche a livello grafico. Nonostante l’impegno degli sviluppatori nel ricreare una Cina così convincente, abbiano notato non poche sbavature nelle texture, oltre a frequenti bug che rendono il titolo un pò troppo rigido anche nelle fasi meno concitate. L’AI dei nemici non è delle più efficaci e, in ultima analisi, la componente cinematografica – elemento senz’altro qualificante del titolo – a volte ci è apparsa debordante, col rischio che alcuni gamer sentano forte la tentazione di saltare l’ennesima parentesi narrativa per tornare finalmente a giocare.